Archivio per la categoria: La Voce di Epruno – L’Editoriale

“Nascita di una Società”

Si può fare? ……. Certo che si può fare!

La nostra cognizione del mondo che ci circonda è alquanto libera e bizzarra ed al centro di tale universo ci siamo noi, con un grande “occhio di bue” puntato sulla nostra persona che segue tutti i passi ed in questo grande palcoscenico della vita ecco che puntualmente va in onda un grande spettacolo dalle giornaliere repliche dal titolo……”la nostra esistenza”!

Quindi qualunque cosa ci passi per la testa, si può fare? Certo che si può fare!

Si però …. Un attimo ….. cosa ci fa quell’altro “occhio di bue” poco lontano da noi? A chi illumina?

Ah …. Certo, è un’altra persona come noi che sta recitando una diversa commedia dalle giornaliere repliche dal titolo…… “la sua esistenza”!

Quindi qualunque cosa io stessi pensando, si può fare?

Certo che si può fare! Male che vada …. Se gli desse fastidio, basta che mi metto d’accordo con quello dell’occhio di bue accanto e non ci saranno problemi!

Si ….. ma se lui volesse fare tutto quello che gli passa per la testa, lo può fare? …… Ma si, …. basta che non mi dia fastidio! Al limite ….. ci mettiamo d’accordo ed io faccio tutto ciò che voglio fare …. Mentre lui fa finta di distrarsi ….. poi lui fa tutto quello che vuole fare ….. ed io mi distraggo!

Mi pare perfetto! …. Ognuno si fa i fatti sua ….. e tutti e due, facciamo quello che vogliamo ……. Certo, non lo faremo 24 ore su 24 , ma mi pare comunque un buon risultato! … Affare fatto …..

Ma aspetta un attimo ….. cosa ci fa quel terzo “occhio di bue” poco lontano da noi? ……… “Nni ficimu assai”!! ……. A chi illumina?

Ah …. Come no? …… Sarà una terza persona come noi, io e quello qui accanto a me… che sta recitando una diversa commedia da quelle nostre, anche questa con repliche giornaliere, dal titolo……“la sua esistenza”!

Quindi qualunque cosa io stessi pensando di fare, si può fare?

Io mi ero messo d’accordo già con questo accanto ed ognuno di noi due aveva trovato il modo di fare quello che voleva, basta che l’altro si distraesse e adesso? Dovremo metterci d’accordo pure con lui, del resto, basta che si distrae anche lui, mentre io e questo qui accanto ci facciamo i fatti nostri …… ed il problema è risolto !!!

Si, … ma, aspetta un attimo! E se quello si distrae solamente mentre questo qui accanto si fa i fatti suoi e poi si “appreca” a tutto quello che io voglio fare …. Dov’è la mia libertà!

Aspetta ….Aspetta un attimo e tutta quell’infinità di “occhi di bue” più avanti, “come iu a finì “????? ….

“Che Testa Siete?”

Spesso sottovalutiamo la forza della parola, essendo così bombardati da continui dibattiti urlati, da confronti televisivi, da spot e da dichiarazioni pieni di frasi fatte.

Sembra naturale quindi il voler parlare, il voler dire, il volersi esprimere tanto che in molti trasformano questa necessita di espressione attraverso altri mezzi che a volte non necessitano della parola, ma permane pur sempre l’istinto di esprimersi per certificare la propria esistenza, la propria personalità!

Di contro al mondo si sono susseguiti saggi che con saggi pensieri ed aforismi, alla fine di fiumi di parole, hanno chiosato, così come nel caso di Lucio Anneo Seneca, con frasi di invito alla prudenza loquace quale: “Spesso mi son pentito di aver parlato, mai di aver taciuto.

Ricorderete la fine che fece Seneca e soprattutto il perché?

Ma tali affermazioni sono state storicamente utilizzate ed interpretate a proprio modo da chi, “pezzo di merda”, ha voluto giustificare le proprie nefandezze, la propria inedia con la reticenza.

Noi Siciliani ne abbiamo fatto vanto del “non parlare assai”, del “niente sapere” e dietro questo muro di “omertà” sono accadute le cose peggiori, abbiamo costruito la parte più ingiusta della nostra società.

Molti di noi conoscono il concetto di “tenersi la carricata” che nella interpretazione comune, rappresenta la circostanza di colui che pur trovandosi nel giusto, avendo subito un torto, preferisce soprassedere o lasciar passare del tempo sul ricevere giustizia per quanto accadutogli, davanti ad un potere più forte.

