Archivio per la categoria: Generale

Aspettative di Vita

Carissimi

Non fate gli snob accadrà, anche a voi, prima o poi, di dovere fare i conti con le aspettative di vita.

Non è necessario essere Nanni Moretti davanti al proprio metro nel misurare gli anni vissuti e gli anni che restano ancora da vivere, basta ad esempio, per chi si vuole assicurare un futuro mediamente sereno, di recarsi presso un CAF, o una struttura dedicata alla consulenza del lavoro e fare qualche calcolo utilizzando i numeretti che dal momento in cui abbiamo iniziato la nostra vita lavorativa ci accompagnano.

Il gentile signore del CAF mi ha accolto con un sorriso di circostanza e subito dopo mi ha chiesto, oltre i dati anagrafici, i dati specifici per poter iniziare a fare i dovuti calcoli necessari per stabilire un’età pensionistica e quanti anni mi separano da questa, oltre a stabilire quella che potrebbe plausibilmente essere la mia pensione.

In Italia grazie al continuo legiferare in materia è raro trovare due persone di seguito che abbiano lo stesso trattamento pensionistico, comprendete quindi come sia difficile per una persona normale, a maggior ragione con una mentalità matematica, riuscire ad avere un punto di certezza in merito.

Leggi il resto dell’ articolo »

Domani migliorerà. Le temperature aumenteranno.

Carissimi.

Che caldo, o è una impressione mia?

Di questi tempi uno dei programmi televisivi che più mi fanno incazzare sono le previsioni del tempo fatte al nord da Ski e Mediaset, dove mostrano una cartina dell’Italia con una parabola di colore arancione che copre la penisola fino al suo centro, o anche un po’ più su e poi una zona padana e alpina tutta tempestata da segnali di pioggia, mentre il conduttore o la bella velina conclude con la frase: “domani migliorerà. Le temperature aumenteranno.”

Le temperature aumenteranno? E lo dici con quel sorriso accattivante? Scendi cinque minuti a Palermo e prova a mettere il naso fuori dalla porta.

Di questo tempo neanche le “piedofili” postano le loro gambe abbronzate nelle foto in barca o in riva al mare per paura di ustionarsi, ma di brutto.

Ecco io sono nato qui e sapevo a cosa andassi incontro, mi poteva andare peggio, nascere a quel tempo in India, durante la mitica “fame in India” e non poter mangiare gli aiuti umanitari fatti di scatolette di “carne Simmental” perché ritenute sacre in quanto “santine”.

Potevo nascere tra gli aborigeni e stare tutto il tempo con il cu.. di fuori e uno stecchino conficcato nel naso, ma non dico che era necessario nascere in Tirolo “con le caprette che mi facevano ciao”, ma pure in Lapponia a mangiare licheni basta che ci fosse stato un po’ di fresco.

Leggi il resto dell’ articolo »

“Rigore è quando arbitro fischia”

Carissimi

Mi trovo come il fine settimana a dover scrivere le mie considerazioni sulle sensazioni accumulate nel corso degli ultimi giorni.

Sono state giornate un po’ frenetiche per la nostra città dovuta alla concomitanza del festino che ha, volente o nolente, finito per coinvolgere la stragrande maggioranza dei palermitani sia la fase di partecipazione sia per quella di fruitore involontario di tutti i disagi collaterali con la variazione di alcune abitudini giornaliere.

Il festino ha finito per rappresentare negli ultimi anni (ma proprio per una aberrazione di quelli che dovevano essere i principi fondanti di questa ricorrenza), uno strumento per misurare il gradimento del governo cittadino, si è finito per spostare l’attenzione verso la celebrazione di un primo cittadino e della sua giunta, allontanandosi da quella che doveva essere la natura religiosa e pagana dall’evento.

Personalmente penso che le tradizioni vadano difese (alla maniera anglosassone e non adattate ai tempi) a costo di apparire apparire ridicoli, ma la tradizione si perpetra nei secoli e si rispetta come la fede senza doversi fare troppe domande. Una volta era lo struscio sul Foro Italico alla ricerca dei babbaluci, gelati e del melone ghiacciato, in attesa del democratico fuoco di artificio culmine di tutti i festeggiamenti alla portata di tutti in riva al mare, oggi tutto ciò è diventato una mega produzione che ammette dentro eventi e piccoli eventi una marea di gente che vive di rappresentazioni e di spettacoli, pensi che chi rimane fuori da queste opportunità non si lamenti?

