Carissimi

Proprio mentre siamo orientati a sapere se mai “sto caz..” di covid ci lascerà mai in pace, proprio mentre desideriamo di poter trascorrere al mare dei giorni di vacanza (o in montagna a seconda dei gusti), proprio quando stavamo ritornando contingentati a vedere partite o ad ascoltare concerti, sicuri che dopo aver sentito per un anno e mezzo sempre la stessa notizia ogni giorno sui tg e relativamente al numero dei contagi, ecco spuntare fuori la ciclica notizia dei furbetti del cartellino ……… ma come? Pure con lo smart-working c’è chi riesce a fare il furbetto del cartellino? Stai a casa a lavorare e riesci a non stare neanche a casa?

No…. Dice, è una notizia di 3 anni fa, ah e mio pareva, come la signora che sull’autobus sentiva gridare “mani in alto è una rapina” e dopo il sussulto prendeva a colpi di borsetta il rapinatore dicendogli “botta di sale a te, mi facisti scantari, u controlluri mi paria ca avia acchianatu!”

Leggo periodicamente, periodicamente questa notizia (a parte il plauso per le forze dell’ordine che smascherano certe situazioni) ogni qual volta viene scoperchiato un formicaio, e viene usata la parola “furbetti”, quale dispregiativo per certi soggetti, mi sono convinto ormai che anche questo aggettivo oggi è usato a sproposito. I tempi sono cambiati. Il vero “furbo” non rimane mai vittima nella rete, il vero furbo è il “bravo d’ufficio”, il vero furbo è chi si fa scopare dal capo (non necessariamente tra le due strisciate del badge o fa la profumiera) per far carriera, voi mi direste che questa è più puttana che furba, ma perché le puttane non sono l’emblema della furbizia, facendo credere a certi uomini ciò che non è? Il vero furbetto è colui che senza alcuna qualifica e concorso si è trovato assunto nella P.A.

Il vero furbo non è più quello che passa il badge per gli altri. Oggi quelli che chiamate furbetti del cartellino sono figure romantiche, figure obsolete di Furbetti 1.0 mentre il presente è il futuro dei fannulloni è andato oltre, bypassando l’odioso “incidente” del cartellino o del foglio firma.

Oggi il Furbetto 2.0 fannullone dei giorni d’oggi è un puntuale operatore “presente” negli orari dalle 7.30 alle 14.00 che posizionato catatonicamente sulla sua sedia o dietro la sua scrivania, guarda il vuoto per l’intero orario, senza distrarre la sua attenzione dalla strumentale disattenzione e se disgraziatamente viene destato, inizia a lamentarsi di tante cose che sul posto di lavoro non vanno (conquista del D.lgs. 81/08), dello stipendio, del fatto che lui faccia uova a due rossi.

Ma c’è stato mai nessuno che gli abbia chiesto: “Ma tu che caz. fai? Quale è il tuo compito…” e li vi dovreste fermare, perché continuando con le domande giungereste a chiedergli “chi ti ha fatto entrare” e lì i telefoni si romperebbero, poi si potrebbero scoprire cose che toglierebbero la libertà di parola pure a chi si indigna, troveremmo i veri “furboni” altro che “furbetti”.

Ma poi furbetti de che? Il vero furbo è colui che ha inventato il badge per togliersi l’onere di controllare.

Vi ricordate quando il foglio di firma per la presenza stava sul tavolo del dirigente?

Non mi sembra ci fossero “furbetti”, il dirigente era “obbligato” (consigliato) a giungere sul posto di lavoro prima di tutti e andarsene dopo tutti e in più durante l’anno non passava inutili questionari per dichiarare che non si erano “prese mazzette”, era l’Italia dei cappottoni e i padri di famiglia facevano gli straordinari fino a tardi per far crescere i loro 4 figli ed oltre….

Il cartellino e la macchinetta messa all’ingresso hanno solo tolto un pensiero ed una responsabilità per chi deve controllare questo tipo di gente. Tolti loro che prima di essere “impiegati” sono delinquenti (poiché ciò è delinquere), personalmente conosco gente nel mio intorno di funzionari, non solo tecnici, costituito da gente che sta oltre il dovuto in servizio o continua il lavoro a casa, legato alla consegna di un compito o una scadenza da rispettare. Ma di che parliamo?

Caro ministro “Bruno” la P.A. va ristrutturata dall’interno e non con controlli polizieschi, ma con piante organiche adeguate, qualifiche necessarie e non sovrabbondanti in ruoli che non servono e controllo sulla produzione, non sulla presenza.

Questi “furbetti” che ogni tanto beccate non vengono neanche presi in considerazione in partenza nel processo produttivo, come se non esistessero, se ne accorge la ragioneria soltanto nel momento di predisporre i cedolini (e guai a dimenticare indennità aggiuntive).

Anche nelle fabbriche esiste il cartellino da sempre, ma quei lavoratori oltre a far parte di una catena di montaggio, hanno altri operai gerarchicamente sopra loro che controllano costantemente i numeri della produzione.

Costoro diventano furbi perché non hanno un carico di lavoro “serio” e non devono rendere conto a nessuno se non della loro presenza, l’appartenenza vista dall’alto come tenerti nell’interno di un recinto spesso non sapendo neanche chi sei e cosa fai. Questo è un paese poco serio non perché accadono queste cose, ma perché possono e devono ancora accadere.

Pertanto godiamoci durante “l’orario di lavoro”, ogni tanto il vecchio modello romantico, atletico, efficiente, che fa la spesa al posto della moglie, che sa contare fino a 10 (il numero dei cartellini da strisciare) di più si confonde, poiché mi sa che qualcuno, questi “soliti noti”, li abbia assunti. Un abbraccio, Epruno.