A mia memoria, mai il “tenersi la carricata” ha prodotto effetti se non ingiustizie e frustrazioni e pertanto vi invito a riflettere sul fatto che anche “il Seneca” si è pentito dopo, di aver parlato, ma intanto, non ha rinunciato a dire la sua opinione.

Diffidate dunque di chi per il “vostro bene”, vuole chiudervi la bocca poiché “la bocca riversa la pienezza del cuore” e a dirlo era un “intellettuale” che per i suoi “comizi” finì in croce come riportava l’evangelista Matteo, ma anche se non siete credenti fidatevi almeno dei filosofi e date retta a Socrate che parlando a un giovane disse: “Parla, o ragazzo, perché io ti veda” o peggio ancora, al saggio detto popolare, poco “Razziano”: “testa ca nun parra …. Si chiama cucuzza!

 

“Sono sette..”

Sono sette i giorni della settimana.

Oggi come ieri, alla luce di “una candela di sol dodici denari” verremo chiamati a sentire un nuovo appello ed attirata la nostra attenzione, scorgeremo dietro una “candela, tremolante nel bagliore, co’ pennoni del comune, a cavallo un banditore”.

Sembra ieri eppure ecco giunta una nuova chiamata alle armi per noi pugnaci.

Questa volta, saremo più lenti nel raggiungere il luogo di raccolta, supponendo il testo del messaggio e memori dell’ultimo reclutatore che “sonava a più riprese de la tromba, e urlava forte: Viva il popolo ……a la vita ed a la morte!

Non c’entra nulla il banditore amici miei e non è neanche la qualità della tromba che è messa in discussione, sono gli slogan che non hanno più effetto su di noi che ci siamo ritrovati “orfani dei sogni”. ……..Ma gli eventi ci cambiano!

Personalmente ricordo il giorno in cui dovetti lasciar cadere i legamenti delle mie ginocchia, in quell’incrocio, così, casualmente, senza rendermene conto e sol perché ero partito un istante prima o forse dopo, oppure avevo scelto una strada anziché un’altra, giungendo lì ad un appuntamento con il mio destino.

Chi raccolse ciò, non ne conosceva neppure il valore, come avrebbe potuto, da inconsapevole comparsa in una storia non sua, …….. la mia storia?

Nulla sarebbe stato come prima e chi lo sapeva? Quelle gambe che avevano macinato chilometri che avevano calciato tanti palloni che avevano supportato sforzi inimmaginabili, all’apparenza intatte, sarebbero andate in pensione anzitempo ed a me non sarebbe rimasto altro che “trapiantarmi un’anima”.

Quindi, quello che il banditore di turno non sa e che malgrado “l’anima trapiantata” vorrebbe prendere nuovamente i vessilli ed insieme ai “mercatanti, i buoni artieri o i conti … dai selvatici manieri” lasciarsi travolgere in nuove battaglie per la difesa o il successo di questo o quel signore, non c’è più la forza di un tempo per parteggiare nell’ennesima “faida di comuni”!

Sono sette i giorni della settimana e c’è un tempo per tutti, c’è un tempo per tutto, superato il quale si finisce per diventare ridicoli, superato il quale si finisce non più per aver vantaggio ma addirittura per danneggiarsi.

E’ vero, forse la “candela di sol dodici denari” può apparir la stessa, anche se il fatto che sia passato inesorabilmente del tempo e presa consapevolezza che la “cera squaglia” ci dovrebbe far sorgere il dubbio che ciò che vogliamo credere è solo frutto di una immagine fornita dalla nostra “anima trapiantata”, ma non è reale percezione della forza delle nostre gambe!

Spargeremo quindi ancora il nostro sudore per le fortune altrui? Francamente non lo so!

Spingeremo anche questa volta la nostra “anima trapiantata” oltre l’ostacolo delle barricate? ……… C’è un tempo per tutto!

C’è un tempo per fare il fante e di martedì, fare forza sulle gambe e correre, correre forte per superare l’ostacolo e battere l’avversario!

C’è un tempo per fare il colonnello e di venerdì, da una collinetta, dall’alto di un cavallo, riferire le tattiche dei generali e mettere in atto le loro strategie!

Poi, giunge la domenica e quel giorno, …………. anche i generali, si riposano!

“Ancora un su Pronti”

Eh si …… ne avete tempo di lamentarvi oggi!

