Archivio per la categoria: Epruno – CULT (Rubrica su CULT Magazine)

Epruno CULT – Aprile 2009

04_09 Aprile 2009 Carissimi …. Viviamo tempi curiosi, viviamo situazioni paradossali, viviamo in mezzo a tanta confusione, ma come dicevano padre e figlio, ubriachi, nella Taverna di Via Dossuna …. “Viviemo, Viviemo”!!!!!!……… Ed è così che preso dalla voglia di distrarmi dal quotidiano, concedendomi una mezz’ora di rilassamento vado dal mio ormai a voi noto barbiere Salvatore, spegnendo ovviamente i telefonini, ed avventurandomi a piedi per non soffrire lo stress del cercare parcheggio. La città a piedi mi sembra un’altra, una vitalità, un’insieme di colori e di suoni che voltato l’angolo, si trasformano in veri e propri rumori. A ridosso della saracinesca dell’amico barbiere, in mezzo al marciapiede, scorgo una betoniera ed una quantità innumerevole di mattoni forati e come se non bastasse un gruppetto di persone impegnate a discutere animatamente, tra le quali riconosco il barista, il portiere e il garagista, tutti vicini di attività di Salvatore.  Al mio giungere cala il silenzio ed ecco che il sig. Giuseppe (il barista) voltandosi verso di me dice: “Ah … ecco che arriva il dottore chiediamolo a Lui? Scusi dottore giusto ci pare?” Io preso dalla botta rispondo: “Scusate ma di cosa?” E Don Michele (il portiere): “Del fatto che Salvatore vuole allargarsi il locale, prendendosi parte del marciapiede?” Non riesco a non trattenermi dal ridere vedendo sopraggiunge Salvatore con la bustina da muratore, fatta col giornale in testa, ed allora gli domando: “Salvatore, cosa sta facendo?” E lui serafico: “Dottore, non lo ha sentito in televisione il Cavaliere? Io sto ampliandomi del 30% la mia bottega!” Ed io di contro: “Salvatore, ma sul marciapiede?” E lui tranquillo: “Dottore, non sul marciapiede, ma sotto il balcone! Mi scusi, se Lei ha un balcone, può chiuderselo a veranda con il balcone di sopra? Io ho la mia bottega al piano terra? Ho un balcone sopra? Chi mi impedisce di chiudere il volume di sotto?” Ogni testa è tribunale. Io di contro capisco che non è giornata per tagliarsi i capelli, e mi allontano, pazienza! Ma se Salvatore, persona di cultura media che legge i giornali, si comporta così, chi sa cosa potranno combinare coloro che senza scrupoli non si cureranno proprio di leggere i giornali? …. Un abbraccio, Epruno.

Epruno CULT – Marzo 2009

03_09 marzo2009001 Carissimi …. La fila! Che brutta parolaccia. E’ già difficile trovarla nel vocabolario italiano, ma diventa impossibile o addirittura inesistente nel “vocabolario siciliano”. Ci beiamo e ci meravigliamo della compostezza delle persone nei filmati riguardanti le fermate dell’autobus, meglio detto “Bus”, in Inghilterra, ci mettiamo le mani nei capelli al sol pensiero di prendere il “Navettone” nell’ora di punta, osservando scene degne dei film di Fantozzi. Ed è così che le “Longobarde” abitudini in uno spirito di colonizzazione culturale, sono giunte fino a noi attraverso gli uffici e le aziende che operano sul nostro territorio locale. Non so immaginare lo sguardo del primo siculo che si trovò di davanti il primo “tornello” accompagnato da una macchinetta “obliteratrice”, il quale secondo me, preso dal panico, avrà pensato ad un notturno attacco degli extra terrestri e ad una conseguente colonizzazione marziana. Eppure, seppur di carnagione non verde, un omino di strane fattezze sta convincendo l’opinione pubblica che questi siano deterrenti per i “fannulloni”, categoria umana sulla quale torneremo quanto prima! Da questi aggeggi, il passo ad altri strumenti limitativi della fantasia sicula è stato un continuo crescendo, ed è così che senza colpo ferire sono stati introdotti i nastri con i piedistalli per orientare il percorso verso gli sportelli, e la striscia gialla per la privacy sul pavimento, che levava definitivamente la soddisfazione di sentire le storie altrui, evitando la contemporanea ressa davanti l’operatore. Quello che comunque rappresenta il capolavoro, è il pannello con i numeri del turno ed il distributore di biglietti, a seconda dell’operazione da fare. Ciò che in qualunque posto del mondo avrebbe garantito ordine ed una comoda attesa, da noi viene interpretata e riscritta in modo siculo, come chiederete voi? Ovvio mediante la ressa in attesa davanti il pannello luminoso…. Un abbraccio, Epruno.

