Archivio per la categoria: Epruno – Il meglio della vita (ilsicilia.it)

Quando Arriverà Baffone con chi Starà?

(372) Carissimi

Ha da venì baffone” si diceva una volta, ma adesso anche se venisse da quale parte sarebbe?

Chi rappresenterebbe baffone e soprattutto chi si identificherebbe in baffone?

Sappiamo bene che la storia e la politica non sempre condividono i loro giudizi sulle epoche e sui fatti e io penso di avere una maggiore predilezione per la storia e la “memoria” di certo più oggettive.

In qualche anno di attento ascolto e osservazione ho anche visto cambiare regole e schieramenti nella politica, basti pensare alla vera rivoluzione degli ultimi anni, l’eliminazione delle candidature a vantaggio delle nomine.

Se un eletto risponde a chi lo nomina e non al consenso popolare, sarà e farà riferimento certamente a chi lo ha nominato o qualcun altro che lo potrà rinominare, ma non di certo al popolo e al suo consenso. Un eletto può esser creato in provetta, un candidato di contro deve avere “le ruote” come mi diceva sempre un mio caro amico “ca sinni sienti” per essere elettoralmente spinto fino al successo.

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Con lo Sguardo Falle Capire che hai Capito

(669) Carissimi

Siamo ormai puntualmente colpiti da notizie di efferate violenze sulle donne, proprio oggi che i nostri costumi occidentali hanno messo (almeno sulla carta) la donna e l’uomo sullo stesso piano.

L’incontro tra i sessi oggi avviene in modo diverso e di certo più avvantaggiato di quanto accadeva per la mia generazione fatta di grembiulini e fiocchi per andare a scuola, classi solamente maschili o femminili (fino all’arrivo al liceo), di genitori rigorosi.

Spesso era la chiesa e la messa della domenica l’occasione per vedere, non dico ancora incontrare, la bambina e crescendo, la ragazzina che attirava i nostri gusti e tutto avveniva con la ingenuità propria dell’età e l’educazione familiare, oltre la tanta pazienza che ci voleva per le attese tra un incontro per un solo “ciao”, da una settimana all’altra.

Ne erano passati di secoli dal “con lo sguardo falle capire che hai capito” ma continuava ad essere così fino a qualche anno fa’.

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Tanti Professori, Pochi Maestri

(525) Carissimi

Accade a chi ha avuto dei maestri, ma non ha mai avuto dei padrini, di incontrare persone che ti lasciano degli insegnamenti, anche involontariamente che ti porti per tutta la vita.

Sono dei gesti, degli episodi dei quali ti appropri e ti ritrovi nei momenti opportuni senza che te ne renda conto, convinto che questi facciano parte di un tuo patrimonio genetico e poi ti ricordi di averli vissuti attraverso la vita di qualcun altro.

I maestri sono veramente un dono prezioso, ma purtroppo andando avanti scopri che di questi al massimo nei potrai contare nella tua vita meno delle dita di una mano, mentre tutti gli altri, che in apparenza ti ricordano dei fondamentali insegnamenti, appartengono alla schiera seppur dignitosissima dei professori, coloro che seguono un programma per ciò che dovranno insegnarti, un canovaccio pieno di cose che dovrai sapere, che dovrai ricordare.

Il maestro è maestro di insegnamenti attraverso la sua stessa vita.

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Ma si può Continuare Così?

(1011) Carissimi

Le accelerazioni sono dannose ad una certa età, andrebbero bene ai giovani allenati, un po’ meno agli attempati che si riscoprono corridori a sessant’anni, per niente alle persone “normali”, quelle per intenderci con un po’ di pancetta che muoiono in genere dopo i salutisti, campando più a lungo, avendo preso le pilloline salvavita. Ci sarà un motivo?

Ma se ogni mattina, grazie anche al vantaggio del fuso orario, questo Muppet biondo e immobiliarista non si inventasse qualcosa di nuovo, la nostra politica potrebbe tranquillamente garantirsi senza stress lo stipendio occupandosi solo di manifesti e degli attacchini, e invece, ci si deve occupare, come Miss Italia, della pace nel mondo e ciò credetemi, accelera i battiti del nostro cuore.