Io sono cresciuto in una generazione nella quale ancora si risuolavano le scarpe e pertanto era necessario avere a che fare con una figura ormai in estinzione quale il ciabattino, al quale si portavano le scarpe buone da riparare e si dava inizio a frequenti pellegrinaggi dovuti a reiterati appuntamenti per il ritiro delle stesse che si concludevano tutti tranne uno, ………l’ultimo, con la risposta di rito: “Ancora un su pronti!

Credetemi era frustrante l’attesa ed altrettanto scoraggiante, quasi come una bocciatura, la risposta alla domanda: “Su pronti i scarpi?

Eppure ce ne facevamo una ragione e sapevamo attendere, e con l’esperienza imparavamo anche un trucco che avremmo riproposto in altre occasioni nella nostra vita, quello di sederci difronte al ciabattino, nella sua angusta bottega per fargli compagnia mentre lui metteva mani alle nostre scarpe, portando a compimento il lavoro, pur di sentirsi dire “Adesso su pronti!

Giovani…….., siete abituati troppo bene. Siete cresciuti nel culto dell’usa e getta. Siete cresciuti nell’epoca del “tutto pronto e subito”! Oggi non siamo più abituati ad aspettare, ciò si manifesta nel lavoro, nei servizi, nelle offerte. Prima ad esempio, se desideravamo una cosa, mettevamo i soldi da parte ed una volta raccolta la cifra, compravamo quanto avevamo sognato, oggi portiamo via il prodotto subito e magari lo cominciamo a pagare in comode rate dopo 6 mesi.

Figuratevi se di questi tempi, con gli ipermercati di calzature, un ciabattino avrebbe potuto far concorrenza con il suo costo per le riparazioni, e soprattutto con l’attesa per la consegna. Abbiamo guadagnato tempo, ma ci abbiamo perso in qualità, è ovvio che prima le scarpe venivano risuolate perché partivano da una struttura solida e consistente, oggi e la gomma e la plastica, la finta pelle, ad aver soppiantato il tutto.

Oggi affidiamo i nostri piedi e come direbbe qualcuno, di conseguenza il nostro cervello a prodotti immediati, seriali, di scarsa qualità, pur di non sentirci dire “Ancora un su pronti”, pur di fare tutto ed in fretta, ma era in quell’attesa che di fatto sorseggiavamo la vita apprezzandone la qualità, fermandoci in quello sgabello ad ascoltare storie di altra gente, di altra umanità che come noi decideva di aspettare!

Sapremo riguadagnarci quanto perso? No ormai paradossalmente siamo condannati a fare più in fretta, ma di contro, a vivere di più!

 

“Le Idi di Marzo”

Ho stracciato il mio passato!

Ieri ho impiegato tempo, come sempre accade in questi casi, perché sollecitato da altri, a gettare testimonianze di quella che è stata la mia storia.

Una storia affidata a carte, fotocopie, appunti di cose conservate in angoli della nostra memoria, dove ci rechiamo di rado e quando lo facciamo, se abbiamo tenuto in origine un certo ordine, ci limitiamo a verificare da lontano, preziosi raccoglitori con esaustive etichette.

Eppure è strano, se ci pensate, il rapporto che abbiamo con gli oggetti e personalmente con tutto ciò che è scritto.

In genere gli oggetti passano dalle nostre stanze, ai sottotetti, alle soffitte, per poi finire nei box o garages o cantinette per quel lungo percorso che li accompagna all’oblio, prima che qualcun altro per noi li riscoprirà e nella maggior parte dei casi, li butterà.

Per questo, comprenderete quanto sia brutto procedere personalmente, senza alcun filtro, a gettare oggetti e documenti conservati, costretti a dover fare spazio per se o per altri.

Comprenderete quanto sia difficile sfogliare carte ed ad ogni foglio legare una mnemonica istantanea o brevi filmati in chi sa quale formato, vista che la mente non conosce mpeg!

Probabilmente è un volersi legare a momenti del nostro passato, della nostra storia che seppur nell’oblio, sono stati vissuti con la stessa intensità di come viviamo il presente.

I tempi cambiano e vero, e per la mia generazione, più che scritti e disegni, si trasmetteranno ai posteri foto, non più in bianco e nero, ma miriade di immagini a colori, in formato digitale e filmati, oltre ovviamente a testimonianze vocali e chi meglio di me e della mia “voce” è attento a lasciar traccia di tutto quanto.