Epruno CULT – Gennaio 2009

clip_image002Carissimi …. Quanti di voi ha l’insofferenza verso il rito degli auguri? Fino a pochi anni fa, si compravano dei cartoncini rossi con scritto “Auguri di Buon Natale e Buon Anno”, vi si apponeva un francobollo e si spedivano al destinatario che provava un certo piacere a riceverli. Oggi epoca degli SMS, il vs. telefonino viene intasato da messaggi alla fine “firmati” con il nome del mittente, a volte, grande fantasia, accompagnato dal nome della moglie e dei figli, ma quel che peggio accompagnati da lunghi discorsi cultural-filosofici, scaricati da chi sa quale “sito web” a pagamento, che poco rispecchiano l’animo e la personalità di chi ve li ha mandati!!!! Ma la cosa che più ci infastidisce è la serialità, uno stesso messaggio mandato a cento destinatari, della serie “lo devo fare, risparmio tempo.” Che dire della posta elettronica, dove i più arditi copiano una foto od un disegno di tipo natalizio e con la solita firma della “sagrata famiglia” e la spediscono a mille utenti. Ma novità dei giorni d’oggi Facebook, ha inventato il modo di “taggare” (mettere il rimando di un nome ad una foto), per raggiungere serialmente più utenti. Infine novità delle novità, gli auguri politici. Questi sono un capolavoro di sincero sentimento. Si viene convocati con il passaparola dei portaborse o con i messaggini presso una grande sala e prima di “sbafare” pizzette e brindare, il politico di turno dice due parole e poi si sottopone ad una valanga di baci, mentre alle porte c’è chi controlla i numeri e soprattutto riconosce le facce. Ci sarebbe pure chi organizza veri e propri spettacoli, ma questa è un’altra storia …. Un abbraccio, Epruno.

Epruno CULT – Dicembre 2008

(Mai Pubblicato)

