Nulla di quanto facciamo va in prescrizione.

Se ci riflettete la nostra vita è un susseguirsi di azioni e di eventi ognuno dei quali rappresenta un bivio, una decisione e una conseguenza che in alcuni casi può risultare determinante.

Sorrido pensando a coloro che decidono di passare inosservati, non vogliono responsabilità e si lasciano vivere invece di vivere.

Ammetto di essere particolarmente riservato e spesso timidamente scelgo di non imporre la mia presenza, ma in tutto ciò che faccio voglio essere un protagonista.

Di più, voglio essere protagonista della mia vita ed il subire decisioni o comportamenti da me non ingenerati mi fa stare male, così come mi fanno stare male i terremoti e così come mi terrorizza la malattia quella così detta “brutto male” che ci porta via senza che ci possano essere ad oggi speranze di combattimenti alla pari, tante persone care.

Dico sempre che mettere per primo il piede sinistro o quello destro a terra, quando ci svegliamo, rappresenta un atto politico, una scelta determinante, seppur stupida.

Scendere da casa cinque minuti prima può comportare l’evitar incidenti, fare incontri determinanti, perdere opportunità …. insomma costruirsi un’altra vita con il sistema delle “sliding-doors”.

Siete ancora certi che ci si possa togliere di sotto da qualunque responsabilità?

Anche quando sembra che la nostra presenza o il nostro intervento siano del tutto inefficaci noi stiamo assumendoci responsabilità che potranno causare sconvolgimenti importanti nella vita altrui.

Questo purtroppo l’uomo animale asociale ed egoista per antonomasia non riesce a concepirlo, non riesce a farsene una ragione preso dal desiderio di sovrastare gli altri e di imporre il proprio carattere ed il proprio spazio vitale.

Noi siamo responsabili e dovremmo esser maggiormente responsabilizzati fin dal momento della nostra nascita.

La nostra presenza nella catena umana delle relazioni è determinante e la nostra scomparsa finisce comunque per creare un danno o un mutamento ad un contesto.

A differenza che nel “lavoro”, dove nessuno si può reputare indispensabile ed insostituibile, nella “vita” ognuno di noi, come ci ricorda anche il nostro DNA, diventa soggetto unico, con un patrimonio umano insostituibile.

Ecco perché è arrivato il momento che ognuno di noi prenda consapevolezza della propria importanza e responsabilizzandosi prenda coscienza anche dei diritti e soprattutto del diritto di pretendere una qualità di vita adeguata al proprio valore.

Spegnere i riflettori sulla propria vita, decidere di isolarsi, abbandonare le partite, decidere di non giocare, rappresentano un gioco subdolo indotto per spingerci alla mediocrità, lasciando questo mondo in balia di altri mediocri furbacchioni che non intendono mettersi in gioco, ma pretendono di giocare con le vite altrui.