Le carte, i documenti, sono stai da sempre oggetto di studio per chi ha voluto ricostruire le biografie e le personalità di chi è passato da questo mondo lasciando tracce significative, nel bene e nel male. Non sarà il mio caso.

Affideremo tutto pertanto alla digitalizzazione che terrà una illusoria memoria di tutta questa documentazione, poiché tradurrà in immagini virtuali tutto quanto ad oggi era fisicamente toccabile ed in grado di trasmetterci emozioni.

In queste idi di Marzo prendiamo consapevolezza che questa vita in comodato d’uso, come spesso dico, verrà tradotta tutta in “0” ed “1”, frutto soltanto di una interruzione o passaggio di energia elettrica, una banale traduzione energetica …….

Dietro un donna c’è quasi sempre un complesso di pensieri che mettono insieme, la famiglia, i figli, il lavoro e si rischierebbe di essere banali facendo i soliti discorsi pronti per le occasioni come in questa ricorrenza.

Eppure nel 2000 c’è bisogno di normare per affermare che uomini e donne sono uguali e soprattutto complementari.

E’ banale, ma è evidente, se ci riflettete che oltre ai vari ruoli in eguaglianza e complementarità, la Donna è Madre e da la Vita, quindi ad una delle due parti, in più, è dato il naturale mandato di procreare e senza di questa, l’altra potrebbe stare a spargere il suo seme onanisticamente in tutti gli anfratti del mondo, senza generare alcunchè.

Basterebbe soltanto questo per ribaltare l’oggetto del contendere a favore delle donne, ma noi ancora oggi dobbiamo lottare per fare accettare norme sulle “pari opportunità di genere”.

Dietro ogni ipocrisia, il mondo è fortemente maschilista e lo dimostrano le contraddizioni in popoli che tecnologicamente evoluti, governati da leggi di religione nate migliaia di anni fa, escludono la donna dalla vita sociale, relegandola allo stato di inferiorità, impedendole la guida o peggio, vendendola quale sposa alla stessa stregua degli animali,  o peggio ancora, imponendole il burcha, mutilazioni genetiche o condannandola a morte con lapidazione.

Un mondo morale non permetterebbe relazioni politico, economiche con popoli e nazioni che ad oggi operano in tal senso.

E che dire delle nostre così dette società civili dove si contano ancora violenze tra le mura domestiche, femminicidi, sfruttamento della prostituzione, pedofilia?

Che dire della tanta violenza psicologica che ancora oggi nel mondo viene fatta sulle donne senza alzare un dito, ma che lascia anche essa profonde ed insanabili ferite?

L’universo donna passa tra due estremi del legame di sangue, la madre e la figlia. Tutti abbiamo avuto una madre!

Mi chiedo sempre: “con quale natura si può fare violenza su chi è madre di altri figli come noi, oppure figlia di altri padri… come noi?

Come reagiremmo se ciò fosse fatto a nostra madre o a nostra figlia?

Un mondo morale, nelle nostre società civili, pretenderebbe pene esemplari per chi opera violenze tra le mura domestiche o stupri.

Dobbiamo ancora fare passi da gigante in certe direzioni.

“Sciopero”

Oggi ho deciso, …. Sciopero e vi do un consiglio!

Si ma, chiariamoci subito, il mio sciopero non ha nulla a che vedere con quelle manifestazioni d’epoca messe su dalle organizzazioni sindacali.

Non ci sarà nessuno a fornirmi bandiere, cappellini, fischietti o striscioni confezionati di fretta e non mi sentirete urlare slogan contro il potere, contro persone che conosco dalla TV ma non ho mai incontrato di presenza.

Non sputerò sentenze nei confronti di chi non mi conosce, prendendo a verità, quanto si dice, quanto scritto sui giornali, quanto si mormora a bassa voce, ma andrò dal mio diretto superiore, dal mio cliente, dal mio socio d’affari, dalla mia famiglia a dire soltanto: “Mi avete rotto i co ……(bip)”!!!

Ahhhhh ……. che bello! Avevo un “cotogno” sullo stomaco che rendeva irrisorio anche il cinghiale della pubblicità ed avevo tempo di cercare farmaci, calmanti, camomille …….

Avevo tempo di stare male, invece avevo soltanto voglia di “vomitare” …… si ……“di vomitare parole, parole, parole” fin quando il mio interlocutore, da sorpreso, poi irritato, avrebbe iniziato ad aver paura, da prima per la mia presunta pazzia ed infine grande paura per la mia conoscenza di chi sa quale scheletro nell’armadio.