Carissimi ….. continuiamo con la seconda parte della trilogia dedicata, al “palamito d.o.c.” e lo “Stadio”. Eravamo arrivati alla “rastrelliera” (i tornelli), supponiamo che abbiate chiara la parte dello stadio nella quale intendiate sedervi, dovete ancora stabilire quale è l’ingresso, segnalato da grandi cartelli gialli appesi alla ringhiera, quale è il settore, quale è la fila ed il posto. Tutto è riportato in quel mostruoso rettangolino di 11×6,5 cm (la parte di biglietto che resta a voi). Questo mese, esamineremo il caso della partita vista dalla Tribuna Coperta. La fila che dovremo superare è ben poca cosa rispetto ad altre parti dello stadio; ma con l’aiuto dell’omino con la casacca gialla catarifrangente riusciamo, obliterando il biglietto, a superare la “Vedova di Norimberga” ed ecco che subito dopo ci troviamo davanti due poliziotti e ci deve andar bene che non tengano al guinzaglio un pastore tedesco. Finalmente siamo li, superati uno dei tanti ingressi, controlliamo il settore ed ecco che davanti a noi si apre una vista spettacolare, un rettangolo verde, un intero stadio pieno di gente vestita di tutti i colori, ed un predominare di colori rosa-nero, ed un altoparlante che gracchia frasi in modo assordante. Il tempo di arrivare al primo ballatoio, vediamo un altro omino con una casacca gialla catarifrangente con scritto “steward” affacciato sul campo e gli chiediamo “mi scusi settore A8?” Lui senza scomporsi ne voltarsi dal guardare ciò che succede in campo indica con un gesto “ccaa” ed allora in modo ancor più gentile ritorniamo a chiedere “la fila 17?” Lui ancora di più infastidito, risponde “picchì, un li sapi leggiri i nummera nne scaluna?” Di rimando noi “molto Glamour, grazie, la segnalerò al customer satisfaction” ed è a questo punto che l’omino da piegato si mette in piedi in tutta la sua imponenza, con aria minacciosa e capiamo che non è aria, e con la “lingua a fasciacollo” affrontiamo una salita di pendenza pari a quella di una “pista nera”. Finalmente arriviamo alla mitica fila 17 e chiediamo al gentile spettatore seduto al primo seggiolino “scusi è questa la fila 17?” E lui senza guardarci in faccia sibila “seh” e noi “il posto 23?” Lui “l’avi a talari sutta u seggiolino” e noi con uno sguardo veloce, capiamo che trovasi in mezzo alla fila, già parzialmente piena ed a questo punto chiediamo “permesso, posso??”. E così che il signore in testa alla fila si alza lasciando un passaggio così stretto ed angusto, e noi ci incamminiamo ma senza accorgercene incontriamo lo sguardo paonazzo con gli occhi di fuori dello spettatore, che ci sta facendo passare, prima che questo esclami “botta di sale a lei, matri mia, u piedi mi rumpiu, e quantu pisa” e noi imbarazzati “mi scusi, ma è stretto, non l’ho fatto a posta” e nel districarvi, con i nostri glutei, andiamo a dare una botta alla testa dello spettatore della fila di sotto, il quale grida “e camurria, ancora assai avi a durari?” In un modo o in un altro, arriviamo al nostro posto, libero ma in mezzo a due signori stacciuti e questa volta ci sediamo stando accorti a non pestare i piedi a nessuno e ci rannicchiamo nelle spalle per entrare nel seggiolino, e mentre i nostri vicini trasbordano su di noi pensiamo, “ancora ci sono 90 minuti più l’intervallo ed il recupero, ma quando finisce questa partita??” Sedutoci, percepiamo una sgradevole quantità di odori, dal sudore del grasso signore di sinistra, ad uno ancor più inconfondibile e ci voltiamo di scatto incontrando un sorriso e lo sguardo di una persona che esclama “Dottore, lo dicevo che era Lei? Ma ha da molto tempo che non si fa vedere! Abbiamo avuto pesce speciale di questi tempi! Le posso presentare la mia famiglia? Noi siamo da sempre abbonati in tribuna perché la partita si deve vedere in tribuna!” E noi sorridiamo e cortesemente, stringiamo le mani a tutta la famiglia, riprendendo posto e nell’attesa iniziamo a guardarci intorno, per vedere il campionario di umanità. Vediamo il tipo che la domenica va allo stadio giacca e cravatta, il professionista yuppie con il giaccone sociale ed il cappellino del Palermo, la donna vestita provocante da raccordo anulare per l’occasione, vediamo alla nostra la tribuna “Vips”, la zona riservata alla tribuna stampa e poi vediamo “le riserve indiane” quei posti irragiungibili in vetta alla tribuna, dove nevica pure ad agosto o dietro la sbarra in prima fila sul ballatoio e la si possono riconoscere tutti gli “scrocconi in purgatorio”, cioè i biglietti dati omaggio per dovere dalla società alle varie commissioni di vigilanza, vari enti di controllo e federazioni….ed è lì che ci viene il primo sorriso e ci rilassiamo …..il posto è strettino, ma abbiamo pagato ed è il nostro posto, il migliore che esista …. E forza Palermo ……. Il resto lo vedremo alla prossima puntata ……Un Abbraccio…..il Vs. Epruno.

