Carissimi

Che mondo è quello nel quale senti al telegiornale o nei talk con tanta naturalezza che da un momento all’altro può scoppiare una guerra mondiale, nell’attesa di conoscere di che “marca e nazionalità” fosse un missile che sconfinando, aveva ucciso due persone in territorio “NATO”, non appartenente ai due contendenti in conflitto?

Io sono certo che un eventuale annuncio indesiderato, qualora fosse accaduto, sarebbe giunto con una interruzione pubblicitaria, di prodotti pertinenti alle conseguenze di un attacco nucleare, che so, una crema di protezione solare 50 o sarebbe comunque stato accompagnato da una lunga diretta di Mentana, in attesa del lancio e delle esplosioni che avrebbero in sostanza cancellato l’umanità, con i poveri Celata e la Sardoni in esterna sui luoghi, in attesa di polverizzarsi sotto il fungo nucleare.

Si, “diciamolo”, senza necessariamente essere Ignazio, oggi si riesce a confondere il tutto tra realtà e fiction, scopri a volte che attori che recitano in una di queste serie televisive su Netflix o piattaforme similari, riescono ad essere più convincenti di gente che ha cariche politiche, a tal punto che da qualche tempo, per non confondersi, i comici fanno i politici per permettere ai politici di fare i comici.

Mi è capitato di imbattermi in tv su una serie televisiva dal nome “servitore del popolo” dove Volodymyr Zelens’kyj (proprio lui, attore di professione), professore di storia in un liceo, decide di diventare presidente dell’Ucraina sfidando i potenti oligarchi. Questa serie all’epoca ebbe tanto successo che l’attore protagonista decise realmente di formare un partito con il quale è stato eletto presidente di questa nazione, oggi sulla bocca di tutti, in guerra con i russi.

A proposito, vi consiglio di vederla, non appena sarà riprogrammata su LA7, poiché offre una occasione più unica che rara di vedere Zelens’kyj in giacca e cravatta, tutto il tempo e non con quella solita maglietta militare verde che alla lunga infastidirebbe pure il mitico Accorinti che della maglietta (pur alternandole) ne aveva fatto la sua divisa ufficiale di sindaco di Messina.

Immaginatevi una persona disattenta che si imbatte in tv in questa serie e poi guarda il telegiornale e capirete quanto grande sia diventato il livello della contaminazione. Penso che in molti si saranno chiesti, in casi analoghi, se fosse stato vero Trump quando recitava in “mamma ho perso l’aereo” o quando fece il presidente degli USA mentre incitava gli elettori a ribellarsi contro l’esito delle urne?

In quanti si saranno chiesti se, è vero il Beppe Grillo quando reclamizzava lo yogurt o quando si sedette al tavolo, difronte a Renzi, per parlare di alleanze politiche e di governo post-elettorale?

Di contro, sarà stata vera la Iva Zanicchi, con il suo turpiloquio, nella lingua di Dante nel periodo in esilio ravennate, elargendo complimenti stilnovistici alla Lucarelli a “ballando sotto le stelle” o quando sedeva tra gli scranni del parlamento europeo?

Ma che volete che sia, in un mondo carente di contenuti politici tanto che per far proseliti, si è costretti ancora ad invocare sempre “al lupo” o ad evocare “l’uomo nero” delle immagini accelerate delle cineteche di stato?

Oggi tutti abbiamo l’impressione di assistere in tv ad un grande spettacolo da che narri di vicende che non ci appartengono e rimaniamo indifferenti davanti al continuo dileggio e sfottò dei leader di turno che parlano, confortati dall’opposizione che di contro si limita a farne oggetto di vignette, e rimaniamo immobili sul divano facendo zapping tra un canale e l’altro, con quella espressione non più schifata, ma piena di sufficienza al punto di pensare: “Che è mio u cani?

Un abbraccio, Epruno.