Ho portato un mio caro Amico non vedente in un punto alto e panoramico, per far ciò abbiamo dovuto percorrere un breve sentiero nel quale sostenevo lui che a sua volta teneva a tracolla la sua fisarmonica perlata di rosso.

Ho voluto testare il suo sesto senso portandolo al limite di un ostacolo fin quando lui non mi ha stretto il polso e con un sorriso mi ha detto: “che fai?”

In quell’istante sembrava fosse lui a guidarmi, poi siamo giunti in vetta e ci siamo seduti su una panchina, davanti ad un panorama mozzafiato e lui imbracciata la fisarmonica ha iniziato a suonare senza incertezze con le sue dita nella tastiera ad alternare tasti bianchi e neri, eppure non aveva mai studiato musica, cieco dalla nascita, ma aveva stimolato il suo udito memorizzando i brani sentiti e memorizzando i suoni del suo strumento e siamo stati lì un bel po’ mentre io lo utilizzavo come un ju-box richiedendo i brani più diversi ed appuntandomi le note per provare successivamente a riprodurle in privato sulla mia tastiera.

Lui che con il suo tatto conosceva a memoria i tratti del mio viso e finanche le mie espressioni e dal tono della voce anche il mio umore, ad un tratto, smise di suonare, ripose la sua fisarmonica e mi chiese: “Che stai guardando? Descrivimi il panorama.”

E fu lì che inizia a sparare un sacco di cazzate descrivendo il cielo rosso, il prato blu, gli alberi gialli fidando che per lui quei colori, ma soprattutto la differenza di colore non avrebbero avuto alcun senso.

Lui seppur avesse sentito in passato che il cielo era azzurro, stiede lì ad ascoltarmi in silenzio e mi prese la mano come per manifestarmi fiducia.

Mi sentii uno stronzo ad avere ingannato lui con le mie visioni poiché malgrado impossibilitato di vedere, di conoscere e di distinguere, lui si fidava di me!