Carissimi
In questa solare giornata estiva prendiamo tutti consapevolezza che tra una quarantina di giorni, dopo averne parlato tanto, si torna a votare per politiche, eppure le ultime erano state meno di cinque anni fa, ma grazie a quei “perfetti” regolamenti che accompagnano la legge elettorale finivano quasi sempre per non consegnare un vincitore e soprattutto per garantire collegi sicuri per i nominati.
Alla lettura degli esiti elettorali la domanda che ci facevamo era sempre la stessa: “ma io così ho votato?”
Sarebbe stato opportuno rivedere per l’ennesima volta la legge elettorale ma non c’è stato né tempo né volontà e quindi eccoci di nuovo davanti alla scheda e alle coalizioni, con la speranza che questa volta uno dei due schieramenti possa superare il 50% delle preferenze e governare.
“Governare, Amministrare” che belle parole.

Nessuno mette in discussione che la nostra classe politica sappia fare dialettica e litigare a difesa delle proprie posizioni, o sappia addirittura demonizzare l’avversario, ma alla fine della fiera, uscita la “sefty car di Zio Mario”, chi uscirà vincitore dovrà governare seguendo le scelte di indirizzo politico date durante la campagna elettorale e di fatto amministrare nel mettere in pratica con la macchina amministrativa e burocratica le scelte dando risposta alle istanze dei cittadini.
Ci siamo lasciati alle spalle le amministrative comunali e lì è stato più facile, sia perché abbiamo avuto le preferenze, sia perché il cambio era obbligato visto il regolamento dei due mandati per i sindaci, cosa che regge in molte istituzioni, ma sembra non convincere più i cinque stelle.
Con un nuovo sindaco, una nuova (simil-nuova) squadra di assessori ecco che ognuno diventa social per regalarci la sua narrazione delle cose e state certi che davanti ad un quadro che è sempre lo stesso ci sarà chi troverà aspetti a vantaggio o denigratori delle sue tesi, basta sapere cercare, basta sapere trovare, basta sapere narrare.
Ci si appreca al decoro urbano, ma il decoro urbano non è di queste latitudini, poiché è figlio della condivisione del concetto di decoro da parte dei cittadini, del concetto di comunità e della conoscenza del bello, ci vorranno anni ancora affinché ciò possa avvenire e nel frattempo correggere scelte individuali sbagliate.
A proposito di scelte sbagliate, viene in mente subito la contrapposizione metropolitana e tram, ribadisco ancora la mia personale posizione, la città è desiderosa di tutte le infrastrutture necessarie, poiché il sistema della mobilità è rimasto indietro di almeno 50 anni e i lavori vanno progettati, realizzati comportando disaggi momentanei per il cittadino e li mi sento di affrontare qualunque sacrificio, ma non mi trovo d’accordo nella difesa di alcune scelte integraliste che non ammettono contraddittorio e che portano a soluzioni che evidenziano criticità.
Io personalmente non condivido l’attuale progetto del tram con riferimento all’attraversamento di via Libertà e la chiusura di via Roccaforte, va rivisto, va riprogettato e non c’è bisogno di essere ingegnere per notarlo e per accettare che nella progettazione non bisogna mai innamorarsi delle proprie scelte.
Una cosa è certa, la mobilità, la viabilità, le strade, il loro decoro sono un punto importante dal quale partire, sarà in grado questa giunta di risolvere tutti questi problemi?

Certamente no, poiché come dicevamo ci vogliono anni, ma dovrà essere virtuosa nel portare avanti le buone scelte fatte in passato ed in itinere e mettere in campo nuove progettazioni che chi verrà dopo dovrà esser allo stesso tempo virtuoso nel portarle a compimento.
Per amministrare, ci vogliono gli uomini e ci vuole anche un salto di qualità della politica che sleghi la sola ricerca dei propri interessi e la sopravvivenza di una rappresentanza parlamentare, dal bene collettivo e non nascondo che il primo gesto sensato di questi tempi l’ho visto fare al Governatore Musumeci nel dimettersi per tempo e garantire un election-day non solo per il risparmio di denaro nell’accorpamento delle competizioni, ma anche per la contrazione di una campagna elettorale che tra amministrative, politiche e regionali avrebbe distratto, per molto tempo, la classe politica (sempre più romana dipendente) dal sedersi e amministrare.

Un Abbraccio, Epruno.