Carissimi, quando ero piccolo anche io avevo l’amico del cuore e per me era un patrimonio, non vedevo l’ora di potere scendere per strada a giocare insieme a lui e a fare l’idiota insieme a lui, in giochi che oggi mi risultano alquanto ridicoli.

Non esistevano ancora donne, non esisteva neanche il pallone, esistevano appena le pistole giocattolo con le quali uno faceva il cowboy e l’altro l’indiano, spesso quest’ultimo era lui che aveva sempre i giocattoli del momento, mentre io mettevo la fantasia, ne avevo tanta fin da allora, sognavo come non mai e la vita mi bastava, anzi era la cosa più bella che mi fosse accaduta.

Non avevo motivo di fare amicizia con i compagni di scuola, perché io avevo il mondo e il mio amico con il quale giocavo per strada e imparavo già quanto fossero difficili quelli che chiamavamo i “grandi” che interferivano con noi soltanto per allontanarci da davanti una vetrina perché facevamo chiasso o tagliarci addirittura la palla con cui giocavamo (quella nuova del mio amico), perché io mettevo la fantasia e quella non la potevano tagliare, ma potevano ingenerare in me sentimenti di “disistima” e fu allora che imparai a conoscere ed occuparmi del mio prossimo, a studiare “i grandi” in attesa di crescere.

Poi sono dovuto crescere anche io e grandi di prima crebbero più di me e fu allora che ebbi la prima illuminazione, scoprendo che a volte c’è gente che “cresce soltanto” ma nondiventa grande”.

Io ero “grande già da piccolo” e per necessità, costoro diventarono “piccoli già da grandi” e fu così che imparai a “dare la mia Amicizia” ancor prima che arrivasse Zuchemberg ad utilizzare questo termine per intendere che sul computer tu autorizzi qualcuno ad aprire una finestra sulla tua vita per farsi i cazzi tuoi.

L’egoismo di gente incontrata crescendo, mi ha fatto comprendere di quanto fosse necessario avere almeno nella vita privata delle certezze e che qualunque atto o gesto fatto pubblicamente avesse un suo valore e una sua credibilità.

Nessuno mi ha mai potuto imporre il da farsi, se io non avessi prioritariamente creduto in ciò che avrei dovuto fare e pertanto anche l’amicizia rientrava in questo principio ed oggi anche il condividere la tavola con qualcuno rientra in questo principio, anche il condividere il cazzeggio rientra in questo principio.

Pertanto un suggerimento: “pretendete sempre rispetto, non soltanto voi stessi, ma per lo spazio vitale che vi siete costruiti, anche per tutto ciò che fate, perché voi siete ciò che fate e poiché diventa sempre più prezioso il tempo a vostra disposizione per sprecarlo con chi non ha alcun rispetto della vostra persona. Un abbraccio