Epruno CULT – Novembre 2008

11_08 Novembre 2008 Carissimi ….. Questo mese inizieremo una trilogia dedicata, al “palamito d.o.c.” ed ad una delle sue più grandi passioni, lo “Stadio”. Tranquillizzo il “farmacista tifoso” della pagina accanto, in quanto il mio sconfinare sull’argomento “Palermo” è dovuto solamente ad una analisi di costume, in quanto io non so neanche come è fatto un pallone! La partita, la domenica, coinvolge le abitudini dell’intera famiglia, mamme e nonne incluse, ed impone ritmi frenetici, per noi meridionali isolani, che ci portano a sederci a tavola, alle ore 12.00, ingenerando da li una continua corsa. Questo mese ci occuperemo della domenica allo stadio, vista dal di fuori. La collocazione del nostro ben amato “Renzo Barbera”, ma per molti ancora “La Favorita”, fa si che con l’espandersi della città in direzione “Colli”, questo gioiello di architettura più volte rifatto, si trova in un punto centrale della nostra città e quando la domenica, per ordinanza, vengono chiuse tutte le strade limitrofe e di accesso alla struttura sportiva, le “bestemmie” di tutti coloro che non hanno alcun interesse al gioco del calcio e che per qualche motivo rimangono intrappolati nel traffico, prima o dopo la partita, bastano ad accendere gratuitamente i lampioni ed a rendere vano ogni buon proposito fatto durante la messa domenicale. Ciò che risulta veramente incredibile, è il percorso di guerra da superare che partendo dal “carciofone” di Piazza De Gasperi, porta al posto acquistato all’interno dello stadio. Un serpentone umano, allo sbando si avvicina verso il primo sbarramento, posto, forse non a caso, davanti al centro traumatologico, del quale nell’eventualità ci si può servire senza dover ricorrere all’autoambulanza! All’estremo sinistro di questa cancellata posizionata per l’occasione, c’è una baracca metallica dove avvengono gli accrediti e come potrete immaginare, la disposizione prettamente anglosassone dell’utenza, fa si che questa fila, si compenetra con il flusso delle persone che debbono transitare attraverso i cancelli. Su questi ultimi, è aperto un varco che permette il passaggio di una persona alla volta, intralciato a sua volta da uno o due personaggi, con un giubbino giallo catarifrangente che neanche alla velocità di uno scanner ottico, dovrebbero controllare il nome scritto sul documento di identità che il transitante tiene nella mano destra con il nome dell’acquirente scritto piccolo nella parte bassa del biglietto. Quindi superata la mitica fila ad imbuto (detta anche fila all’italiana), ci si avvicina allo stadio, dove troveremo il gran bazar con tutto ciò che consegue, dai gadget in rigoroso colore rosanero, al “passativi u tiempu”, generalmente costituito dal mitico “scacciu”, di rado ormai si incontra il venditore di “pipittuna”. In tutto ciò, non deve piovere, perché in quelle circostanze c’è sempre il palermitano che ha l’ambizione di arrivare con la macchina fino al centro del campo, chi è meno preso di iniziativa arriva fino agli sbarramenti con gli ombrelli (che nel rispetto del decreto Pisanu, spesso vengono requisiti in quanto, possibili corpi contundenti), mentre quelli sprovveduti ricorrono al “Talè comu t’arripara, Talè!”. Questo mitico oggetto così reclamizzato, rappresenta un impermeabile tascabile di plastica, avvolto in un involucro tanto piccolo da sembrare un pacchetto di sigarette, ma che in un attimo, aperto può diventare un meraviglioso strumento per ripararsi in uno con una splendida sauna!!! La mancanza di traspirazione, l’acqua che cade dal cielo, e la sudata per la strada a piedi, rendono quella domenica, una esperienza indimenticabile. Tutto quanto sopra vi accompagna fino al mitico appuntamento del “ci vediamo alle 14.30 davanti la cabina di fronte lo stadio” dove mediamente troveremo circa trecento persone che hanno avuto la stessa idea, e ritrovatici ci incamminiamo, tra ulteriori transenne, verso la ringhiera dello stadio che da qualche tempo contiene al suo interno, una “rastrelliera” modello “Vedova di Norimberga”, alla quale chiunque si avvicina con un certo timore ……. Ma questo lo vedremo alla prossima puntata ……Un Abbraccio…..il Vs. Epruno.

Epruno CULT – Ottobre 2008

cult copertine 2008Ottobre

Carissimi …..

