Generale, la Sua eredità?

Carissimo Generale

Mi permetto in questo anniversario di fare riferimento alla Sua nota lettera, inviata a riscontro di quella pervenutale dagli studenti di un istituto privato cittadino, al Suo arrivo in città e divenuta purtroppo un testamento per noi giovani.

Cosa ne è stato in questi 40 anni, cosa è accaduto nella mia vita, grazie anche alla mia educazione familiare, la formazione di base e i suoi insegnamenti fin qui seguiti pedissequamente?

Innanzi tutto quel giovane, seduto in caserma davanti al Tenente a discutere sulle aspirazioni nella vita, ingegnere lo è diventato veramente.

Ho cercato ed ho trovato subito qualcosa in cui credere, l’importanza del mio ruolo e il rispetto delle istituzioni, l’unico collante per una società civile e ho cercato pure qualcuno in cui credere, ma in questo caso non è stato sempre facile e ho dovuto raccogliere anche delle delusioni. Leggi il resto dell’ articolo »

C’è chi Viaggia in Terza Classe

Carissimi
Io non guardo a ciò che c’è oggi sotto i miei occhi, poiché ciò è come la luce delle stelle, giunta a noi oggi ma chi sa da quanto tempo estintasi, io guardo ai giovani e al futuro di questa città, guardo al loro futuro costruito lontano da qui e al loro desiderio di ritornare a realizzarsi nella loro terra.
La mia generazione ha dovuto mangiare tanta polvere e pagare tutto il doppio per realizzarsi “viaggiando in terza classe”, la più scomoda ed affollata, ma fatta di gente che aveva un sogno. Lo so, oggi non esiste nei treni la “terza 

classe”, ma metaforicamente è rimasta presente nella nostra vita come segno di distinzione economica e sociale.

Come può ripartire questo Paese se giornalmente regala le sue risorse mentali e giovani energie migliori, facendole scappare dalla propria terra d’origine? Li abbiamo visti e li vediamo partire ogni giorno, li facciamo crescere, alimentiamo su di loro progetti, li accompagniamo negli studi fino a farli laureare nelle nostre università che mediamente competono con il resto delle università italiane e poi li dobbiamo abbandonare ad un loro destino spesso lontano da questa terra, la loro terra, continuando a chiederci perché.
Chi governa oggi (e c’era anche in passato) ha tutte le colpe di ciò anche se tende a trovare scuse nella contingenza 

economica internazionale, fidando sulla poca memoria. Sono state fatte “scelte coscienti” che ci hanno portato a ciò, abbiamo distrutto le regole, i turni e la competizione ed ogni tanto qualcuno ci viene a parlare di meritocrazia, ma basata su cosa? Il merito di sapersi trovare il “padrino giusto e potente”?

Sono lontani i tempi del “pezzo di carta” da prendere per poter accedere ad un posto di lavoro, sono lontane le epoche dei concorsi, tutto ciò è distrutto da tempo, loro i giovani non lo sanno, ma noi che c’eravamo lo sappiamo.
Quanti ricordano la creazione ad arte il precariato e i lavori socialmente utili, “grande strumento sociale” (utilizzato male), fatti a termine come in altri paese e concepiti per particolari periodi di necessità durante l’anno ma divenuti 

quasi subito canali preferenziali per l’assunzione nel pubblico da prima a tempo determinato fino ad ambire ad una stabilizzazione a tempo indeterminato che hanno riempito la nostra pubblica amministrazione.

In molti si chiedono: “Sapevano tutti e allo stesso modo di tali selezioni, di tali costituzioni di cooperative finalizzate o come sempre si trattò di cose per quattro amici appartenenti ad altri cerchi magici?”. Poi vennero le altre stabilizzazioni, il recupero degli ex-detenuti (principio di per sé nobile) ma quando sarebbe toccato a chi aveva investito sul proprio futuro e non aveva il “padrino giusto e potente”? Nacque da qui il principio del “cu è fissa si sta a casa”. Finiamola con questa ipocrisia.
La politica ha l’obbligo di non lasciare indietro nessuno. Gli ultimi anni sono stati una lunga caccia a privilegi, il “furbismo” ha fatto sì che la forbice sociale si dilatasse ancora di più. Non voglio guardare sempre al passato, 

perché è il futuro che mi interessa più di tutto, i capipopolo oggi sulla ribalta hanno comunque una certa età e si sono formati in epoche diverse da quelle che stiamo vivendo e non riuscendo a leggere i segni del momento, l’unica loro esigenza è quella di rimanere a galla attraverso la coniazione di slogan, attraverso sensazionalismi, attraverso continui festini, ma io “sto male” e come me tantissimi ormai, con l’aggravante che molti oltre per la loro sorte, stanno male per la sorte dei propri figli e non è sostenibile un mondo che sta in piedi a forza di barzellette, vignette e imitazioni, mentre a fronte di pochi unti dal Signore, la stragrande maggioranza della popolazione “sta male”, è demotivata, sfiduciata ed in alcuni casi affamata, senza necessariamente giungere con il gommone dall’Africa.

