Cristoforo Colombo, ora ti capisco!

Carissimi

Io a Cristoforo Colombo, oggi lo capisco, soltanto oggi, era uscito da casa per andare nelle Indie e malgrado la sua volontà si trovò nelle Americhe.

Solo oggi posso immaginare la sua delusione e le discussioni con il suo entourage quando partì con la Nina, la Pinta e la Santa Maria da Palos grazie all’autorità portuale dell’epoca ed ai piccioli della regina Isabella di Castiglia unica a credere e sponsorizzare la sua impresa.

Ma dopo giorni di navigazione e cambiamenti di rotta, quando nessuno ci credeva più e lui pensava, Minchia mi pirdivi ecco che l’uomo sull’albero grido per tre volte, terra, terra, terra.

Sbarcato disse subito “eppure mi pari canusciente” e dopo essersi addentrato ed incontrato il primo nativo, si sincerò chiedendo “India?” Gli fu risposto no “America” e a quel punto dopo una imprecazione in direzione della barca “Santa Maria” e senza farsi sentire dal gesuita d’ordinanza che Isabella di Portogallo religiosissima gli aveva messo alle calcagna, grido: “stu cazzu i segnaletica ca cancia ogni giorno!

Fu lui la prima vittima delle continue sperimentazioni in campo di segnaletica e cartografia.

Per lui comandante di lungo corso era semplice il ragionamento, la terra è tonda, se parto da qua e continuo dritto, dritto alla fine sempre qua devo tornare e così facendo o vado da sinistra o vado da destra qua devo arrivare, vuoi vedere che l’india che si trova a sinistra, se vado a destra ci arrivo prima.

Tutto questo se parallelamente al suo navigare non ci fosse stato qualcuno che in continuazione sperimentava.

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Ma vedi che pensieri hai?

Carissimi
Perché Aligi Sassu dipingeva cavalli? Voi mi direte: “perché questa domanda?”
Ci pensavo oggi mentre attendevo in una sala d’aspetto dove campeggiava una famosa litografia dell’artista.
Mi direte: “vidi chi pinsieri hai?”
Ecco subito in argomento: “vidi chi pinsieri hai”.
Sono da sempre un sognatore e ho basato sul sogno l’anticamera di tutti i progetti che ho realizzato, convinto che qualunque cosa non può realizzarsi se prima non la si è sognata e poi progettata. Assieme al sogno, in quella che ho battezzato “filosofia eprunistica” reputo indispensabili altri due concetti, il viaggio (che poi altro non è che la nostra vita) e la pazzia (intesa come estro, stravaganza, disattesa dei cliché oltre ogni limite).
Pertanto il sogno, la visione di qualcosa, è solo il primissimo passo dell’opera, ma se poi ci si ostina soltanto a sognare, senza dare seguito alle intuizioni dei nostri sogni, senza almeno provarci, si rimane “sognatori” che è sempre bello ma bisogna vedere che mestiere fai?
Se ci si ostina ad avere visioni e basta, si diventa o “santi” se si vive la nostra vita in una sorta di misticismo o nella peggiore delle ipotesi “visionari”. Leggi il resto dell’ articolo »