Carissimi

La ciclicità della vita. Accade sovente la percezione di avere già vissuto una determinata esperienza, la stessa cosa avviene per quanto riguarda i periodi, io personalmente mi sono convinto che di questi tempi noi stiamo evocando quelli che furono gli anni 70, o meglio, la fine degli anni 70 in quella situazione di torpore, disseminata di grandi fatti che poi avrebbero avuto il loro sviluppo negli anni 80, in alcuni casi tragici.

Gli accadimenti di questi giorni mi restituiscono la visione di una città in cerca del proprio autore.

Il condizionamento avuto anche dalla visione di sceneggiati televisivi girati proprio nei luoghi dove giornalmente mi guadagno da vivere, dedicate a famiglie storiche del passato, seppur riportati ad un paio di secoli orsono, il sentire gli stessi risonanti nomi (solo risonanti poichè “vacanti dintra”) mi restituiscono chiara quella sensazione che nelle cose che contano e in questo caso “la sopravvivenza“, questa terra non sia mai cambiata.

Vi è ancora questo continuo conflitto, solo dichiarato a volte solamente scritto, tra chi ha il potere e chi vorrebbe esercitare il potere, tra chi per censo o tradizione continua anche da dietro le quinte a tentare di mantenere uno status e chi si arrabatta sotto la luce di riflettori e selfie per potere testimoniare la propria presenza e quindi la propria esistenza.

Morale della favola, è chiaro che da queste parti non comanda chi ha visibilità, come non è ricco colui che ostenta.

Accade poi che una persona “molto benestante”, proveniente da una terra lontana, si innamori per qualche motivo di questo posto che per noi è scontato, poiché lo abbiamo sotto gli occhi fin dalla prima volta in cui li abbiamo aperti e decida di festeggiarci il suo compleanno, invitando qualche centinaio di persone che se la passano bene (come lui) a sue spese, affittando per una settimana alcuni dei posti simbolici per l’attrazione turistica e culturale della nostra città.

Cosa dire? Facciamo finta di trovarci in una qualunque dalle città importanti dall’Europa, o addirittura anche del mondo, dove una cosa del genere passerebbe in secondo piano, poiché non rappresenterebbe un evento unico.

Che succede? Una persona che ha soldi decide di comprarsi un “momento unico” e condividerlo con persone care o di suo interesse, non ci trovo nulla di male, non solo ma penso all’anfitrione di questo evento, come al semplice ospite che una volta invitato in una realtà a lui sconosciuta e  trovata gradevole, un giorno decida di tornarci, o ancor più, di consigliarla alla visione altrui.

Cosa c’è di bello? Iniziative del genere sono a costo zero per la collettività e finiscono per essere molto più efficienti di qualunque tipo di pubblicità per iniziative turistiche attrattive verso il nostro territorio, ma di ciò noi non ci preoccupiamo, perché viene fuori quel provincialismo, quell’invidia che sotto, sotto, cova sempre e che spinge tanti “signor nessuno”, o “re per una notte” a voler desiderare di essere protagonisti anche di quello che di fatto è un evento privato, abituati come sono ad imbucarsi a qualunque iniziativa (in quel caso con denaro pubblico) che viene organizzata solamente per creare passerelle.

Io avrei fatto passare sotto tono una notizia del genere e se fossi stato qualcuno che governa le sorti di questa terra, mi sarei permesso di ospitare io una tale straordinaria delegazione, mettendo a disposizione “a gratis” (quante volte lo si fa per la politica, i sindacati, i patrocinati …..) quale ringraziamento per la scelta e vera ospitalità, verso un popolo che della “forma e dell’educazione” ne fa quasi una religione.

No, purtroppo noi siamo solo parole, siamo tutti “compari e cuscini” e ci abbracciamo e ci baciamo due volte (non tre) ma nella sostanza poi riusciamo a fare una “figura barbina con queste inutili polemiche da basso social”.

Noi che a parole ambiremo ad essere città attrattiva per la iniziativa congressuali, dove di fatto si muovono numeri consistenti di persone, per periodi analoghi a quelli di cui sopra, finiamo per essere sbalorditi, infastiditi e non comprendo perché cosa.

Ci siamo scordati di quando fino a qualche ora fà la nostra veniva solamente ricordata come città della mafia e posto pericoloso per poter trascorrere le proprie vacanze? Non ci saranno sempre i Domenico Dolce o gli imprenditori lungimiranti a portare i veri ricchi in città, ma ci accontenteremo (e anche qui con fastidio) delle orde in pantaloncino corto e sandaletto ai piedi (questi si blindati, in quanto intruppati e resi diffidenti dallo spendere qualche soldo in città durante la breve visita) discesi dalla sosta delle crociere.

Certe volte da inconsapevoli vinciamo la lotteria e non controlliamo il numero vincente o peggio buttiamo il biglietto nella spazzatura.

Questa è la consapevolezza che accanto alla positività per la ricerca della normalità (ne abbiamo parlato nelle settimane scorse), parallelamente se si vuole crescere, dovremmo cambiare radicalmente mentalità, dal rimanere seduti e criticare qualunque cosa passi sotto e diventare soggetti propositivi e positivi, ma fino ad allora vincerà sempre l’ipocrisia di chi dice una cosa e ne sta pensando un’altra,  “schifiu …….. dammini n’anticchia”.

Un abbraccio, Eruno