Archivio per la categoria: Epruno – CULT (Rubrica su CULT Magazine)

Epruno CULT – Aprile 2010

Carissimi

….Si guarda alla primavera, con ottimismo, tranne coloro che soffrono delle tante allergie e con tutto ciò che abbiamo scoperto esserci nell’aria che respiriamo, non possiamo stare tranquilli! Chi guarda alla primavera con terrore, ma soprattutto all’estate e di conseguenza a tutte le stagioni che verranno, sono coloro che per il momento si fregiano dell’appellativo di “politici”, certo figure lontane da quelle per antonomasia che abbiamo imparato a conoscere nei tempi delle ideologie della politica. Ma perché, costoro guarderebbero con terrore alle stagioni che verranno? Ma è subito detto, perché a conti fatti, se non ci si inventa qualcosa di straordinario, non si ritornerà a votare prima di tre anni! E si, diciamocelo, tanto non ci sente nessuno, questi “politici” vivono per le elezioni! Il fascino che ha una campagna elettorale, per costoro e per i loro “entourage” non ha prezzo. Va bene, per loro è un piacere che aiuta a sopportare lo stress di girare il territorio, fare i soliti discorsi a più persone, stringere mani, fare più brindisi in una serata, ma abbiamo pensato al giro di denaro che una campagna elettore mette in circolo? Riusciamo a comprendere quanta gente, quanti mestieri, quante strutture vivono attraverso i “debiti”, molto spesso, di coloro che cullano i sogni di una elezione? Certo chi viene “eletto” e quindi oggi “l’unto del signore”, troverà un posto di lavoro alquanto redditizio che a seconda del tipo di competizione può cambiarti la vita! Di fatto, con una “elezione”, ti “sistemi” e se ci sai fare “sistemi anche la tua famiglia ed il tuo seguito”, ad onor del vero con più difficoltà di quanto accadeva prima, ma diventare “Deputato Regionale” è pur sempre un grosso traguardo. Il mondo del lavoro, perderà così un disoccupato che da li a poco, inizierà una fase grande fibrillazione che accompagnerà la distribuzione delle sedie o chiamiamole con il loro nome storico, “poltrone di potere”, e con questa operazione che lascerà trascorrere qualche mese, si tirerà avanti fino a qualche altra elezione o crisi che ingenereranno ulteriori, rotazioni, gli adorati “rimpasti”. Benedetti “rimpasti”, capaci di dare una poltrona a chiunque! Prendete il caso della nostra “città”, governata da un Sindaco e da una sua giunta ad oggi di 13 elementi, e se vogliamo dar credito al sito internet istituzionale, chi come il sottoscritto non comprende nulla di politica, legge che dal maggio del 2007, momento dell’ultima elezione del “Primo Cittadino” a seguito di assestamenti, per giungere alla squadra attuale di “13 apostoli” si è dovuto assistere a 27 dimissioni, 13 subentri ed una revoca, con assessori che sono usciti e rientrati più di una volta, deleghe accorpate e scorporate e poi cambiate, se non è divertimento questo? Adesso, che tutti sanno di dover avere davanti quasi tre anni senza competizioni elettorali cosa farà la “politica”? Come al solito la risposta mi giunge, dal saggio Salvatore, il mio barbiere, che tra una forbiciata e l’altra mi risponde: “Governare, caro Dottore! E quindi …..travagghiari, questa è la cosa difficile!Un abbraccio, Epruno.

 