Dovunque siate stati, qualunque conquista abbiate fatto, comunque vi siate comportati nei confronti del trascorso e afoso mese di agosto, svegliatevi! È arrivato l’Autunno! Puoi anche esser distratto e non avere contezza della data segnata sul tuo calendario, ma ti basta una passeggiata “fuori porta” (quelle della Favorita), dopo una giornata di pioggia, per riscoprire il fascino del paesaggio “lagunare” di Mondello. E ti vengono in mente film famosi come “Mondello, la luna e tu” o delle belle passeggiate in gondola, lungo il tratto che va dalla “ex Sirenetta di Valdesi” al “Commissariato” sul Canal Grande detto anche della “Regina Margherita” o nei piccoli Canali quale quello delle “Rose” o quello degli “Iris”, in un percorso romantico e meraviglioso che ti porta dritto all’isolotto di “Capo Gallo” sormontato dal grande complesso alberghiero. Questo straordinario fenomeno meteorologico, accomuna Mondello con Mont Saint-Michel ed in fondo in fondo è dettato da analoghe spiegazioni, dovute all’azione della marea; infatti nel caso dello spettacolare paesino francese la marea è collegata all’azione lunare che nel primo pomeriggio porta a ricoprire le terre scoperte nella mattinata, con il sollevarsi del livello del mare. Nel caso invece della ridente località palermitana, la “marea di merda” a causa delle intense precipitazioni si somma con i liquami degli scarichi delle ville “allacciate alla rete” e fa “scoppiare” i tombini delle fogne! Quanto romanticismo, quanta particolarità, quanta “gioia” nei volti degli abitanti e dei fruitori della “ridente” località a pochi chilometri da Palermo. Ma come ben sapete, la gente di Sicilia è fiduciosa, la nostra gente è speranzosa che prima o poi, dopo tanti studi e tanti lavori, qualcuno, arrendendosi all’evidenza dei fatti, non potendo immaginare un “progetto Mosè” per Mondello, decida di commercializzare tale particolarità del centro balneare, organizzando … chi lo sa …. Una “Biennale di Mondello” o ancor meglio un “Festival Internazionale del Cinema di Mondello” oppure trasformare il premio “Mondello” nel “Campiello di Mondello”, valorizzando “mentre il medico studìa” lo splendore di questo borgo sospeso “sull’acqua”!!!!!!!!!!!  Così con l’ombrello aperto, per la prima volta nella stagione, ultimata “la spesa”, passo come da tradizione dall’edicola e malgrado l’orario, mezza mattinata, trovo il mio edicolante di fiducia, Enrico, bagnato come un pulcino, intento a sollevare la saracinesca dell’esercizio commerciale, e gli chiedo “Te la prendi comoda, la mattina?” E lui .. “Dottore, non mi faccia parlare, ho dovuto prendere il canotto per tornare da Mondello.” Ed io ..”Peggio per te che continui ancora ad andare in spiaggia. Rassegnati. E’ finita l’estate!!! Dai dammi il quotidiano e CULT?” Con i giornali sotto il braccio, continuo il mio giro e non appena giunto davanti la bottega di Salvatore, trovo anche qui la saracinesca chiusa, ma questa volta con un bigliettino vistato a lutto con su scritto “per mia moglie”. A quel punto mi si avvicina, il portiere dello stabile accanto al negozio del mio ormai noto barbiere, e mi sussurra “che disgrazia!” ed io “di nuovo?” E scuotendo la testa il custode continua …. “Peggio …. Dottore …. E’ ritornata la moglie, che Salvatore credeva ormai irrimediabilmente dispersa o morta in Africa!!!!! Ed adesso…c’è u’cinema a casa di Totò!!!!!” Quest’ultima affermazione viene però fatta sorridendo. Io a quel punto ridendo … “Allora non è un lutto!!!! E come l’hanno ritrovata???” Il portiere continua … “Una di quelle organizzazioni umanitarie!!!! Ma questa umanità Lei me la chiama? Du picciuottu s’avia misu u’ cori mpaci, e chiddi, ci vannu a trovanu a mugghieri???? Mah!!!” Amici che vi devo dire? Ne sapremo di più al prossimo appuntamento… Un Abbraccio…..il Vs. Epruno

(http://epruno.blogspot.com/).

Epruno CULT – Agosto-Settembre 2008

cult copertine 2008Agosto-Settembre Carissimi…….