Leggi il resto dell’ articolo »

Palermo, “Leggendo Epruno – Voci, Tempo e Contraddizioni” a Villa Filippina: quindici anni di pensieri detti ad alta voce

Domenica 20 luglio alle ore 19.00, nel suggestivo parco di Villa Filippina, andrà in scena “Leggendo Epruno – Voci, Tempo e Contraddizioni”, una serata speciale per celebrare i 15 anni dal primo reading. Non sarà il consueto spettacolo, ma una vera e propria celebrazione-racconto, un “talk-reading” che ripercorrerà le undici edizioni passate attraverso altrettanti brani selezionati, tra i più emblematici della produzione di Epruno.

In scena, Epruno e gli Eprunisti – professionisti nella vita quotidiana, lettori per una sera – accompagneranno il pubblico in un viaggio tra ironia, disincanto, pensiero laterale e affetto, arricchito da intermezzi musicali e proiezioni evocative. Uno spettacolo che non guarda indietro con nostalgia, ma in avanti, con lo stesso spirito di sempre: raccontare per resistere.

“Leggendo Epruno” è stato, per quindici anni, un laboratorio di parola viva, un reading teatrale atipico che ha fuso narrazione, riflessione civile e ironia poetica. Nato nel 2010 proprio a Villa Filippina, all’interno della rassegna da una idea di Fabio Lannino dal nome “Musica da leggere”, si è evoluto in un progetto culturale resistente, intimo e collettivo, che ha attraversato teatri, chiostri, cortili, salotti e librerie, mantenendo sempre lo stesso obiettivo: dare voce al pensiero laterale, senza mai alzare la voce.

Leggi il resto dell’ articolo »

E se ci stessero contagiando tutti?

Carissimi

Trovate il coraggio di fare un appunto al “Palermo-sauro” sul suo dress-code estivo? Lui sente caldo!

Lui è inguardabile nelle sue scelte, il suo pantaloncino corto ricordo di una epoca coloniale che in città mai ci fu, il suo sandaletto, le sue mitiche canottiere e la “panza a mulune” tipica di chi della tavola ha goduto e dello sport lontanamente ha frequentato, in occasione delle partite di calcio sullo sterrato in epoca adolescenziale.

C’ha diri cosa?

Lui è così, ma se potesse si metterebbe la giacca anche abbondante e la cravatta e magari pure un rolex cinese al polso, un occhiale da sole, ma sempre volgare e bardascio apparirebbe perché “rustica progenie, semper villana fuit”.

Ah, se non ci fossero questi latini come faremmo a capire che l’individuo è stato così da millenni?

Che ci vuole a ripulirsi? Quando ti invitano ai matrimoni, anche ad agosto, la giacca e la cravatta te la devi mettere se no si offendono e quindi non può essere più il dress-code a fare la differenza, forse un po’ la postura, ma credetemi, anche quella oggi è sdoganata.

Leggi il resto dell’ articolo »

Sempre lo stesso spogliatoio

Carissimi

Oggi parleremo dello spogliatoio nello sport e forse non solo.

Cosa c’è di più sacro che lo spogliatoio nella immediata attesa di scendere in campo per un evento o ancor più, alla fine dello stesso, quando stanchi ci si ritrova sulle panche a fare le prime considerazioni su quanto appena successo? Lì si festeggiano le vittorie o ci si lecca le ferite dopo le sconfitte, si fanno le future strategie.

Ogni allenatore lo sa, lo spogliatoio è sacrò qualunque sia il suo grado di manutenzione o di lusso, qualunque sia la sua temperatura dell’acqua delle docce, qualunque sia il livello di polvere o puzzo di muffa per l’umidità alle pareti. Malgrado tutto ciò sempre di un luogo unico dove si costruiscono i successi stiamo parlando, sia che trattasi del nostro abituale spogliatoio casalingo che dello spogliatoio che ci “ospita” nelle trasferte.

È lì che si fa squadra, è lì che ci si ripulisce dopo il sudore e i sacrifici in campo ed è li che soltanto i componenti della squadra e il proprio staff possono avere accesso.