Epruno – CULT Marzo 2010

Carissimi

….Giunge l’autunno anche per gli uomini, ed in quella stagione nella quale accanto a tante incertezze, si tiene sempre di più a conservare il proprio fascino ed a tenersi in competizione con i giovani, si tentano tutti gli espedienti per non arrendersi! Anche gli uomini, ammettiamolo, possiedono una certa civetteria personale e da qualche tempo, in cosmesi, nel nostro paese, spendono più denaro di quanto ne possa spendere la donna. Seduto nella barberia del nostro amico Salvatore, si discute di capelli, ovviamente, di come mantenerli, dell’arte del riportino e perché no, dei capelli bianchi. La barberia una volta famosa per i suoi calendari profumati con le donnine discinte in atteggiamenti e pose che oggi potrebbero certamente sfogliarsi nella “Famiglia Cristiana”, oggi sono piene di riviste dove si esalta uno dei peccato nascosti degli uomini “anta”, la tintura dei capelli. Quel naturale imbiancamento delle chiome che ti prende inizialmente dalle basette, si estende alle tempie, e si fa strada un capello si ed uno no e si nota di più, più corti sono i capelli. Quindi tra gli uomini, c’è chi non accetta che il bianco si faccia avanti nei capelli e che fanno i conti con problemi di ricrescita, ancor più che le donne. Ma perché gli uomini si colorano i capelli e mantengono il segreto, negando sempre l’evidenza? Ed in più, avete mai visto nel barbiere, mentre attendete, un altro uomo colorarsi i capelli? I clienti, vanno di prima mattina a farsi tingere i capelli? Esistono colori per capelli differenti da quelli femminili? Comunque sia una pletora di persone, si identifica chiaramente per la consistenza ed i colori accessi, ma a tal punto che si comprende subito che i poveri capelli non hanno naturalmente mai assunto quella tonalità in giovinezza. Colori quali il turchino, ruggine, nero imperano tra le teste di uomini che non si rassegnano a lasciar vedere lo scorrere del tempo, il sopraggiungere della maturità. Pertanto, nell’attesa seduto ad aspettare il mio turno, chiedo a Salvatore, “Lei se li tingerebbe i capelli?” E lui con quella sua aria serafica, tra una forbiciata ed un’altra “Dottore, e quali capelli dovrei tingere? Non lo vede che quasi, ormai non ne ho più?” Ed io sorridendo incalzo “Ed allora come fa una persona in età a tingersi i capelli, ma soprattutto perché?” E lui continuando imperterrito a tagliare “Dottore, sa , possono essere tanti i motivi, ma certamente per me. sempre di “scagliola” si parla!!” E dopo una pausa continua “Non è per piacere alle proprie moglie, che a mio parere, si decide di continuare a sembrare sempre con tutti i capelli neri …. Ad esempio. consideri che le mogli dal canto loro, continuano ad avere miti quali Richard Gere Claudio Baglioni. e loro non si tingono i capelli, anzi del capello bianco, ne fanno un vanto!” Ed io continuando perplesso giunto al mio turno, mi siedo sulla poltrona ed alla sua domanda “Dottore, il solito taglio?” Senza riflettere un momento, rispondo prontamente …”Salvatore, mi faccia il solito taglio alla Arrigo Sacchi!!!!”…..Un abbraccio, Epruno.

