Ognuno è un elemento pensante dotato di un suo raziocino.

Amo i cori, ma soltanto quelli musicali, scritti e pensati in armonia per costituire un tutt’uno perfetto e gradevolmente ascoltabile. Non amo i cori di “opinione”, per intenderci quel dire “è opinione comune”, poiché dietro questa opinione comune spesso, si nasconde il grande inganno. Spesso si nasconde un “Grande Fratello”. Ma quando i giornali ed i mezzi di informazione uniformano le prime pagine, personalmente qualcosa non mi “convince”!

Siamo entrati in un periodo di crisi e non si fa che parlare di altro. Alcuni lo hanno scoperto dalla stampa, altri non lo hanno ancora scoperto, ma fino a qualche giorno fa, tutto andava bene, perché ce lo dicevano gli stessi giornali ed allora quale era la nostra preoccupazione? A giudicare dai media, il chiodo fisso per l’opinione pubblica era quello di sapere su come il proprio “anziano” leader, passava le nottate in casa propria ad organizzare festini. Quanti talk-show televisivi, pieni di politici che litigavano su questo argomento. Dedicavamo sedute del parlamento su questi argomenti. Eppure, anche allora chiudevano le fabbriche, la gente non trovava lavoro, il paese non cresceva, il debito pubblico era galoppante ….

In un istante, però, tutto cambia e diventiamo un paese che ha bisogno di sobrietà, sostituiamo un anziano leader eletto, con un anziano leader nominato, ma sessualmente più misurato, dopo aver scoperto che tutto va male, perché ce lo dicono gli stessi giornali di prima! A sentir loro, a questo punto il pensiero unanime dell’opinione pubblica è quello di sapere perché guadagnino così tanto i parlamentari! Eppure le fabbriche continuano a chiudere, la gente perde il lavoro ed il paese non cresce anzi va in recessione!

Ma ne allora, ne adesso vediamo un titolo che si occupi del vero problema! Di come siamo giunti a questo punto e soprattutto di come uscirne. Balena la sensazione che qualcuno ci voglia distrarre dai veri problemi. Che ci sia un unico obiettivo, “delegittimare la politica”, fatta si oggi, da discutibili interpreti, ma sempre unico legame di espressione popolare democratica per determinare le sorti della cosa pubblica?

Sono certo che il problema non è quanti siano, chi siano e quanto guadagnino, ma se realmente siano all’altezza del ruolo e soprattutto cosa facciano per governare saggiamente per il benessere del “Paese”. Forse, mentre facciamo loro i conti in tasca, il nostro futuro si impoverisce, mentre per loro sono passati altri 5 anni, pronti nuovamente rilucidati a richiederci quel voto affinchè tutto cambi per restare come prima!

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