Come mai, quando siamo pronti per andare in va­canza, quando abbiamo già prenotato biglietti aerei, alberghi, auto a nolo, succede sempre che "l’odioso di turno", vi piazza una scadenza nella vostra ultima setti­mana di lavoro? E quante volte vi sarete sentiti dire ….. "Ma tanto siete rintracciabili?"…. oppure….. "Portate con voi il telefonino?"….. E voi con un ghigno, fate cenno che non ci sarà bisogno di farvi rintracciare, perché tutto sarà pronto prima della vostra partenza! Ed è così che comincia la vostra corsa ad ostacoli, poiché i vostri interlocutori, sono già in ferie e tornano la prossima setti­mana, proprio quando voi partite, ma per fortuna, "Voi siete rintrac­ciabili se ci sono problemi?" Che cattiveria e che piccinerie! Molti vorrebbero risolvere i problemi di un anno di lavoro, nell’ultima set­timana, come se anche loro non avessero necessità di riposare. In quel momento vi riscoprite cinici, e pensate a tutti coloro "odiosi an­ticonformisti di maniera" che scel­gono di andare in vacanza o a luglio o a settembre, con le mitiche partenze intelligenti o con le offerte lastminute del genere vorrei ma non posso!!! E quanta nostalgia per i tempi in cui ad agosto riposavano tutti. Chiude­vano i negozi, le fabbriche e le ditte e tutti ci si prendeva un peri­odo di riposo nello stesso mo­mento ed a settembre ritornavamo tutti più sereni, pronti per portare avanti questa nostra nazione! Oggi, ti senti dire …. "Io vado in ferie a settembre, perché in agosto in ufficio non c’è niente da fare, e si sta bene! Poi a set­tembre ritornano tutti ed io vado in ferie alla faccia loro!!!" Tipico esempio di chi non vuole fare un ca… e non fa un ca… per due mesi!! Se lo sapesse Brunetta??? Ma siccome, esistono anche quelli che vanno in ferie a luglio, gli uffici lavorano a ritmi ridotti per tre mesi, da inizio luglio a fine set­tembre, a solo vantaggio di coloro che gestiscono gli alberghi!!! Sempre che questa gente, non sia gente da tenda e camping o da caravan e roulotte. Ma come si fa …… non so darmi pace ….. è come festeggiare Natale a no­vembre o a gennaio, per risparmi­are. Da che mondo e mondo è agosto il mese delle ferie, fin dal "sorpasso di Dino Risi", fin dalle "pinne, fucile e gli occhiali di Vianello", quelle città vuote e des­olate, quelle fiat 600 color grigio topo con il bagagliaio sul tetto costipato di copertoni per il mare, seggiole pieghevoli ed ombrellone e tutta la "sagrada famìglia" pres­sata all’interno degli scomodi am­bienti, senza optional ed aria condizionata, senza autoradio e senza sedili ergonomici. Che nos­talgia per quei tempi quando la prima gioia delle vacanze era quella di uscire dall’abitacolo e sgranchirsi all’arrivo alla meta dopo 200 Km. di statale!!! Il fer­marsi per strada a bere negli abbeveratoi o appartarsi dietro i cespugli per i propri bisogni fisio­logici. E che dire della "capanna-tenda" di stoffa montata sulla spiaggia libera ed a pochi metri da voi quei tavolini pieghevoli aperti ed apparecchiati con le mitiche teglie di "pasta col forno" o "sfor­mati di melanzane", e quelle mitiche Chantal chiamate a gran voce dalle matrone sul bagno as­ciuga, che non volevano uscire dall’acqua? … Che ne è stato di quel miracolo italiano? ….. E tra tanti pensieri come questi, vado dal mio edicolante di fiducia, En­rico, e gli chiedo "E’ uscito CULT?" E lui …. "Dottore, a proposito di CULT, c’è uno che ci assimiglia tanto questo mese sul giornale." Ed io li a far finta di niente, pago e vado a tagliarmi i capelli, per partire più ordinato. Non appena entrato nella bottega di Salvatore, ormai trasformata nell’arredo con una serie di sou­venir africani e suppellettili etniche alle pareti, questi vistomi con la rivista sotto il braccio, mi dice: "Dottore, pure lei legge CULT? Deve sapere che questa mattina sono venuti da me per farmi una intervista su quel mio viaggio in Kenia. Ma cu ci cunta sti cosi a sti cristiani?" Ed io muto assorto nella lettura. E lui di contro a chie­dermi: "Dottore, questa volta fac­ciamo un taglio etnico? Ci faccio fare le treccine da Mutombo?" Ed io "Si stassi quieto Salvatore! Devo cambiare barbiere?" E poi continuo "A proposito, dove va in vacanza questa volta e quando?" E lui, "questa volta ci vado qualche giorno a settembre, per­ché ormai ad agosto c’è la città piena! Ma con i viaggi organizzati esotici, non mi fottono più Dot­tore, io me ne torno al billino a Scopello!!!!" …BUONE VA­CANZE… .. Un Abbraccio…..il Vs. Epruno.