Epruno – CULT Febbraio 2010

Carissimi

….non so Voi, ma io guardo con invidia in certe giornate, chi non è costretto a mettere la cravatta e la giacca per lavorare e ricopre ruoli più importanti del mio. Pertanto, già ciò, non mi rende simpatico un Amministratore Delegato che con il maglioncino blu, il mio preferito delle giornate di rilassamento, si permette di incontrare con questa mise finanche i Capi di Stato. E che dire del grande Guido “nazionale” che ha fatto della sua maglietta blu, la maglia più agognata dopo quella della juve, inter e milan, la maglia della protezione civile! Ma a proposito del grande Guido, chi di noi non ha desiderato un suo qualificato intervento in momenti di sconforto per la nostra città? Fin quando ci sarà Guido, ci sarà spazio per controbattere la campagna vessatoria fatta dal ministro Brunetta nei confronti della pubblica amministrazione. Molti pensano alla pubblica amministrazione come quella rappresentata dall’operaio ministeriale fannullone o dallo stereotipo fantozziano. Pochi ricordano che la pubblica amministrazione è anche la protezione civile, i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e tutte quelle persone che ci permettono un vivere, sicuro, tranquillo e civile. Certo poi si costruiscono anche i miti mediatici, ed ecco che un medico, può organizzare una emergenza legata a competenze ingegneristiche, geotecniche e geologiche, mettendo insieme i principi dell’efficentismo e concentrando mezzi e risorse a servizio di una organizzazione che non fa una pecca. Anche se, non vi nascondo la curiosità di vedere “il Number One” allenare, non l’Inter, ma il Pizzichettone e viceversa mettere l’allenatore di questa squadra di serie C calcistica, nella panchina della squadra campione d’Italia!!!! Vi chiederete, cosa vuole dire? Bene, sarebbe divertente una mattina veder arrivare il grande Guido “nazionale” a commissariare una realtà come la nostra, vedendolo alle prese con l’assenza di computer, il telefono, il fax che spesso non funziona, magari perché qualcuno ha dimenticato a pagare le bollette, la macchina d’ufficio senza carburante o con un pezzo rotto che si attende da tempo, o un autista che alle ore 12.00 ultima il suo turno e non ha un sostituto. La posta da lasciare “a libretto” poiché non ci sono soldi per le raccomandate se non si approva il bilancio, collaboratori in stabilizzazione, con orari differenti e non presenti giornalmente durante la settimana, dirigenti alcuni giovani inesperti, altri vecchi e demotivati, comunque in entrambe i casi pronti ad aspettare un qualunque errore del soggetto esterno per giustificare il “mugghi u tintu canusciutu….” e lo staff farcito da gente segnalata dall’On. Burbazza di turno. Ed in fine la pletora di precari, in duplicazione di ruolo!! Questa è “calamità naturale”, ma anche in questo caso al caro Guido, una cosa non mancherebbe, tutta la fiducia della classe politica, ed anche se a distanza di chilometri, dovesse render difficile parlare con Roma e con “Lui”, niente paura in ogni modo “c’è Mario”! Si qualcuno che lavora per portare la carretta avanti, ci deve pur essere???!!!. Un abbraccio, Epruno

Epruno CULT – Gennaio 2010

Gennaio 2010  Carissimi ….Quale è l’essere più lento di questo mondo? Molti di voi avranno già pensato al “bradipo”. Errato, l’essere più lento del mondo è storicamente “il Re Magio” che per fare un paio di metri in una stanza ci impiega circa un mese! Tutti coloro che hanno fatto nella loro vita il presepe a casa propria, sanno a cosa mi riferisco. Ma voi vi chiederete perché tali considerazioni oggi che abbiamo già lasciato alle spalle il periodo festivo. Si è detto da sempre che l’Epifania è quella festività che tutte le feste si porta via, ed è così, ed insieme alle feste che vanno, pervade una certa tristezza ed è tempo di bilanci davanti alla considerazione del tempo che passa. Feste, Re Magi, mobiltà ed ecco costruito il teorema. Le feste da sempre sono legate a grossi problemi di mobilità nelle nostre grandi città e la nostra amata Palermo, quando ci sono problemi non può che essere ai primi posti. Ci si sforza ogni anno di trovare grandi soluzioni cucinando con quello che c’è, la città storica è sempre quella, la larghezza delle vie è sempre quella, ma le macchine aumentano e non solo in numero, ma anche di volume. La prima soluzione alla quale siamo ormai “affezionati”, poiché è come se fosse una tradizione familiare, basti pensare che il sottoscritto ne sente parlare e ne subisce le conseguenze, dai tempi della “austerità” per la crisi petrolifera degli anni 70, è quella delle “targhe alterne”! Sono passati 40 anni e non abbiamo trovato nulla di meglio? Ma saprete che i guai non vengono mai da soli, e con il traffico ed il maltempo, ne consegue l’inquinamento ambientale ed allora ecco che ci si spinge alla ricerca delle soluzioni verso una idea di un’auto più al passo con i tempi e che rispetti i criteri anti inquinamento. …. E’ vero che la tecnologia della auto sperimentalmente è sempre più proiettata al futuro, ma si può dire analogamente delle nostre città? Le nostre città crescono e si rinnovano con criteri sempre più proiettati al futuro? Le nostre città crescono e si evolvono pensando a concetti di sostenibilità? Il parametro che si mette al centro di ogni considerazione è ancora “l’uomo”, la mitica “dimensione d’uomo”? Le grandi capitali ci hanno spesso sconvolto mettendo da parte criteri “archeologico-conservativi” e radendo al suolo interi quartieri dei centri storici per ricostruirli in modo moderno, si pensi a Parigi per esempio. Molti di voi direbbero…”bravi, ma le nostre città hanno patrimoni archeologici millenari?” Ed allora? “Prima di mettere mano alle città, bisognerebbe iniziare da un cambio di mentalità, Dottore! Me lo spiega perché qui con le nostre strade ormai siamo pieni di S.U.V. come se fossimo tutti imprenditori agricoli, ed in America che hanno le strade larghe, stanno cominciando a commercializzare la nostra “500”?” Ed ad una domanda del genere, fattami dal mio barbiere Salvatore, come si risponde?…..Un abbraccio, Epruno.