Eh si ! Chi sa fa ….. cu mancia fa muddrichi …….

Ma chi sale, fa da sempre cadaveri e li nasconde negli armadi, fin quando non diventano scheletri!

Chi vi gestisce con il potere, ha spesso paura di chi grida! Ma con il suo potere morale, vi incute il terrore spingendovi a non parlare per paura di chi sa quali ritorsioni …… ed invece no!

E’ tutto un trucco, è tutto falso, è tutta una sceneggiatura scritta e siamo tutti degli attori in vari ruoli, principali e comparse, non esistono verità assolute, ne tanto meno principi assoluti.

Oggi ogni verità è seguita da una interruzione per uno spot pubblicitario che paga il tutto ……. Anche ciò che adesso sto dicendo!

Quindi ogni tanto, sbatti i pugni e grida, se ti fa star bene, se sei troppo a disaggio, anche se non sai niente e non hai nulla da denunciare …….…… tanto loro non lo sanno!

“Primo Contatto” (2° parte)

…… sono tornati quindi per riprendersi i propri compagni lasciati qui sulla terra?

La dichiarazione di SCU BRU LLU, la scorsa settimana, ci ha lasciati veramente interdetti.

In un istante abbiamo avuto due certezze: la prima, l’esistenza degli alieni anche per i più scettici, la seconda, la conferma per pochi di noi che lo avevano sospettato, che costoro fossero da tempo tra di noi.

Qualcuno ben informato, afferma che in più di un caso abbiano provato a rapire nostri concittadini importanti per studiarli sulle loro astronavi, rimandando in dietro loro copie nella nostra città.

Una delle operazioni più riuscite fu quando rapirono un consigliere comunale per farne più copie convinti che fosse lo standard del consigliere comunale, riempendo la citta, di individui bassini con i capelli bianchi, baffetti ed occhiali …… prontamente ritirati prima che il danno fosse irreparabile ….. ma  probabilmente, lasciandone ancora in giro uno, piedi, piedi!

Del resto, se si dovesse dar credito alle dicerie, che dire di quell’avvocato appassionato di tennis che qualcuno volle a furor di popolo per sostituire il Sindaco uscente della nostra città? Costui, prontamente scomparso, riapparendo di rado e con periodicità sulla scena cittadina, non ha lasciato tracce evidenti della sua esistenza.

Ancora oggi ci si chiede come ciò sia potuto succedere e ciò si spiega soltanto con l’esistenza degli alieni e con la considerazione che questo clone difettato, in continuazione dovesse esser richiamato sull’astronave per continue riparazioni, fin quando non sia stato definitivamente ritirato facendo passare il tutto per sue dimissioni.

Ma doveva esserci comunque qualcuno che sapeva, qualcuno che ha taciuto fino ad ora, così come qualcuno che stia tacendo a tutt’oggi su incontri bilaterali di commissioni di lavoro bilaterali per scoprire se questa città avesse imparato qualcosa dalla presenza degli alieni in ruoli nascosti o se questa città fosse ormai senza speranza!

Chi si sarebbero ripresi quindi su quell’astronave posteggiata in mare ai cantieri?

Se è vero che fino ad oggi avevano governato loro, come avremmo fatto da ora in poi?

La loro presenza in queste settimane qui in evidenza tra noi, sarebbe stata foriera di novità?

Costoro avrebbero scoperto l’importanza dell’aperitivo e preteso nuovi salatini?

O si sarebbero lasciati ammaliare come SCU BRU LLU da gente con tanti, troppi capelli?

“Primo Contatto”

E Venne il giorno del primo contatto.  Così la scorsa settimana una grande astronave marziana o genericamente aliena, si è posata sul mare davanti la nostra città, mimetizzandosi.

Il tutto comunque è stato tenuto in gran segreto dalle autorità. Una nuova “AREA 51” locale?

Abbiamo da sempre avuto il sospetto che tutte le malefatte, tutti i difetti, tutti i danni subiti dalla nostra città, fossero riconducibili non solo, certamente a chi c’era stato prima, ma che costui, causa di tutto, fosse stato un marziano.

Per questo motivo, a bordo della loro astronave, proveniente da Marte o da qualche punto remoto dello spazio, sembrerebbe che una delegazione diplomatica abbia raggiunto Palermo e che in questa prima fase in gran segreto abbia iniziato una sorta di negoziati con le autorità locali.

