Si è fatto sempre così

Carissimi
Quante leggi stupide! Quanti regolamenti stupidi! Quanti procedure stupide! Quanti modi di fare stupidi! Tutti sanciti dalla risposta “si è fatto sempre così”. Ma se una legge è sbagliata cosa ci vorrebbe per cambiarla? Mi viene da pensare che non sono solo le leggi ad essere sbagliate, è il mondo che è sbagliato o peggio, siamo buona parte di noi ad esserlo.

Certe volte ci incartiamo davanti a convinzioni che non hanno alcun supporto logico ma che ci fanno stare tranquilli. Basterebbe per una volta farlo. Se ci potessimo guardare dal di fuori mentre agiamo rivedremmo molte delle nostre convinzioni e varieremmo il giudizio che di noi abbiamo. Ho spesso parlato di quello specchio ruffiano nel nostro bagno di casa e vi ho più volte detto che esso ci dà una visione falsata perché è un primissimo piano su di noi, estrapolandoci da qualunque contesto, ma se solo potessimo allargare il campo passando gradatamente da quello americano al campo lungo, quante certezze verrebbero meno?

Mi diverto ad osservare la gente e a scriver su di loro perché per primo io su di me metto in campo tutte le regole dell’autocritica senza mortificare la stima che ho di me stesso ed è con la stessa onestà che guardo il prossimo e mi chiedo: “come fanno a non accorgersene?”. È quella sorta di autostima che mi porta subito dopo a dire: “ma siamo certi che non se ne accorgono?”.

Non c’è bisogno di essere un genio come Pirandello per avere chiara la differenza tra l’essere e la necessità del volere apparire. No, non è soltanto il nostro apparire e la ricerca forsennata di una forma fisica che voglio attenzionare poiché da ex atleta conosco bene i calvari che affrontano coloro che devono convivere con questi problemi, ma è la forma mentale di chi sta bene fisicamente o meglio la forma-mentis di chi utilizza un corpo in buone condizioni, per strisciare.

Avendo la fortuna di possedere un corpo che ci sostiene a volte (e ne vediamo spesso di esempi) molti di noi non tengono la spina dorsale dritta e preferiscono finire per fare gli zerbini con chi detiene il “potere”, non per sopravvivere (potrei ancora trovare giustificazioni) ma per mantenere privilegi o ciò che è peggio, competere slealmente con gli altri, prostituendoci, il più delle volte scacciando dalla nostra mente il concetto che in quel momento siamo delle “puttane” e neanche “Escort di alto bordo”, per cosa poi?

Chi dà grande valore alla propria persona non ammetterebbe mai di vendersi, chi è consapevole dei propri mezzi, chi riesce a trovare un equilibrio e a costruirsi un suo universo equilibrato, non ammetterebbe mai di svendersi, ma non tutti sono così, siamo realisti.
Che mondo è diventato? Ma può essere di contro che il mondo da sempre è stato così e ciclicamente siamo noi che ogni tanto togliamo il velo, alziamo la pietra e scopriamo il formicaio e diciamo ohhhh?

Quanta mediocrità e quanto servilismo nei posti che contano. Questo è un mondo livellato verso il basso e quindi privo di una sana competizione e di giustizia e un mondo dove si fanno “guerre giuste” per accaparrarsi i mercati del petrolio, è un mondo dove si droga la gente di dibattiti e chiacchiere che non portano a nulla, è un mondo dove le poltrone sono più importanti del valore della terga che su di esse dovranno poggiarsi. Non siamo ancora stanchi di vedere questi spettacoli?

È un mondo costruito ad arte a tavolino da pochi pochissimi, sfruttando i prostituti e le prostitute accomodanti e le loro omissioni, legittimando tutto attraverso la dabbenaggine di quei pochi che garantiscono il sistema, che pagano per tutti, che seguono leggi e regole a volte balorde senza avere il coraggio di alzarsi e dire: “scusate, ma non si vede che è sbagliato, non si vede che i conti non tornano?”.

Basterebbero poche e semplici regole che servirebbero a farci vedere finalmente che il “re nudo”. Purtroppo no, questo è un mondo dove è imposta per “restare sereni” la distrazione attraverso “Panem et circense”, è un mondo dove gli scenografi sono più importanti degli statisti e le sceneggiature sono ormai di bassissimo livello e poco importa se le stelle sono cinque o sono sei, ma la gente ancora non è stanca (sarebbe già successo qualcosa di irrimediabile), ma rumoreggia e questo rumore è ormai un fastidioso brusio, un inquietante brusio, ma come fanno a non percepirlo.

Intanto, come un orologio svizzero sono pronti a distrarci con guerre giuste portate in altre case. Non meravigliamoci se gli effetti delle potenti esplosioni porteranno la polvere e con se l’odio dei disperati, nelle nostre case, nelle nostre vite e fin quando asciugate le lacrime scopriremo che per l’ennesima volta ci hanno preso da tergo…

Un abbraccio, Epruno.