Epruno CULT – Dicembre 2009

cult dicembre  Carissimi ….Una mattina giungete a lavoro, appendete il vostro soprabito nell’attaccapanni, posate il vostro odiato telefonino sulla scrivania, spostate delle pratiche sul piano di lavoro, sistemate il sottomano, ed accendete il computer. Mentre lo schermo da i consueti segnali di avvio del sistema operativo, voi sorseggiate il vostro caffè terribile preso dalla macchinetta a gettoni e posate gli sguardi sulla parete di fronte, in direzione della scrivania che vi si contrappone e li restate di sasso..”caz…” vi hanno cambiato di notte l’arredamento del vostro ambiente di lavoro e non ve ne siete accorti! Non c’è dubbio dovete ancora carburare, siamo solo all’inizio di una nuova e faticosa giornata di lavoro, basta rientrare in voi stessi per scoprire che non è la carta da parati ad esser cambiata, ma è il vostro anonimo collega che siede nella scrivania di fronte che è diverso! Quella rassicurante figura in “pendant” con il colore del vecchio mobilio, con la ormai antica carta da parati, con l’arredo kafchiano del posto impiegatizio è cambiato da un giorno all’altro, senza che voi ne abbiate saputo nulla e non ci saranno scatole di cartone all’americana ad esser riempite per un impiegato che se ne va, ma soltanto una sostituzione con un’altra anonima figura, ma a primo avviso sgradevole, meritevole di lunghi approfondimenti, ma non è più “lui”. Che angoscia! Inizia male la giornata, non c’è più il collega della scrivania di fronte, colui che vi dava l’estremo inferiore della vostra scala di valori fantozziani e vi faceva sentire meglio, colui che vi confortava che c’era sempre qualcuno che stava ed era peggio di voi, colui al quale era sempre successo un episodio in passato riconducibile a quanto raccontato da voi, colui che raccontava barzellette sconce alle quali rideva da solo, colui che di estate era in grado di portare la stessa maglietta per una intera settimana. Colui che era sempre prudente, era cambiato! Come avreste fatto a capire che erano le 14.00 senza che il puntuale dirimpettaio passasse ai distinti saluti? Come avreste fatto senza quel meraviglioso metronomo che dalle 7.30 alle ore 9.00 leggeva il giornale, alle 9.05 prendeva il caffè ed alle 11.00 scendeva al bar per fare colazione ed alle 13.00 spegneva il computer ed iniziava a fissare il vuoto per una ora intera? Vi accorgete in un attimo che con questo anonimo individuo avete trascorso giornalmente più ore di quante ne avete spese con vostra moglie e con la vostra famiglia, che gli avete confidato cose che neanche ad un vostro amico avete mai detto, che vi siete consigliati sul da fare, con il quale avete commentato programmi televisivi e fattovi grandi risate. Colui con il quale vi siete seduti a tavola, ma del quale non sapevate nulla, neanche il nome della moglie, non è più in quella scrivania!!! Allora con una smorfia, voltate gli occhi sul vostro monitor e continuate a lavorare dicendo a voce alta: “Come si chiama tua moglie?” E lui, quello nuovo, del quale avete richiamato l’attenzione risponde: “Come?” e voi “no, scusa stavo pensando ad altro!!!!!” e continuate a lavorare, come se nulla fosse accaduto. Un abbraccio, Epruno.

