Ne sono stato da sempre convinto, specialmente se c’è della buona fede dietro ad ogni voce, da qualunque parte essa venga.
Ho diffidato sempre di chi si è posto sopra un piedistallo e da quella posizione privilegiata ha dettato le regole della verità.
La tecnica di dividere in due schieramenti, per imperare, è tanto vecchia quanto i Romani. La tecnica di scegliersi un posto centrale e dire “avete ragione tutti e due” è fortemente paraculistica e dimostra l’assenza di carattere. Pertanto non si può dividere la gente sulla base delle proprie idee, della propria religione, della propria lingua, della propria provenienza, delle proprie tradizioni …….. della propria “cultura”!
Eccoci giunti al dunque! ….Ho detto la parola magica, per molti baluardo, per altri strumento di sopravvivenza, per pochi eletti arma di separazione da chi “è giusto per istituzione” e gli altri …….“gli sbagliati”, i non noi!
E in tale operazione sotto i “vessilli di una cultura del potere”, anche quelle che sono state minoranze, anche coloro che hanno sofferto la persecuzione per la loro diversità, finiscono per diventare anche loro dei ghettizzatori.
Ho sentito tanto parlare del ruolo che la “cultura” può avere nel processo di rinascita del nostro paese, ho sentito dire che “di cultura non si mangia”, ma ho anche sentito dire che coloro che avrebbero dovuto occuparsi della promozione della cultura “hanno rubato tutto e non è rimasto un euro”!
Insomma ho sentito molti riempirsi la bocca della parola “cultura”!
Ma secondo voi c’è più cultura nel popolo dei Vatussi o nel popolo Tedesco? Sarebbe come chiedersi se è migliore Dio di Budda.
Se io sono cresciuto in un paese musulmano è sono stato educato al culto di Allà che cosa avrò di meno di chi adora Dio?
Tutti meritano pari rispetto del loro credo. Tutti meritano pari rispetto della loro “cultura di base”. Lo spirito che ha spinto le crociate, lo spirito che ha spinto le evangelizzazioni di massa di popoli lontani, nel volere imporre il proprio “credo”, gli integralismi cattolici e islamici, quanti morti hanno prodotto? Quanto odio, quanta sofferenza e quanto distacco hanno creato fra i popoli il pronunciare frasi come “Dio lo vuole”, come se noi, assodata l’esistenza di un “Dio” saremmo stati in grado di diventarne portavoce interpretando il Suo pensiero e la Sua volontà!
Scendiamo un attimo da questo piedistallo che ci siamo inventati per avere successo e dominare gli altri. Se si rispetta la “cultura”, si rispetta qualunque diversità di espressione. Una società cresce se c’è posto per la libera espressione di qualunque punto di vista, senza sbarramenti percentuali minimi, senza preconcetti, poiché anche nella persona più diseredata di questo mondo, vi sono valori umani che neanche un “principe” si sogna di possedere.