Carissimi …. Bisogna stare attenti con il palermitano all’uso dei termini, specialmente in tema di “tolleranza”! Basta che un Sindaco si candidi e vinca con un motto quale “Lui lo sa fare” rivolto alla capacità di governare la città, frutto di risultati precedenti, giudicati dallo stesso positivi che i miei concittadini prendano la parte che gli interessi dalle frasi e dagli slogan, estrapolandola dal discorso e facendone la “mission” del proprio comportamento. Pertanto da un “Lui lo sa fare” basta poco per dire “si può fare” e da lì il passo è breve per un “Tutto si può fare”! Il sogno di certi palermitani, è quello di poter fare tutto e senza controllo.
Accade così che le nostre strade ormai sono presidiate, da omini provenienti da latitudini evidentemente molto lontane e diverse dalle nostre che gestiscono in sub-appalto i posteggi abusivamente. Ecco la tolleranza …. “Sì ma che volete che sia rispetto a ben altro”. Potrebbe anche essere che i posteggiatori locali abusivi, si siano redenti, abbiano capito che non era legale fare questo “mestiere” e si siano iscritti a liste di collocamento nell’attesa di un lavoro onesto e che costoro, questi omini venuti da “molto lontano”, altro non siano che gente stanca, dopo tanto migrare che si riposa appoggiandosi sulla nostra auto posteggiata. Sì, siamo “malpensanti”.
E che volete che sia anche l’accattonaggio molesto condotto in modo scientifico e insistente da chi per “religione” ha deciso di non lavorare e farsi sostenere dalla collettività, trovando collocazione davanti a tutti i supermercati, grandi magazzini, ristoranti. “Che volete che sia rispetto a ben altro.”
Siamo tolleranti o ce ne stiamo fregando di tutto quanto ci avviene intorno perché c’è sempre un “ben altro”? Facciamo politica su tutto.
Quando tutti parlano d’immigrazioni, integrazioni, islamizzazioni dimenticano che questa terra nei secoli ha già dato. Sappiamo bene cosa significa una dominazione Araba interrotta soltanto da un’altra dominazione, quella Normanna. Eppur malgrado ciò, a distanza di secoli, oggi riusciamo a vedere soltanto ciò che ci rende unici, l’aver metabolizzato tali dominazioni attraverso integrazioni di culture e produzione d’innumerevoli opere d’arte.
Tolleranza a trecento sessanta gradi quindi verso questi fenomeni d’immigrazioni di massa clandestina? Bisogna esser sempre aperti alle diversità e alla disponibilità verso chi sta peggio di noi, benché sarà molto difficile che tali orde lascino dietro di se opere d’arte da contemplare in un futuro. Oggi lasciano soltanto tanta fame e disperazione dietro di se. Fin quando nelle loro terre d’origine esporteremo armi, guerre, fame e modelli economici non adeguati, i figli di quelle terre dovranno muoversi per cercare il diritto di vivere un futuro migliore. Questo è il risultato a distanza di un secolo, delle colonizzazioni e dei saccheggi di risorse fatte da noi occidentali. Pertanto il problema anche nei loro confronti, non è il “permettere di farlo”, lo farebbero comunque per disperazione. Di contro, per chi lo sa fare, suggerirei di riflettere che a parte qualche disperato, assoldato dalla malavita organizzata locale, questi migranti non si fermano ma attraversano la nostra terra e tirano dritto verso i paesi nordici, proprio come fanno i nostri figli, istruiti, preparati, cresciuti in un benessere assente nei posti di provenienza dei flussi migratori, ma oggi anch’essi migranti alla ricerca di un sogno e della soddisfazione di una vita resasi impossibile a queste latitudini. Un abbraccio, Epruno.