Epruno CULT – Luglio 2008

Carissimi

…..Che caldo! Ero sceso da casa normalmente, avevo svegliato come ogni volta il portiere assorto come un gatto sul bancone della portineria e dopo un giro in zona, mi ero diretto verso la barberia del “povero Salvatore”, come di consuetudine, per avere notizie, visto che ormai erano trascorsi più di sei mesi da quel maledetto viaggio di capodanno in Kenya. Giunto li davanti vedo uscire con una scopa in mano un imponente omone nero come la pece, ed istintivamente io esclamo “Oddio, Nunzio …. Che cosa le è successo!!!” …. E l’uomo di contro … “Io, no Nunzio, ..Io Mutombo!!!” Lo avevo scambiato per il mezzo braccio di Salvatore ed invece, costui era un “picciuttazzo” alto quasi due metri, di indubbia provenienza africana, il quale visto il mio stupore continua … “Io capire, uno momento ……” e rientrato, meraviglia delle meraviglie ritorna in compagnia di una persona a me familiare ma in quel momento irriconoscibile, abbronzatissimo, in costumi variopinti tribali, una collana di denti di animali al collo ed i capelli fatti con minuscole treccine che appena vistomi, mi si avventa contro festoso come per abbracciarmi. “Dottore, ma veramente non mi riconosce …… Salvatore sono ….. il suo barbiere!” E davanti al mio sguardo perplesso l’uomo continuò “Lui Mutombo, Dottore, Me frati …. Non si può capire ….. se sono qua e sono ancora vivo, io devo tutto a mio fratello Mutombo che mi ha salvato la vita ….. (iniziando a piangere) …..in tutto quel macello ….. la rivoluzione, le fiamme , la galera …… una tragedia Dottore!!!!!” E li iniziò a raccontare la sua rocambolesca avventura vissuta in questi mesi, dal momento nel quale aveva poggiato piede nel continente africano per fare il viaggio esotico in compagnia della moglie, al momento in cui trovatosi tra i tafferugli aveva perso di vista la sua signora, al momento del provvidenziale incontro con Mutombo. A quel punto Salvatore mi invitò a prendere visione delle novità apportate nella barberia e fu tanto il mio stupore nello scoprire un posto completamente trasformato, pieno di oggettistica portata con se dall’africa ed al centro di tanta roba, un altarino con una foto illuminata da lumini. Salvatore accortosi che stavo fissando la foto, commosso mi disse: “Dottore, …. La buonanima!!” ed io ….. “E Salvatore ….. lo ricordo appena, ma che brava persona che era vostro padre!!!” .. e Salvatore preso di soprassalto mi rispose “Dottore! Ma quale mio padre? Questa è la buonanima della mia signora!!!” Credetemi, avevo la faccia sotto lo zerbino per la cattiva figura, ma non ci potevo fare nulla, e dovetti forzarmi per non scoppiargli a ridere in faccia, non avevo mai visto una donna così brutta, ma brutta, neanche in foto, definirla un transessuale brutto, non basterebbe a farsi un’idea e costituirebbe una offesa per queste persone, ma trovai la forza per dirgli “Salvatore, il Signore da … ed il Signore toglie!!!” e lui “Dottore, fino ad ora, non si hanno notizie, ma nel mio cuore, non c’è più speranza. Meno male che la disgrazia mi ha dato Mutombo”. Nel frattempo, Nunzio il garzone di bottega che spolverava con aria stizzita e mandava occhiate verso il nuovo fratello nero del principale, approfittando del momentaneo allontanamento di Salvatore, si avvicino a me sussurrandomi all’orecchio “lo vede Dottore, questi turchi vengono qui in Italia, a fregarsi il lavoro della povera gente!! Ed è solo l’inizio”. Poco dopo il principale ritornato nella stanza con una fotografia in mano che mostrava una foto di gruppo in un villaggio mi disse “lo vede Dottore….. questo è il villaggio di Mutombo, dove sono stato curato e rispettato come uno di loro …. E la vede questa è la sua famiglia.” Poi, dopo una pausa, avvicinatosi al mio orecchio e con tono confidenziale ed a voce bassa mi disse “Dottore, le devo confessare un segreto! I negri o i turchi come li chiamiamo da queste parti, è gente come noi!!!!!” ………… Ed io … “Bentornato Salvatore. Mi mancava la tua saggezza!!!!” …. Un Abbraccio…..il Vs. Epruno.

Don Michele il Portiere………..!!!!

