QUANTA AMMIRAZIONE PER I GENI

Carissimi

L’umanità è fantastica, c’è chi è convinto che una cosa la si faccia da sola, permettendosi di continuare a fare l’attendista, del resto, se hai un problema umano, vuoi che non si risolva?

Il segreto e fare in modo che il nostro tempo, con il tempo degli accadimenti e della natura, coincidano.

Immaginatevi che grande delusione si possa provare morendo e lasciando la maggior parte dei progetti che avevamo messo in itinere, ancora a fare.

Per un ingegnere è un paradosso, mentre in politica non è così.

Il politico ha un grande culo e grazie a questo ha un continuo rapporto di avvicinamento con la realtà che è del tutto unico e ve lo dice uno che è consapevole di non aver capito mai nulla di questa “scienza” che si chiama politica.

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“Ahiò se n’è Andato”. Non è uno Scherzo.

Carissimi

Ci ho pensato molto prima di mettere qualche cosa per iscritto che riguardasse la dipartita dello “zio Silvio” come lo chiamavo io.

Sono certo che un argomento del genere che sul web è stato alquanto divisivo troverà modo di essere oggetto di discussione per i miei contatti e di ulteriori offese su un personaggio che in qualche modo ha di fatto caratterizzato la storia degli ultimi anni del nostro paese e non solo.

Ho appreso con sorpresa, malgrado le voci che erano circolate sulla sua condizione di salute, la scorsa mattina attraverso un tweet, della scomparsa del Cavaliere.

Credevo che anche questo ricovero fosse uno dei cosiddetti tagliandi e del resto ero anche confortato dal contemporaneo ricovero in ospedale di Sua Santità.

No, questa volta, anche una persona come lo “zio Silvio” che ne aveva viste e ne aveva fatte di cotte e di crude, era arrivato il capolinea e come ha avuto modo di dire ieri il prelato nel rito ambrosiano, “alla fine è stato un uomo” e quindi come tutti gli uomini doveva necessariamente passare per quelle che sono le regole della natura, si nasce, si muore, specialmente se si ha una certa età e specialmente se si è pieno di acciacchi.

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Eprunica Eresia – Una marina di libri – 9.6.2023 ore 20.30

Eprunica Eresia – Una marina di libri – 9.6.2023 ore 20.30

Un onore essere ospite di una rassegna così importante insieme a scrittori importanti e poter parlare di quello che scrivo (non avendo ancora scritto libri) ma in mezzo all’editoria indipendente, la vera forza di questo mondo, la vera opportunità per tutti coloro che hanno qualcosa da dire e manifestano talento nel saperlo scrivere.

Eresia nel mio caso è continuare a difendere dei principi per molti desueti, a volte finisce per essere eresia il volere difendere la normalità.

E’ stata una festa insieme a coloro che leggono, mi leggono e condividono con noi questi principi basilari dell’eprunismo: il sogno, il viaggio e la pazzia ……

E ricordate sempre, Se non son pazzi non li vogliamo

Epruno

C’era una volta “Me”

Carissimi

C’era una volta Me, così potrebbe iniziare come tante “favole” il racconto della mia vita.

Si, perché la mia vita è una favola (come sono certo la vita di molti di voi) e giunti al quarto che conta si potrebbe non solo iniziare a metterla per iscritto, ma iniziare a pensare pure chi te la possa pubblicare.

Ci saranno di certo strafalcioni grammaticali, l’uso improprio di virgole e virgolettati, l’inizio di frasi con “ma” e tante di quelle imprecisioni da penna rossa che darebbero lavoro ai “correttori”, quelle figure mitiche che iniziarono con le bozze e finirono con le vite altrui, proprio quelle “vite degli altri” di cui mi sono pregiato di scrivere e portare in “scena” in un reading di “Leggendo Epruno”.

Reading di Leggendo Epruno, si una lettura corale inventata nel momento in cui ho iniziato a contare i miei passi e prendere appunti sulle sensazioni e infine ho avuto non solo il coraggio di metterle su foglio, ma chiedere a qualche amico …… “scusa le leggeresti?

Infine, mi sono seduto nell’ultima fila per osservare le espressioni di chi benevolmente o perché stanco degli inviti si era seduto ad “ascoltarmi”.

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Nani da giardino “gartenzwerg”. Istruzioni per l’uso

Intendiamoci te ne vai sui social ma scopri che ci sono sempre le stesse persone, non perché ci sono solo è sempre le stesse persone ma perché, circostanza vuole che l’algoritmo ti faccia evidenziare i post fatti dalle stesse persone con cui più sei in contatto o che di fatto, “amici degli amici”, potresti conoscere ed essere quindi tuoi contatti.

Se ci fosse un algoritmo anche nella vita che ci permettesse di incontrare sempre le stesse persone, potrebbe essere una bella cosa, purtroppo no, non c’è natura né “intelligenza artificiale” che tenga, non è così che va la vita giornalmente e pertanto siamo costretti all’incontrario di tanti “nani da giardino”, così io chiamo le “teste di pazzo”, quelle le quali se la suddetta “intelligenza” dovesse prendere piede e sopravvento, potremmo dormire sogni tranquilli.

Perché i nani da giardino? chi sono i nani da giardino? perché nani? o perché da giardino?

In Germania sono una tradizione ed in tedesco si chiamano “gartenzwerg”, li metti lì mimetizzati tra le foglie nelle piante del giardinetto di casa (si, perché da quelle parti hanno il giardinetto di casa qui facciamo finta che si mettano nel balcone) e quando incontri il loro sguardo che ti mette allegria, ti convinci che ti portino bene e scaccino qualunque “avversità” e ti risolvano problemi.

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Il Re Porta la Corona o la Mascherina?