Prima non esisteva internet, non esistevano i canali tematici, i telegiornali erano due al giorno in un canale solo e c’era il tempo per metabolizzare le notizie, oggi oltre al proliferare dei mezzi per comunicare (e il più delle volte) senza alcun filtro e censura, ognuno può sparare la sua minchiata e può farla arrivare nelle case di tutti per fare danno, mettendo terrore per mezza giornata prima di esser smentito dai fatti o da ripensamenti.

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La Gestione dei Bimbi e la Sindrome di Erode

(808) Carissimi

Ci siamo spesso soffermati sui difetti dei palermitani consapevoli che non sarebbe bastato un editoriale ma bensì una enciclopedia dello spessore della Treccani e personalmente con ancora qualche dubbio.

Vi ho parlato del rifiuto dall’uomo palamito all’idea di incolonnarsi, fare la fila e aspettare il proprio turno, anche quando sono presenti disposti elettronici in sala per questo, bigliettini vari, liste dettate ad personam, qualunque sia il sistema il palermitano deve vedere come procedono le operazioni e senza alcun rispetto della privacy deve mettere in atto quell’altro vizio di cui abbiamo già parlato che si chiama promiscuità, “t’avi a stari ncapu o nella migliore delle ipotesi accanto” ricostituendo quella naturale fila a ventaglio, propria di queste parti con la speranza di potere scavalcare qualcuno nella confusione.

Uno specifico esempio di fila alterata e personalizzata e la fila davanti ai banconi alimentari, rosticcerie, bar, in questo caso anche se a pagare è una sola persona, a fare la fila è un solo individuo davanti il bancone c’avi a stari tutta a famigghia, compreso, picciriddri, nonni e a signora du latu, non si sa mai, impedendo a chiunque da dietro di potersi fare una idea prima che arrivi il suo turno su cosa scegliere oltre ad attendere più del solito poiché ad ogni ordinativo del delegato parlante con lo scontrino del turno in mano, si apre un dibattito sulle scelte che porta a testare i nervi di chi sta dall’altro lato del bancone che sarà costretto a cambiare più volte il contenuto del vassoio.

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Non fu la Lingua a Fermare un Sogno

(823) Carissimi

Ricordatevi, nella vita non fa la differenza la meta del viaggio che scegliamo di fare, ma diventa importante la compagnia che ci portiamo dietro o la gente che incontriamo.

Un viaggio insignificante in partenza può rimanere alla fine indelebile nella memoria per gli episodi divertenti che ad esso si legano, o alle circostanze e personaggi che difficilmente finiscono per essere dimenticati.

Da adolescente avevo una gran voglia di fare viaggi all’estero ma di contro avevo la paura di perdermi occasioni per la mia scarsa conoscenza scolastica della lingua straniera.

Fu proprio grazie a uno di quei viaggi di cui sopra e alla conoscenza del Cavaliere Speciale (speciale di cognome) che riuscii a rimuovere quel blocco.

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“Vestirisi comu i Cristiani”

(909) Carissimi

il più delle volte la satira prende spunti da episodi seri che assimilati alla vita quotidiana di ognuno di noi evidenziano possibili scenari.

La Von der Leyen, anche detta “Ursula” è madre di sette figli, ma a discapito di quella sua figura algida teutonica, non appena vede “lui” Volodymyr Oleksandrovyč, ci acchiana a “giugiulena”, sarà una questione di chimica come direbbero i giornali d’incontri per single, ma di fatto appena vede questo “bruno caucasico ucraino”, si scioglie tutta, sarà il maglione militare che porta sempre, sarà quel suo passato da attore, ma c’è poco da fare, lei a “Zel” non lo vuole toccato.

Ora come si può “riappattare” la settanta, dopo aver visto in TV, davanti a tutto il mondo il suo “cucciolo” maltrattato in quell’agguato mediatico “dall’immobiliarista dal ciuffo biondo” e dal suo scudiero vice e addirittura dopo che è stata criticata la scelta di vestire “l’adorato maglione”?

Già che Trump appena arrivato neanche ci parla con Ursula, ma lei se ne è fatta una ragione, abituata come è con gli uomini forti ad esser maltratta, ricorderete quando Erdogan la lasciò in piedi, ma questo affronto a “Zel”, non sarà facile da digerire.