Non capisco perchè i portieri sono chiamati spesso "Don"!!! Chi decideva di intraprendere questa attività usurante, veniva spesso dai paesi dell’entroterra, spesso anche dopo una esperienza indimenticabile di la voro fatta da emigrante,…..per rappresentare una furba, contadina presenza "discreta" o pagata per dormire o in alcuni casi sporadici, per mettere insieme un business in "nero" che prevede, il pagamento per la custodia come cosa dovuta, ed attività extra quali  piccole manutenzioni, puliture altre scale, puliture uffici, financo servizi di stiratura e nursering coinvolgendo le mogli,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,

Ma il portiere generalmente sa i fatti di tutti……..

LE CONFIDENZE DEL PORTIERE: ……. messo piede in portineria, prima di uscire ……con il Don Michele di turno….. ligio “portiere” ….. alzatosi ogni mattina alle 5 per lavare la scala, che si avvicina con aria furtiva dicendo: “Dottore guardi che gli do??” Tirando fuori dalla tasca della giacca alcuni “pizzini” con la faccia del ragioniere del 2° piano, quel vecchio “rincoglionito” che vi fa inalberare alle riunioni di condominio con le sue fissazioni legate ad una storica macchia di umidità. ….. E voi, con faccia da circostanza, lì ad accettare l’offerta senza battere ciglio……..consapevoli come tutti nel condominio che Don Michele è nota “gola profonda”!!!!! …….. (Da CULT di Marzo 2007)

Salvatore il Barbiere (detto Totuccio)….. IL VIAGGIO IN KENIA!!!!

Il mio mitico barbiere, come tutti ormai decide di uscire fuori dalla sua routine per accontentare la moglie e realizzare il sogno di un viaggio esotico………

IL VIAGGIO IN KENIA: ……… non appena giunto davanti la “barberia” trovo una sorpresa, un cartello con scritto “chiuso per ferie dal 30/12 al 7/1”. Tradimento…!!!!!! Grazie al baffuto Giuseppe (barista già presentatovi come Salvatore nei precedenti articoli) riesco a sapere che: “Dottore Salvatore e andato con la moglie per quel viaggio-safari in Kenia … e siamo tutti preoccupati che non abbiamo notizie!!!” ed io “Ma avete telefonato alla Farnesina?” e lui “No dottore, il nome della località non era questo…se non ricordo male era tipo ….Mombasa!!!!” ed io “ Ah posto siamo??” (Da CULT di Gennaio 2008)

LA SCOMPARSA DI SALVATORE – 1°P: ……… “Ancora non ne abbiamo notizie???” Mi appresto a chiedere all’assistente del mio mitico barbiere che continua ogni mattina ad aprire la bottega, nell’attesa che il suo “principale”, disperso, torni dal fine anno in Kenia, ma il ragazzo scuote la testa sconsolato, ed il portiere custode del palazzo al civico successivo alla “barberia” mi risponde per conto dell’assistente barbiere dicendo “Pultroppo……dice che lo hanno cercato pure in quella città che aveva suggerito Lei, (La Farnesina), e non hanno avuto risposta!!!!!” ……… Purtroppo di Salvatore non si hanno notizie e tutta la sua strada soffre e partecipa, dal fruttivendolo ambulante posizionato all’angolo della strada, all’elettrauto della saracinesca di fronte, dalla commessa della boutique, al commendatore del primo piano mostrano interesse e solidarietà, finanche l’ambulante che porta a porta propone vendite di calzini, accendini e se proprio non gradite gli articoli vi chiede “Cusci!!! Mi i duni un euro pi manciare?” (Da CULT di Febbraio 2008)

LA SCOMPARSA DI SALVATORE – 2°P: ………  davanti la saracinesca della sua bottega trovo il ragazzo che passa la scopa, con un’aria afflitta ed allora domando: “Nunzio……Novità???” e lui “Dottore, ma quando mai! Di U Zu Totò…. Sinni persi a simenta …..in Kenia!!!” … (Da CULT di Marzo 2008)

LA SCOMPARSA DI SALVATORE – 3°P: ……… “Nunzio……Novità???” e lui “Dottore, ma quando mai! Povero Zu Totò….” E così facendo il ragazzo di bottega continuava spazzare l’uscio della barberia del povero Salvatore, ormai disperso da capodanno in Kenia, …… (Da CULT di Aprile 2008)