Epruno CULT – Novembre 2009

Copia di novembre cult012 Carissimi ….Vi ricordate la pubblicità di qualche hanno fa, “Eh si…sembra facile…!” Proprio così, la vita sembra diventare sempre più difficile per tutti ai nostri giorni. Si fa presto a dire “beato questo”, “beato quello” oggi non si salva nessuno. Parliamo di occupazione. Basta guardare gli slogan delle manifestazioni di piazza, per molti anni si gridò “la fantasia al potere”, poi passarono gli anni e si gridò “casa, casa, casa”, ma il tempo inesorabilmente portò a chiedere “casa e lavoro, casa e lavoro”, finché ai giorni nostri inesorabilmente si gridò soltanto “lavoro, lavoro, lavoro!!” Eh si …sempre più difficile la vita, la tecnologia ha cambiato il mondo del lavoro, siamo in un era post industriale, siamo nel futuro e se andiamo a ritroso a rammentare i film di fantascienza, ci rendiamo conto che sono passati otto anni dalla probabile “odissea nella spazio” e di come tante previsioni di incontro di civiltà aliene sono state realisticamente soppiantate dall’incontro di alieni nella nostra società, ma di civiltà, neanche a parlarne! Abbiamo attraversato l’era del “socialmente utile”, precario a vita, oggi in via di progressive stabilizzazioni e con questi provvedimenti speciali, da noi come sempre diventati ordinari, grazie alla grande abilità di far diventare il transitorio, definitivo, abbiamo azzerato quella parolina che chiamavasi “concorsi”. Erano tempi in cui si metteva la gente nella condizione di dover concorrere con le proprie capacità (almeno la maggioranza) per poter ottenere il “posto fisso”, poi un giorno per capirci tutti, l’arbitro in occasione del “frichicchio” o “palla in due”, invece di lanciare il pallone per aria, lo prese e lo affido ad uno dei due. Terminò quindi l’era degli “eletti” e si passo drasticamente all’era degli “unti dal signore!!” E così fu per tutto, anche per la politica, poiché si giunse anche all’abolizione delle “preferenze” e quella che dalle nostre parti era diventata una delle poche “opportunità di lavoro” era stata di fatto “socialmente utilizzata”. Anche per volere fare il mestiere di politico, ci volle chi ti dicesse “Tu, vieni qua!!” Il pane è diventato duro per tutti, personalmente scelto il lavoro “intellettuale” avevo chiaro il concetto che “il panettiere”, “colui che apriva l’acqua in città” facesse un lavoro certamente più pesante del mio, già per il solo fatto che dovesse fare delle mattinate. Oggi inizio a perdere anche queste certezze, prendete un “povero” Assessore che ogni giorno deve fare mattinate perché gli telefona posto casa una trasmissione radiofonica-televisiva di una emittente locale, chiedendogli: “la scaffa di via Paolo Rossi è stata riparata?” “Perché non arriva l’acqua a casa del Sig. Giuseppe?” “Perché Pasquale non può entrare nella sua casa popolare?” Alle 7.30 della mattina!!! Ma perché non ce ne erano impiegati addetti che potevano dare queste risposte? Eh si…. sembra facile…..Un abbraccio, Epruno.