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Don Totò era un Filosofo

(880) Carissimi

Eccoci qua, non sappiamo in quale modo scegliere di distrarci e tutto ciò che ascoltiamo invece di mettere certezza, finisce giorno per giorno per alimentare l’incertezza.

Abbiamo parlato spesso di narrazione e di contro parlato anche di verità finendo per prendere in considerazione l’ipotesi della molteplicità delle verità, specialmente di quelle raccontate e avendo perso il conforto dell’oggettività dei fatti, non c’è rimasto che affidarci alla soggettività delle interpretazioni.

Tanti anni fa ho conosciuto un filosofo, uno di quelli veri e sebbene lui facesse il carpentiere come mestiere e fosse scolarizzato fino alla quinta elementare, nei suoi momenti liberi mi regalava perle di saggezza popolare che difficilmente avrei trovato sui libri del liceo, ma la profondità dei concetti regalatimi e che ancora oggi prendo a riferimento, mi sono serviti per conoscere meglio l’uomo e quello che dal prossimo mi sarei potuto aspettare.

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A chi Piace la Mortadella di Mattina?

(1204) Carissimi

Oggi di che parliamo?

“All’ordine del giorno l’argomento: a chi piace la mortadella. È iscritto a parlare l’onorevole Burbazza del movimento per la felicità interrotta nel momento migliore, mi raccomando onorevole, sia breve, non più di tre minuti.”

E così Burbazza parlerà e dirà: “a me piace la mortadella, specialmente quando la mattina mi procuro una bella scaletta da farcire, calda, calda, appena sfornata, e posso dire che il mangiare il panino con la mortadella per me rappresenta una sostanziosa e soddisfacente colazione.

A quel punto ci sarà di sicuro l’opposizione che interverrà dicendo che la mortadella fa male, che è immorale affettare un maiale per ricavarne la mortadella, mentre sarebbe più salutare farsi una bella tazza di latte con i biscotti e tra interventi e repliche, secondo la prassi del dibattito politico parlamentare italiano, dove ogni giorno si trova un argomento che possa permettere la continua dialettica con l’opposizione, si lascia trascorre il tempo concentrandosi per un paio di settimane su ciò per poi magari riuscire a dire: “sì la mortadella è buona però di prima mattina……eviterei.”

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Fatti Prestare un Cane

(1137) Carissimi

Come ogni settimana, giunto al venerdì, già fin dalla mattina come sapete, mi lascio andare all’esternazione “Grazie a Dio è venerdì”, parafrasando il titolo di un famoso film di qualche anno fa, ma in maniera palese auspicando quello che dovrebbe rappresentare per noi il fine settimana nel quale concentrare tutti quei desideri e tutte quelle cose che durante la settimana non è stato possibile fare per il rispetto dei nostri impegni di lavoro, per la programmazione della nostra settimane e diciamolo crescendo anche per un po’ di stanchezza.

Allora ecco che arriva il venerdì che spesso fa da antifona a un sabato e una domenica, personalmente relegato a casa, seduto non necessariamente in pantofole, ma davanti a questo monitor di computer che oltre a caratterizzare tutta la settimana, finisce per caratterizzare anche il mio fine settimana come se non ci fosse un’interruzione ma una soluzione di continuità, anche chiamandolo in maniera diversa, ma nella sostanza continuando a lavorare.

I popoli nordici, avendo dato l’anima durante la settimana, lavorando molto spesso nelle fabbriche o in attività che realmente ti prendono tempo e salute e non in attività da “passaggio di cartellino all’orario prestabilito e per mezza giornata”, giunti alla fine del pomeriggio del venerdì, staccano completamente la spina e per pronto accomodo, passano la serata al pub, in birreria, a seconda della latitudine, a fare una bella bevuta tonificante e rilassante, dopodiché, l’indomani mattina si mettono nella macchina, rigorosamente una station wagon o un SUV che in quei contesti hanno motivo di esistere e si mettono in viaggio ordinatamente incolonnati verso le località vicine o le seconde case, nell’intento di ricaricare le batterie.

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