9 Maggio – Carissimi, ……. Troppo ghiotta l’occasione per non parlare di un evento che trenta anni fa segno la vita di una generazione. Aldo e Peppino non erano certamente una coppia che lavorava insieme, ma il destino volle che morissero lo stesso giorno e purtroppo non nei loro letti. Le nuove generazioni conoscono queste due figure, completamente diverse attraverso due foto, la prima di un cadavere in un bagagliaio (o con una stella a cinque punte sullo sfondo), la seconda, quella di un ragazzo secco, capelli lunghi, baffi, pizzetto e maglione alla dolce vita. Ed è così che la loro memoria viene consegnata alla storia …….. ma come abbiamo spesso detto, la storia siamo noi, la storia è fatta di grandi uomini ma anche di uomini semplici. Trenta anni fa era ancora il periodo degli statisti, ed Aldo Moro era uno di questi, un uomo che con la sua lungimiranza politica intravedeva, nuovi scenari e nuove alleanze per la DC del suo tempo, ma era di contro uno degli uomini più importanti dello stato in quel momento. Colpire Aldo Moro, significava mettere in ginocchio lo stato. A Terrasini in quel periodo c’era una delle prime radio libere (e non a Cinisi come è, in genere, riportato dai media), Radio Aut che veniva gestita in regime di autofinanziamento e in questo modo Peppino poteva liberamente utilizzare questo mezzo nel denunciare i potenti mafiosi del paese in cui viveva. Eppure se non fosse stato per l’ostinazione della madre, Felicia Bartalotta che spese gli ultimi anni della sua vita in questa missione, la morte di Peppino Impastato sarebbe stata archiviata, come la morte di un attentatore extraparlamentare di sinistra che saltava in aria nel maldestro tentativo di posizionare una bomba sui binari del treno Trapani-Palermo. La radio cessò di funzionare qualche mese dopo l’uccisione dello stesso Peppino assassinato nella notte tra l’8 e il 9 maggio del 1978 (nelle stesse ore veniva rinvenuto in Via Caetani il corpo di Aldo Moro), nel corso della campagna elettorale che lui stesso portava avanti nella lista di Democrazia Proletaria alle elezioni comunali, le stesse nelle quali il 14 maggio del 1978 “Peppino fu eletto consigliere comunale con 260 voti (circa il 6%). Fu la prima volta che gli elettori votarono un morto” . . Un Abbraccio Epruno