È arrivato il momento di dire basta a questa ingiustizia perpetrata, a questo modello che massifica tutti verso il 

basso con un groviglio di leggi e incompatibilità per le quali devi solo accontentarti del tozzo di pane che ti diamo e non lamentarti, poiché devi sentirti già privilegiato, come può partire una seria ripresa se il libero professionista è giunto ad invidiare il dipendente che a fine mese ha un tozzo di pane sicuro?

Dov’è lo stimolo alla competizione? Dov’è il vero merito soppiantato da raccomandazioni, curriculum truccati o bandi cuciti sulla persona? Siamo l’Italia, terra dell’ingegno e siamo stati trasformati in una società superata fatta a modello della Cina maoista o dell’Unione Sovietica ante caduta del muro, la nostra burocrazia è diventata peggiore di quella Kafkiana.
Non ci si può ancora affidare a “prestigiatori” e “illusionisti”, coloro che ti allontanano dalla realtà attirando la tua attenzione su poche cose facili da fare funzionare, distraendoti dai grossi problemi, quelli difficili da risolvere, che interessano la stragrande maggioranza della gente e che così resteranno irrisolti, pronti e impacchettati per il prossimo che oltre il danno la beffa, dovrà assumersene la responsabilità.

Un abbraccio, Epruno.

Palermo Capitale dei Giovani “Cu u Viecchiu Dintra”

12871449_10207605616291332_776856529144346379_nA me Palermo capitale europea dei giovani sta benissimo e una idea del genere che si sposa con la mia mission a favore dei giovani, troverà tutto il mio sostegno.
Di contro mi sembra ancora che in questa città ci siano troppi “vecchi” che non si vogliono rassegnare a lasciare il posto ai giovani e pertanto quei pochi “giovani” che riescono ad avere una ribalta hanno “u vecchiu dintra” o peggio ancora, il vecchio che all’ombra muove i fili …… E se insieme a questa iniziativa si facesse un bel patto generazionale invitando tutti coloro che hanno raggiunto i 60 anni di età (per legge, io farei anche prima) e che ricoprono ruoli di vertice a farsi da parte (senza permettergli di designare successori) e dedicarsi alla cura dei nipotini e alle passeggiate nei giardinetti pubblici, levandosi dai co…. rassicurandoli che la loro preoccupazione di cosa farà il mondo senza di loro e resa vana dal fatto che il presidente degli stati uniti, l’uomo più potente del mondo, andrà a casa avendo compiuto i 55 anni (essendolo diventato a 47 anni). Ecco se Palermo nel suo piccolo sapesse dare questo esempio, sarebbe realmente una bella capitale europea dei giovani  😉 

Carpe

Quello che mi dispiace di più e che mi sconforta, non è il fatto che la società è diventata ancor più gerontocratica, ma lo scoprire giornalmente che la mia generazione di cinquantenni, l’ultima generazione di “Peter Pan” è molto più giovane di qualunque giovane che oggi si definisca tale.

Le alternative giovani, oggi, hanno sempre “u vecchiu dintra”!

Guardate ad esempio i congressi dei “giovani” dei vari partiti e movimenti e guardate le loro facce, le loro persone, senza bisogno di fare un esame dei loro cognomi, spesso ripropositivi di cognomi di genitori, nonni, suoceri famosi, ma guardate la loro immagine e scoprirete che altro non sono che la esatta clonazione di chi li ha preceduti e proposti.

I giovani oggi, rischiano di essere più vecchi dei loro genitori, specialmente i giovani chiamati a posti di responsabilità, costruiti in laboratorio, attenti a tutte quelle furberie ed escamotage, pieni di silenzi e di segreti, spesso chiusi in branchi, in recinti, in club per mantenere intatto lo status ed il patrimonio della famiglia di provenienza. …………Giovani, svegliatevi, c’è una età per tutto!

Noi che siamo arrivati alla nostra età con la sindrome dell’eterna giovinezza, abbiamo vissuto intensamente i nostri anni, ma siamo stati bambini quando bisognava essere bambini ed abbiamo giocato non bruciando le tappe, siamo stati adolescenti con tutte le difficoltà di questa età ed abbiamo dovuto combattere con le generazioni precedenti per ottenere conquiste che oggi vi farebbero sorridere.

Noi che oggi siamo genitori e saremo nonni, non siamo stati sempre migliori di voi e spesso sbagliamo nel regalarvi per troppo amore, ciò per il quale abbiamo dovuto affrontare guerre epocali, ma ciò che non potremo mai regalarvi e purtroppo non potremo mai spiegarvi sono quelle sensazioni, quella musica che ci hanno accompagnato in una fantastica avventura che si chiama vita e che noi abbiamo saputo sorseggiare e non ingurgitare.

Le aspettative di vita si allungano ed essersela presa comoda, aiuterà a ben suddividere le sue varie stagioni! Pensate che cosa brutta è l’aver capito e colto tutto della vita già a venti anni, o meglio, averne la convinzione, e vivere i restanti sessanta anni in media rimanenti, da vecchio, con la mentalità di un vecchio!

E no! Questa non è natura …. Fate i giovani, fin quando lo sarete e gustatevi ogni istante, godetevi ogni giorno come un singolo evento perché il domani sarà sempre differente, non dico più difficile, ma diverso poiché noi andando avanti con gli anni, saremo diversi …