Leggi il resto dell’ articolo »

“Quis custodiet panem et Inzaghi?”

Carissimi

Certo che questo Decimo Giunio Giovenale, al suo tempo, nell’antica Roma, doveva esser considerato come un rompi coglioni e un nemicu da cuntintizza.

Autore satirico e poeta, a lui sono attribuite una serie di frasi passate alla storia, una delle quali, pesa ancora come un macigno: “Quis custodiet ipsos custodes?”

A distanza di più di duemila anni continuiamo a chiedercelo: “Chi sorveglierà i sorveglianti”?

Ma quello che di Decimo ricordiamo maggiormente è quella meravigliosa espressione, “panem et circenses”.

La frase, che significa “pane e giochi circensi”, compare nella sua opera “Satire” e Giovenale la usò per descrivere come i governanti romani cercassero di mantenere il controllo sulla popolazione offrendo cibo e intrattenimento, piuttosto che affrontare le vere questioni politiche e sociali.

Vi ricorda qualcosa?

Quante volte accusiamo i nostri governanti di distrarci con spettacoli e beni materiali, introducendo finanche i santi e gli eroi, invece di promuovere una vera partecipazione politica e risolvere i problemi reali.

Leggi il resto dell’ articolo »

Era solo frutto del Photoshop

Carissimi

Siamo stanchi “ma non possiamo abbandonarci alle onde” meglio navigare per un po’ nel buio.

In un periodo in cui la ribalta sembra essere l’ambizione maggiore, il basso profilo finisce per essere un ottimo investimento poiché chi si ricorda di coloro che hanno fatto opinione nei periodi in cui le cose sono andate male?

La ribalta e l’ambizione di riciclarsi per essere sempre l’uomo per tutte le stagioni, contrastano, non c’è pessimismo in ciò che sto per dire ma soltanto lungimiranza e conoscenza della storia.

Non ho conosciuto cantori del potere che hanno continuato a passarsela bene avvicendatisi gli uomini e le situazioni (senza necessariamente passare per rivoluzioni), di contro non ho trovato geni sostenibili che non sono passati attraverso gli stenti e la sofferenza d’animo.

Non ho mai visto uomini di grande contenuto mettere a disposizione questa grande dote del potere regnante, magari ho incontrato bastian contrari, dissidenti in esilio, “Pasquini” e quanto altro nell’anonimato, ma mai cantori se non poveri zerbini o magari coloro che vista la cassetta delle offerte a portata di mano non hanno esitato un attimo a fare il colpaccio.

Cosa resterà quindi di questi “anni venti”?

Leggi il resto dell’ articolo »

Ne siete certi che “Lui” lo voglia?

Carissimi

Quale Dio lo ha voluto?

In quale religione era scritto che l’uomo dovesse sopprimere il suo prossimo pur di far valere il proprio credo?

In quale previsione razionale nel XXI secolo si sarebbe dovuto ritornare alle guerre di campanile, esaltando in un contesto vocatosi da tempo alla globalizzazione, una miriade di realtà che valorizzino le differenze e non i minimi comuni multipli?

Come fa l’essere umano nel duemila ancora a non comprendere il valore della vita umana?

Come si può ancora oggi mettere il denaro e il profitto davanti alla stessa vita?

Sono tante domande, da qualche tempo sono le solite domande che purtroppo non vogliono avere risposte poiché queste evidenzierebbero lo scarso livello intellettivo verso cui il genere umano ormai si sta dirigendo.

Abbiamo lasciato alle spalle un secolo nel quale, malgrado le devastanti ferite di due guerre mondiali, l’uomo ha cercato di accrescere il proprio sapere, ha voluto il suffragio universale, ha effettuato le grandi invenzioni e scoperte, ha organizzato una istruzione che almeno fino agli anni sessanta si è basata su un rigore didattico e buoni maestri.

Leggi il resto dell’ articolo »

“Dunque, dove eravamo rimasti?”

Carissimi

“Dunque, dove eravamo rimasti?”

Una frase molto pesante detta con un sorriso è un’espressione di una persona che aveva sofferto quella che doveva essere la più grossa delle ingiustizie frutto dello spergiuro, la calunnia, la falsa accusa l’ingiusta condanna e la immeritata detenzione.