Epruno CULT – Ottobre 2009

clip_image002Carissimi …. Ormai è una tradizione per me, tornato dalle ferie, taglio di capelli immediato e così tra una forbiciata e l’altra, chiedo al mio barbiere (ai più affezionati lettori ormai da tempo noto quale opinionista) dove avesse trascorso le ferie e lui “Dottore, quest’anno ho deciso di passare le mie vacanze in alta Italia, quasi al confine con l’Austria. Altra terra, altra mentalità … no come qua che siamo arretrati!” A questo punto guardandolo meglio noto che il ns. amico ha un occhio nero, coperto dalla lente da sole ed un evidente ematoma sulla faccia, al che mi sembra spontaneo domandare “Salvatore, cosa le è accaduto?” E lui, con una smorfia di disappunto “Per questo Le dico che siamo arretrati!!” Questa volta sono io a guardare con una smorfia, e lui continua “Sono andato in uno di quegli alberghi dove dentro c’è tutto. La palestra, il centro bellezza, la piscina e soprattutto mi creda ….. si mangia bene e di quantità! Ma Dottore, li sono più evoluti, un’altra mentalità.” Io incalzo “Salvatore, cosa c’entra l’evoluzione” e lui “Dottore, lei ha mai visto una sauna?” Ed io “Si, certo” e lui “ma dove?” Ed io “in palestra oppure in un centro di benessere” e lui ancora “ma qui a Palermo o al nord, in Europa?” A questo punto tento di capire dove vuole arrivare e chiedo “Salvatore, che significa dove, la sauna finlandese è uguale dovunque” e lui risponde “e qua è lo sbaglio! Ora ci conto Dottore. Avevamo fatto una scarpinata, montagne montagne, quando tornato in albergo, essendoci ancora del tempo prima di mangiare, avevo l’alternativa di andare in piscina o provare il centro benessere, cosa a me fino a quel momento scognita. La piscina per noi che abbiamo Mondello che senso ha a 1.000 metri di altezza. Fu così che mi decisi ad andare al centro benessere. Arrivato alla porta trovai un cartello con scritto – Attenzione Zona Nuda – ed un invito a togliersi il costume, ed io così feci. Basta, vedo una porta a vetri con la scritta sauna ed entro nudo con la tovaglia sulle spalle. Appena apro quella porta mi attrovo masculi e fimmine nudi come mamma le fece, nello stesso posto. Arrussicai tutto ed il primo istinto fu di coprirsi, ma poi vidi che uno di loro mi fece un sorriso e si arrasò per farmi sedere. Dottore u caviru .. c’era di moriri, ma era secco. Stiedi dieci minuti li impalato per l’imbarazzo. Ma poi sono stato bene tutta la sera. Tornato mpalermo, la prima cosa che feci, mi iscrissi in palestra con la sauna. A prima sera finito l’allenamento, mi appresento nudo all’anciluna nella sauna e non vitti che c’era la separazione e trasivi in quella femminile sorridendo. Ci fu u scappa scappa, gridati, vinni una signora e mi lampiò na boffa, arrivò un istruttore e di dette un cazzotto nell’occhio, povero di me ….. e che avevo fatto? La verità è che siamo arretrati!” Non sapevo se ridergli in faccia, povero Salvatore, che dirgli … i viaggi spesso fanno male!….Un abbraccio, Epruno.