Probabilmente vi è una necessità da parte di questi alieni di prendere le distanze dalle tante accuse gratuite attribuitegli e soprattutto riuscire ad acquisire attraverso le delegazioni tecnico diplomatiche, informazioni sostanziali su fenomeni di costume, per loro sconosciuti al fine di valutare se, tali peculiarità locali, possano essere esportate nei loro mondi.

Adesso, secondo agenzie indipendenti, non confermate da l’ANSA e la REUTER , il nostro Sindaco nella giornata di Giovedì, sia salito già a bordo dell’astronave, indossando la fascia tricolore e portando i saluti della nostra città, da sempre interplanetare ed invitando i delegati alieni, a visitare la città ritenendosi ospiti per tutto il periodo della loro permanenza.

Venerdì sera, si dice che l’ambasciatore SCU BRU LLU, così si chiamerebbe, abbia già incontrato delegazioni della società sana e civile cittadina, alla fine di un concerto tenutosi al teatro Massimo, nel quale l’orchestra stabile che ha suonato musiche di Gustav Holst, quali “I Pianeti”.

Associazioni come “Addio Nettuno”, “Nessuno tocchi BRA CRU LLU”, “La Galassia che Vogliamo” ed altre, hanno voluto far sentire l’ospitalità cittadina e durante il suo discorso, il Sindaco, ha riferito che la nostra città è da sempre stata come vocazione aperta alla ricerca di contatti con i “diversi”, qualunque fossero il loro numero di “occhi” o “arti” e dell’azione portata avanti dall’attuale classe dirigente, contro i nemici del progresso e contro coloro che da sempre si oppongono affinchè Palermo si candidi al ruolo di capitale morale del sistema solare.

SCU BRU LLU dal canto suo, ha rilasciato una sintetica dichiarazione choc nella quale avrebbe affermato che loro, prendendo le nostre sembianze, sono già tra di noi da molti anni e che sia giunto il momento di riprendersi i loro compagni, per ritornare al loro mondo,……. perché ………….. (CONTINUA)

“Il Vento”

Quanto è importante essere nel vento e come tale percepire quando è giunto il tempo di partire.

Così quando il gallo metallico sul parafulmine, insieme alle foglie sollevate, inizierà a cigolare per effetto della prima brezza, per posizionarsi nella nuova direzione, noi capiremo che bisogna afferrare quella borsa sempre piena, sempre pronta, per riprendere il nostro cammino.

Come il nomade porteremo con noi l’indispensabile nel nostro bagaglio di esperienze appena fatte, per continuare il viaggio, sempre in cerca di nuove sfide.

Saremo viaggiatori in mare a sfruttare il vento per gonfiare le nostre vele ed andare dritto verso la propria destinazione, sapendo che non sempre il prossimo punto di arrivo sarà la nostra meta.

Non sempre, soltanto perchè abbiamo la sensazione di aver trovato le nostre comodità, il prossimo punto di approdo rappresenterà il compimento del viaggio.

Vi siete accorti che nella parola destinazione vi è dentro il concetto di destino?

Il nostro punto di arrivo è legato al nostro destino ed ognuno di noi quindi possiede già scritto nel tempo, il luogo ed il momento in cui dovrà dire: “eccoci arrivati”!

In questo viaggio, non saremo soli, anche se il solo fatto di avere dei compagni di viaggio, non significherà che saremo diretti tutti alla stessa meta!

Quante volte ci sentiremo dire da chi ha condiviso con noi tanti chilometri e tante avventure: “lasciami qui, io sono arrivato, tu continua per la tua strada”!

Quelli, son sempre i momenti più tristi, i momenti del distacco, ma i viaggiatori del vento sanno che così va l’avventura della vita ed allora si abbracceranno forte per un ultimo saluto, continuando ognuno per la propria strada, senza voltarsi mai, pur avendo la certezza che forse …… non ci si rivedrà mai più!

E’ tardi ….. il vento ci invita nuovamente a smontare le tende ed a ripartire, senza porci il problema di comprendere, se saremo soli o in quanti saremo a riprendere il viaggio, sicuri che per strada incontreremo altri viaggiatori, altre genti, altre storie e troveremo probabilmente anche gradevole la loro ospitalità, ma non disfarremo le valigie o a svuotaremo la borsa, poiché il vento sarà destinato a cambierà ancora ….