Quando l’opinione pubblica riesce a farsi manipolare dagli spergiuri, a quel punto non c’è più giustizia e la persona innocente da quel momento è costretta a vivere con l’unico intento di doversi scagionare da false accuse mentre chi costruisce le stesse ad arte magari riesce a costruire per sé una ribalta e avere vantaggi dall’aver rovinato un individuo e il suo contesto familiare.

Lo dico spesso nelle riunioni, dopo averne sentite da tutte le campane: “Palla al centro……. Dunque, dove eravamo rimasti?”

Il lungo viaggio o la lunga pausa, a volte fanno in modo che perdiamo quasi di memoria il punto del nostro precedente arrivo da cui ripartire e quindi abbiamo necessità di doverci chiedere “dove eravamo rimasti”.

Non tutti dopo una lunga “fermata”, una grande “assenza” o un viaggio complicato che ci ha portati lontano hanno la voglia, ancor prima di trovare la forza, di riprendere il cammino e chiedersi: “dunque, dove eravamo rimasti?”

Bisogna avere grande fede nel nostro progetto di vita per volerlo continuare, riprendendo dal punto della sua interruzione credendo che lo si possa fare come se nulla prima fosse successo, ma purtroppo non è così, poiché l’individuo non è un apparato elettronico al quale puoi sostituire una scheda e andare avanti, purtroppo è un organismo complicato che tiene memoria di tutti i danni subiti e delle sue riparazioni e per quanto la riparazione possa esser stata perfetta, presenterà il conto al momento giusto.

Accade ciò per le vicende giornaliere della nostra vita, a volte piccole, in apparenza insignificanti ma essendo l’individuo predisposto alla “offesa strenua” per la tutela della propria posizione, una volta cimentatosi nello spergiuro, come lo fa per le piccole cose, alla stessa stregua lo fa per le grandi cose senza preoccuparsi cinicamente delle conseguenze per il prossimo.

Accadde così che un “Uomo Perbene” una sera tornato in TV, dopo una terribile vicenda giudiziaria che lo aveva visto imprigionare grazie ad una testimonianza di persone senza onore e giudizi di giudici indegni della loro toga, davanti ad un pubblico plaudente in piedi pronuncio:

Dunque, dove eravamo rimasti? Potrei dire moltissime cose e ne dirò poche, una me la consentirete………….ed ora cominciamo come facevamo esattamente una volta.” (20.02.1987)

Conosciamo tutto della vita degli altri, sol perché prendiamo lo stesso ascensore, addirittura facciamo colazione insieme, o condividiamo un posto di lavoro seduti in due scrivanie difronte per qualche tempo.

Eppure, a volte è “Mago Zurli” un personaggio strano in pagliaccetto a rimanerci Amico e crederci contro “qualunque palese evidenza” (seppur falsa), mentre tutto “il palazzo”, “l’azienda” e gli “amici di sempre” ci abbandonano prendendo le distanze allineandosi al giudizio collettivo fatto attraverso la delazione e l’invidia altrui o soltanto per aver letto storie sui giornali o visto programmi in TV.

Malgrado il ritorno e la risoluzione di questa nefanda vicenda giudiziaria, fu il destino a non dare alla “persona Perbene” la definitiva assoluzione, poiché ammalatosi di una grave malattia, venne a mancare circa un anno dopo (18.05.1988).

Restano di Lui, oltre alle battaglie portate avanti grazie alla sua candidatura al parlamento europeo nelle liste del partito radicale, una “colonna infame” spezzata che contiene le sue ceneri insieme a una copia del libro di Alessandro Manzoni “Storia della colonna infame”, uno dei primi casi documentati di giustizia sbagliata in Italia nell’edizione con prefazione di Leonardo Sciascia “che non sia un’illusione”.

Non sempre, non tutti hanno la possibilità di ricostruirsi una ribalta e poter dire: “Dunque, dove eravamo rimasti?”

Resto disorientato davanti ad episodi di giustizia seppur portati avanti sulla traccia di leggi in vigore che permettono a pluriomicidi di godere di benefici di legge tali da portarli allo sconto di pena e alla libertà.

La giustizia umana è umana come chi la mette in pratica, l’errore, la calunnia, l’invidia sono negatività umane ma sono armi letali, a volte mortali, poiché da tali ferite non si guarisce.

Un abbraccio, Epruno.

 

Leggi il resto dell’ articolo »