Epruno CULT – Agosto-Settembre 2009

clip_image002Carissimi ….C’è crisi! Grande crisi …. Avrebbe detto “Quelo”, ma noi italiani nel momento in cui sale alto il “sol-leone”, possiamo essere in ginocchio, ma alle partenze o meglio alle ferie fuori casa non intendiamo rinunciare. Abbiamo parlato nelle scorse estati delle tipologie di villeggiature scelte dal “palamito-siculo” ed abbiamo seguito le sue evoluzioni, da “homo-billinus” a “homo-croceris” seguendo un istinto naturale dettato più che da ragioni culturali, dallo “sparagno”! Vuoi mettere la soddisfazione di aprire la porta e non trovarsi di fianco la signora “Mandalà” che sta ramazzando davanti l’uscio del “micro-billino” sulla stecca immensa immobiliare che costeggia l’autostrada per l’Aeroporto? Vuoi mettere la soddisfazione anche del peggior “mau mau” locale di arrivare in una reception e sentirsi chiamare “signore”? Vuoi mettere la possibilità di condividere la presenza in un albergo in una località straniera con una “autorità” locale? Il turismo è democratico, perchè dietro le prenotazioni ci stanno le stesse agenzie turistiche e quindi gli stessi tour operator e siccome come diceva Vespasiano, quando gli fu rimproverato di aver messo una tassa sui servizi igienici pubblici, “pecunia non olet” ecco che democraticamente a Monaco di Baviera, alle Maldive, in crociera sui fiordi, lontano da qualunque circolo locale, se vorrai mangiare troverai il rischio di trovare seduto accanto chi per stupida snobberia avevi sempre evitato di salutare. Ormai si viaggia troppo, si viaggia male, si viaggia spesso con tanti disagi, i voli aerei ad esempio costano molto poco, li puoi prenotare pure su internet e scoprire poi che per quel prezzo magari ti toccherà spingere sulla pista il veivolo per farlo decollare. La nostra aerostazione è diventata veramente bella, ma mentre lei migliora, in modo inversamente proporzionale i disagi per i passeggeri aumentano. Raggiungere le grandi destinazioni è diventata una chimera, diminuiscono i collegamenti con la capitale, alcune destinazioni hanno un solo volo, alle 14.30 ed una sola possibilità di ritorno, alle 17.30. Ma lo so tutto ciò è ottimistico, perché dobbiamo essere certi che l’aereo che da qui ci deve portare verso la località agognata sia giunto in orario da un’altra destinazione. Ma questo è ancora nulla, per un “palamito” la partenza in aereo ha ancora altri tre disagi, il transito sull’autostrada Palermo-Punta Raisi, pochi chilometri, ma il perenne rischio degli ingorghi, specialmente nel fine settimana. Non parliamo poi del passaggio al metal detector, per noi abituati a portarci dietro anche la gabietta con il canarino e costretti a transitare sotto il portale metallico in mutande, dopo aver lasciato anche la cintura dei pantaloni. Ed infine la lotteria dei bagagli, lo fai benedire, lo imbarchi, gli metti tutte le “scocche” colorate di riconoscimento possibili ed immaginabili e lo saluti con commozione e chi sa lo rivedrai mai all’arrivo!…..….Un abbraccio, Epruno.

Epruno CULT – Luglio 2009

07_09 Luglio 2009 Carissimi …. Qualche giorno fa, mi stavo per recare a piedi al lavoro approfittando delle belle mattinate estive, quando voltato l’angolo, ecco scorgere un capannello di gente ed un insolito vociare, vista l’ora. Mi avvicino e riconosco il nostro caro amico barbiere, Salvatore, nel bel mezzo di una discussione urlare in dialetto “A me machina! A me machina!” (La mia macchina) A questo punto io prontamente dico “Salvatore che succede? Le hanno rubato la macchina?” Ed il povero uomo disperato, mi indica una “catasta” di rifiuti alta due metri accanto ai cassonetti per la raccolta, di fronte la barberia del poveraccio! Ed io infastidito dal cattivo odore, turandomi il naso chiedo “Cosa c’entra l’immondizia con la sua macchina?” E lui continua “A vidi a me machina?” (La vede la mia macchina?) Ed io prontamente “No!” Ed il poveruomo tirandosi i capelli e dimenandosi gridava in direzioni del capannello di gente raccoltasi “Siete tutti cornuti e figli di ….. proprio sopra a me macchina dovevate buttare i sacchiteddi da munnizza ?” In un attimo mi fu tutto chiaro, il nostro amico era rimasto vittima dell’emergenza rifiuti, poiché non utilizzando da qualche giorno la sua auto posteggiata a ridosso del cassonetto di fronte la sua bottega, questa era rimasta sepolta dalla immondizia non raccolta e vittima di una delle tante discariche spontanee a cielo aperto che riempivano la nostra città! E più Salvatore agitandosi faceva scena, più ognuno si sentiva in dovere di manifestare il suo appoggio ed il proprio sdegno. Don Michele il portiere ad esempio disse “Si l’avi a pigghiari cu Bartulazzu!!” Ed io “Mi scusi con chi?” E lui “Bartulazzu chiddu cu la magliettina blu, chi è amicu di lu Cavalieri e chi arricogghi munnizza na tutta l’Italia e ca pirora travagghia na l’Abbruzzo!” …Beh, mi ci volle un bel po’ per capire che “Bartulazzu” era Bertolaso, ridotto al ruolo di un operatore ecologico nazionale. Anche Palermo cari amici ha vissuto la sua emergenza rifiuti, certo un po’ più piccola di quella napoletana e non supportata dalla visita del Presidente del Consiglio e del suo Governo, ma di vera emergenza si è trattato, tanto che c’è voluta la protezione civile e l’esercito per trovare una soluzione al problema. Ma del resto, non ci sono più da tanto tempo le romantiche abitudini del l’uomo dell’immondizia, che con un enorme sacco nero a spalle, saliva a piedi le scale e ti bussava accompagnandolo con il suo grido “A Munnizza!” Tu uscivi con la tua pattumiera e riversavi il tutto nel sacco. Poi venne l’epoca dei sacchetti dell’immondizia e dello sport del lancio del sacchetto dalle finestre “A cu pigghiu pigghiu!”. Infine l’epoca dei cassonetti, tipici contenitori della qualunque, attorno ai quali i palamiti hanno costruito moderne esposizioni artistiche degne del “Guggenheim”, mobili, poltrone, frigoriferi, tazze da bagno a ristagnare lì sotto il sole per giorni, in quella che tutti intendevamo come “raccolta differenziata” ossia, un giorno si, tre giorni no! ….Un abbraccio, Epruno.