Il Cerchio Magico

Carissimi,
Vi avevo anticipato la scorsa settimana che non sarebbe cambiato nulla. Di fatto benché ci siano stati dei risultati elettorali che abbiano dato grossi spunti di riflessione ai “seri analisti” e non agli specialisti di “Talk-Show”, l’approccio sbagliato alla problematica e alla lettura della realtà è purtroppo rimasto lo stesso.

Esistono dei sistemi in natura che si auto-proteggono e tra questi inserirei quello che ormai è da tutti nominato quale “sistema casta” e per il quale “gattopardescamente” non cambia nulla (chi mi conosce sa quanto odio e contesto la mitica frase del Principe di Salina), di contro ci sono sistemi che grazie all’aiuto dell’informatica (come ci insegna la fantascienza d’autore) sono in grado di imparare dai loro errori migliorando continuamente. Di certo questi computer non sono di sinistra.

Parliamo del vero sconfitto di queste elezioni, il “cerchio magico” il quale in realtà ha dimostrato tutta la sua vetustà per come da qualche tempo è concepito.

Sento parlare di presidenzialismo e mi viene l’orticaria a pensare che qualcuno che con tutte queste leggi già presenti “ad hoc” per garantirsi intorno dei nominati, possa anche decidere tutto.

I nostri leader attuali si guardano al proprio specchio truccato e si sentono dei giganti, ma a me sembrano più delle “rane di Fedro” che “novelli duchi valentino” auspicati dal Macchiavelli (hai voglia di mettere i rialzi nelle scarpe), eppure costoro non si sono ancora resi conto che non deve essere il populismo a far loro paura, ma la mancanza di nuove strategie che permettano la reale lettura dei primari bisogni del paese e la costruzione di una nuova classe dirigente, non essendo riusciti nel tempo in un graduale rinnovamento.

C’è bisogno che ve lo venga a raccontare io che tutte le organizzazioni guidate da “vecchi dirigenti” hanno portato alla distruzione le loro organizzazioni per l’egoismo di non cambiare, di non mollare le sedie e di non ringiovanirsi?

In questi giorni c’è stata raccontata una realtà che somiglia molto a delle foto ritoccate nei numeri da un “Photoshop”, ci hanno raccontato di un ritorno di vecchi fantasmi, ma il popolo non è più diviso in fascisti e antifascisti, sinistra e destra, “guelfi e ghibellini”, ma in “sazi e arroganti” (sparuto numero) e “digiuni, incazzati e nauseati” (la stragrande maggioranza) per i quali chi sarà il prossimo leader del PD, argomento trito e ritrito, raccontato da una informazione pilotata in TV negli ultimi anni, non gliene può fregare di meno. Le vicende interne di un piccolo club di benestanti non appassionano più nessuno.

Il voto ha voluto spazzare la riproposizione di una vecchia classe dirigente, in Sicilia ci si è riuscito pienamente, nelle altre parti d’Italia se non fosse stato per il ripescaggio al proporzionale ci sarebbe riuscito pure, ma è sembrata chiara la volontà popolare. “Cinque Stelle” e “Lega” hanno saputo interpretare al meglio il malcontento con le loro proposte.

Una cosa sembra certa, come dicevamo, non sono più i tradizionali “media” ad interpretare il sentimento popolare (almeno per le intenzioni di voto), il web e i social questa volta hanno fatto la loro parte.

Coloro che hanno creato i loro cerchi magici riempiendoli di utili idioti servili, hanno raccolto la consapevolezza della loro pochezza ai primi ostacoli, nella peggiore delle ipotesi, il tradimento al loro interno dei tanti gnomi che non abituati all’alta quota si sono sentiti dei giganti e si sono sentiti in dovere di dire la propria non avendo mai avuto un’opinione.

Non criminalizzo i cerchi magici, anche se come tanta gente dotata di carattere e contenuti ne sono sempre rimasto fuori con l’etichetta addosso di probabilmente di “pericoloso”, penso che la grande lungimiranza di chi vuole diventare statista è l’attorniarsi di grandi figure e fare un grosso lavoro di squadra, non limitandosi ad emergere, da più alto, al tramonto nel momento in cui le ombre si fanno più lunghe.

Mi vanto di contro di avere avuto probabilmente, anche io cerchi magici in scenari più modesti, mettendo insieme gente migliore di me, avendo dato loro e ricevuto umanamente grandi soddisfazioni, perché oggi la grande qualità non è più comprare consensi, ma saper mettere insieme la gente e catalizzandone l’attenzione e l’interesse. Lo avranno imparato da questo penultimo giro di valzer?

Un abbraccio Epruno.