Carissimi
Non venite a chiedere ad un ingegnere che cosa sono i “gradi di libertà”, fareste una pessima figura.
Non venite a chiedere ad un uomo libero che cosa è la “libertà”, dovreste avere analoga pazienza per ascoltare la risposta, poi se volete surrogati ipocriti di libertà ne troverete a iosa, sono certo che anche l’affetto da sindrome di Stoccolma si sentisse libero, basta avere la giusta dose di ipocrisia per ammetterlo e siamo tutti liberi.
Sapete che non mi intendo di politica e che preferisco parlare del nostro modo di essere raccogliendone gli spunti ironici dove ce ne siano. La politica purtroppo divide, io opero da sempre per unire la gente, in più non avendo eredi da accontentare non ho imperi da costruire ne vanagloria da coltivare, quindi ciò che faccio nel mio lavoro, nelle mie passioni, nel mio tempo libero lo faccio perché lo voglio, perché mi convince e perché una volta fatto il mio dovere della mia vita non debbo rendere conto a nessuno.
Tutti dicono così, ma poi, cedono sempre ad intruppamenti, zerbinaggi, associazioni e adulazioni, libertà è tutt’altra cosa, altro che stare sopra un albero o partecipare.

Il popolo è facciuolo, basta avere la pazienza di conservare la memoria storica per vedere che va appresso a chiunque in quel momento grida di più e ha un codazzo di idioti al suo servizio.
Non potrei mai lavorare per un idiota, c’ho tentato, ma non ci sono riuscito, basta che abbiamo aperto entrambi la bocca e già tra di noi c’è stato un abisso ed essendo persona libera nessuno mi può impedire di aprir bocca, poiché con uno stipendio comprano la vostra prestazione lavorativa, a volte la vostra professionalità, ma certamente non la vostra dignità.
La riprova di tutto ciò sta nella convinzione del fatto che io non ho certezze, io non posseggo la verità, chi ha queste certezze è schiavo della propria imbecillità, un uomo che vuole essere libero va sempre alla ricerca della verità e non è detto che nella sua vita la trovi.
Ma secondo voi, potere è avere questuanti plaudenti dietro la porta? Forse una cosa ho compreso nel mio lavoro, i questuanti sono sempre gli stessi e parlano male di tutti anche di te che li stai accontentando.
Lo scopro quando incontro paladini del senso civico che vengono da me l’ultimo chiodo della carrozza a lamentarsi che il mondo non funziona e allora mi viene da riflettere e penso, bravo complimenti ciò ti fa onore, ma perché questo tuo senso civico non lo sviluppi salendo di qualche piano e bussando alla porta di chi comanda il vapore?
In più se non sono indiscreto, come mai mentre noi tutti nelle fasce orarie d’ordinanza siamo sul “fronte” e spesso armati di pistole ad acqua, tu giri “libero”, forse non hai una occupazione? Forse hai una occupazione e ciò fa parte della tua occupazione? O forse anche questo fa parte della questua, poiché non c’è bisogno di essere un ingegnere per sapere che un problema lo si risolve andando alla fonte del problema e non certamente alla periferia dello stesso.
Se partiamo dall’idea che oggi sia tutto a posto, deve rimanere per noi la convinzione che è tutto a posto, non può essere. La vita è fatta di scelte, se a me sta bene che tutto il mondo venga a casa nostra e dica “siete cambiati” e ciò ci inorgoglisce, non posso accettare un siete cambiati ma, perché in questo caso non esistono le vie di mezzo.
Allora se noi siamo “ngrasciati” non diventeremo puliti dando la cittadinanza onoraria ad Albert Einstein o ospitando Rubens di persona e una sua mostra, perché noi resteremo “ngrasciati” lo stesso finché qualcuno non ci insegnerà come ci si comporta per tenere pulite le strade, qualcun altro non raccolga con regolarità l’immondizia ed un terzo se i primi due sbagliano non gli dia una punizione esemplare da ricordare per tutta la vita.
Quindi coraggiosi dal senso civico, se siete veramente liberi, non lamentatevi con il portiere se qualcosa che dovreste trovare nell’ambito di un servizio è esaurita perchè non si può dar seguito ad un approvvigionamento poiché un bilancio si tiene bloccato fino in autunno mediamente, lamentatevi con costui se non fa il suo dovere benché armato con le pistole ad acqua, salite di qualche piano e lamentatevi con la fonte dell’acqua e se costui non è in grado di risolvervi il problema, alla scadenza dei cinque anni, tra festini e grandi eventi c’è una giornata particolare che si chiama “elezione”, dove lì la parola torna a voi e dove non sarete obbligati a far finta di niente guardandovi attorno per dire tutto a posto, sappiate soltanto che per le regole stabilite, chi vince governa per cinque anni e non ci sono chiacchiere e lamentele che tengano. Buone vacanze.
Un abbraccio, Epruno