Epruno CULT – Maggio 2009

05_09 Maggio 2009 Carissimi …. Certe volte ci lasciamo prendere dai ricordi, e guardiamo al passiamo con una certa nostalgia per una Palermo che fu e che oggi sembra dimenticata. Certe volte ripensiamo a quelle domeniche semplici, passate in uno stadio, all’epoca detto “La Favorita” a vedere un Palermo che solo nella mente del tifoso più pazzo, poteva lottare per andare in coppa UEFA, ma anche all’ora dal mio punto di vista lo spettacolo stava in chi faceva da corredo allo spettacolo. La partita era un pretesto, lo stadio aveva un solo livello e dei portoni in ferro, alti come le mura cinta e da uno di quelli, dal lato limitrofo all’ippodromo, si scavalcava per entrare a vedere la partita a scrocco, altro che biglietti per le “autorità”! Ma quali tornelli, quali telecamere, al limite qualche metronotte o carabiniere che stava lì a presidiare fino a cinque minuti dopo l’inizio della partita e dopo anche loro come le maschere dentro, a vedere l’incontro. Si arrivava quindi sotto le mura e si sentiva il brusio della folla e ci si scopriva tutti parenti o meglio “cuscini”, termine confidenziale e complice che abbatteva le barriere sociali e proprio li, sotto le mura della curva sud, avveniva il miracolo della solidarietà. Il primo, il più bravo saliva e si metteva a cavalcioni sul portone e da sotto qualcuno issava il compagno fin quando chi stava in cima non lo aiutava ad arrivare fin lassù, lasciandogli il posto, e da li sopra un grande balzo e si era dentro. Tutto avveniva come detto, in uno spirito di solidarietà tra sconosciuti. Si trovava di tutto, dallo studente squattrinato al padre di famiglia disoccupato con figlio al seguito. Non vorrei che tutto sembrasse di così facile realizzazione, c’erano anche i rischi del mestiere. Spesso le guardie, abbandonavano con ritardo la postazione e si arrivava a vedere a malapena il secondo tempo. Altre volte una volta scavalcato, venivi preso dalle guardie all’interno ed accompagnato nuovamente fuori, ma non demordevi, eri pronto a ritentare. Erano tempi molto diversi, dove andare allo stadio non era una moda e molti che avrebbero voluto andarci, magari non potevano permetterselo e stazionavo davanti le mura della tribuna, a condividere le emozioni della partita alla radiolina del “venditore di pipittoni” rigorosamente sintonizzata su “tutto il calcio minuto per minuto”. Poi c’era il goal ed allora tutti a chiedere all’omino, che stava seduto sul muretto di cinta della curva ed informava la gente fuori dallo stadio, sul nominativo di chi avesse segnato o fatto la mitica azione. Altre volte, a risultato ed incasso acquisito, le maschere nel secondo aprivano i portoni….. ed allora ecco riversarsi all’interno, una massa umana a vedere la partita a ridosso della rete di cinta del campo a sentire quell’odore indimenticabile dell’erba tagliata …. Un abbraccio, Epruno.