Carissimi

Non riesco a scegliere quale possa essere l’evento o l’accadimento che meriterebbe di esser commentato con voi, miei cari 24 lettori, visto il proliferare di situazioni degli ultimi giorni. Vi avrei voluto parlare della polemica sui ritardi del PNRR e della mia certezza che fin quando non rivedremo l’organizzazione della pubblica amministrazione, più vocata a creare comitati di controllo che postazioni tecniche di lavoro, resterà una delle tante occasioni mancate, ma avendo perso l’attimo fuggente anche questa notizia è apparsa subito superata.

Avrei come sempre potuto parlare di come proliferano gli scavi ed i ripristini fatti male in città e con esso le nuove buche e gli avvallamenti, creino costantemente pericoli per la cittadinanza, ma sembra che senza risorse economiche, anche queste siano andate in prescrizione.

Vi avrei voluto parlare della pandemia “finita” così come era iniziata con un annuncio in “tv” (piango per coloro che non avevano una televisione), ma per commentare ciò ci vuole “gente ca sinni sienti”, e scusate, ma io personalmente sono ancora sotto l’influenza dei postumi e potrei apparire inusitato nei commenti.

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Palermo è Sporca o Sono Sporchi i Palermitani?

Cumuli rifiuti a Ballarò

Mettiamoci d’accordo per una volta per tutti, Palermo è sporca o sono sporchi i palermitani?

Affacciato di prima mattina a guardare la mia bella via alberata ho visto una operatrice ecologica, ma chiamiamola pure spazzina, non è parola d’offesa per un dignitoso lavoro che ripuliva con la grande scopa marciapiedi e caditoie con tanta professionalità e amore pari a quello che avrebbe adoperato per il decoro di casa propria, e credetemi non è la sola e non è il solo caso, purtroppo poco dopo il marciapiede sarebbe ritornato ad essere ricettacolo di sporcizia indotta.

Quanto sopra dovrebbe indignare chiunque ami avere la propria casa pulita e di conseguenza l’estensione della propria casa, marciapiedi e strade che si condividono con la collettività, in quanto cosa di tutti.

Ma io non ho dimenticato il periodo negativo del lockdown dove costretti a casa dovevamo sentire Barbara D’Urso che ci dava lezioni su come si lavano le mani, poiché ciò mi terrorizzò, abituato come ero a lavarmi le mani a prescindere da pandemie e da sempre, ogni qual volta toccavo qualcosa e non come da prassi mi auguro, in occasione dei passaggi dal wc o prima di sedermi a tavola.

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Dov’è il Progetto? Non lo Trovo?

Carissimi

Credetemi, percepisco anche io una certa stanchezza non tanto muscolare o articolare, quella la do per scontata dovendo fare i conti con l’età che avanza, ma mentale dovuta alla circostanza che il ruolo di Cassandra non mi si addice ma di certo quando ci sono “Elene di Troia”, di mezzo, il palermitano (e non solo) “strammia”.

Ora capire quale è la sostanza del contendere in questo momento primaverile che attrae in questa città è ancora parzialmente velato e pertanto imprudente da svelare con certezza, ma diventa sempre più interessante comprendere quale “idea” di città vogliamo consegnare ai posteri, quale progetto di città stiamo sognando per poterla realizzare un giorno.

Io pure avendo degli ottimi strumenti di lettura e occhiali di tutte le graduazioni, mi perdo, poiché malgrado i numeri dei lettori, mi danno soddisfazioni (essendo passati dai 24 ai 25, numero caro al Manzoni) mi sa che quando parlo di città, o sono incompreso o risulto per essere poco interessante ed è come se i miei concittadini avessero perso qualunque interesse per questa nostra realtà dopo essersi fatti ammaliare per anni da una “visione” (personale) e oggi essersi rassegnati al fatto che dopo un personaggio divenuto storia di questa città non ci potrà essere un futuro.

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“Le Vite degli Altri” 30.04.2023 domenica alle ore 18.00

Al Parco Villa Filippina (piazza San Francesco di Paola 18) 30.04.2023 domenica alle ore 18.00 arriva il terzo appuntamento dal titolo “Le Vite degli Altri” della rassegna “Leggendo Epruno”, reading a più voci con immagini e contenuto musicale. Un format originale e scanzonato che racconta stati d’animo, sensazioni ed esperienze personali su tematiche culturali, politiche e sociali, oltre che sui grandi temi di attualità narrati anche in modo originale e dissacrante, che ha già visto undici edizioni negli anni precedenti. Ci riprovo  e dopo sei anni ripropongo una minirassegna  di quattro spettacoli, al Planetarium di Villa Filippina, l’ultima domenica del mese, alle ore 18.00 nei seguenti giorni del 2023. 

La Mia Giornaliera “Via Crucis”

Carissimi

Per uno come me, cresciuto in una via che si chiama Terrasanta, parlare di “via crucis” e quasi conseguenziale.

Eppure non prendete l’utilizzo di questo nome come blasfemo o addirittura frutto di un pensiero “eretico” se ormai da tempo l’associo al percorso che giornalmente affrontiamo camminando sui nostri marciapiedi o nelle strade, praticamente diventate percorsi di guerra o ridotte peggio di quelle descritte dal commerciante di via Nuova a Goethe nel suo viaggio in quella che fu la città della terra dove fioriscono gli aranci.

Credetemi sono stanco di parlare sempre di questa emergenza che va sempre peggiorando e nessuno prende iniziative, nessuno riparare, nessuno si indigna, nessuno interviene e non basta vedere in eurovisione un giovane ciclista colombiano, nella tappa del giro d’Italia, volare in ospedale, entrando in curva in via Roma, dopo essersi incanalato in uno dei tanti fossi scavatosi subdolamente nell’asfalto, grazie ad un pessimo ripristino o al peso del transito degli autobus.

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