Vai a Fidarti dell’Apparenza

Carissimi

Entro in una piccola panetteria, arcaico locale demodé, ucciso dai nutrizionisti da talk-show e messo al bando da chi fa religione della prova costume, da chi vive tre mesi all’anno nuda arrostita sotto raggi U.V.A. che provocano tumori alla pelle, per poi sbiancare in meno di dieci giorni e trovo una lavagna piccola, in alto, con scritto con il gessetto “Posso resistere a tutto tranne che alle tentazioni” e sotto ovviamente la firma Oscar Wilde.

Mi viene naturale chiedere alla signorina che dietro il bancone mi stava pesando i due bocconcini ancora border-line, la dose di un pusher, non ufficialmente messi all’indice, ma certamente tollerati meno dell’uso delle pasticche allucinogene o delle bottiglie di birra nelle varie taverne, da bere appozzando senza bisogno di bicchieri: “signorina chi ha scritto questa frase?

A quel punto esce un omino dalla stanza dei forni, tutto imbrattato di farina il quale mi risponde: “Oscar Wilde”. Io replico: “lo sapevo, ma volevo intendere chi materialmente avesse scritto e appeso quella frase sulla lavagna”. L’omino orgogliosamente mi fece cenno di averla scritta lui e di seguito iniziò a declamare le lodi di Wilde, della personalità dello scrittore e della bellezza delle opere.

Un panettiere che a Palermo, in una città vocata “all’usato sicuro” non mi parlava con frasi fatte e slogan letti dai titoli del quotidiano locale, ma addirittura mi lodava il “ritratto di Dorian Grey”. Leggi il resto dell’ articolo »

La Sicilia è un’Isola

Carissimi,

“La Sicilia è un’isola circondata dal mare”. Questa erudita affermazione non è mia ma fu espressa da un assessore al turismo regionale in occasione di una importante manifestazione.

Questo asserto rivoluzionario cambiò da allora il mio punto di vista e quello di tanta altra gente attonita in sala quel giorno, non sapendo che il nostro uomo politico guardava ben oltre la nostra grettezza e quella del mio vicino di sedia che quel pomeriggio a bassa voce disse: “minchia! Bella scoperta”.

E no! Troppo facile vedere l’acqua tutt’attorno e sentenziare che si tratti di mare, l’abbiamo mica assaggiata? Siamo certi che sia salata?

In più, siamo altrettanto certi che tutte le isole siano circondate dal mare? E le isole pedonali?
Eppure ci fu chi ebbe un gesto di scherno in quell’occasione, poiché è insito nel nostro modo di essere o il non proferire verbo o all’opposto, proferirlo “ppi cugghiuniari”.

Il problema siamo noi, non loro. Il politico fa il suo mestiere e da che mondo e mondo, non appena sale sopra un gradino che gli permette di guardare posizionato dall’altra parte e dall’alto la folla, è più forte di lui, diventa già diverso, pronto a fare la qualunque, propinando ogni tipo spettacolo per avere gli applausi e prendere per i fondelli il prossimo.

La Sicilia in più è strana e unica, qui si aspetta a parole il cambiamento con la stessa attesa che hanno i giudei per il messia e intanto sono passati migliaia di anni, qui parliamo tutti di cambiamento perché sappiamo che non avverrà mai e come nero con nero non tinge abbiamo ospitato e ospiteremo ogni popolo o addirittura ogni scappato di casa costituito in gruppo senza preoccuparci e senza lasciarci coinvolgere più di tanto poiché come già detto in passato, prima o poi si sono stancati e sono andati via o si sono mimetizzati tra di noi diventando come noi.

In Sicilia i ratti vista la loro dimensione si travestono da gatti e fingono la caccia ai topi per non dimenticare e stare tranquilli e rispettati.

In Sicilia tutto ciò che si vede nasconde sempre tutt’altra cosa, un’altra visione oltre a tutto quello che non si vede, perché non si vuole vedere e pertanto non esiste. Non può esistere ciò che non si vede.

Aspettando cambiamenti da fuori ne traiamo alibi per continuare a far nulla, ma come dicevamo, da noi i politici hanno una marcia in più vedono oltre, hanno creatività e spesso sanno trasformare il nulla in un prodotto che ti vendono caramente e questo prodotto si chiama “tempo”.

Ottenuto in qualche modo il consenso, si chiudono all’interno dei palazzi e fanno passare il tempo, perché è vero che il tempo è denaro (certamente per loro, alla fine del mese), ma per noi è “vecchiaia”, è abbandono, è grigiore, spesso è anche morte poiché non tutti vedremo la “terra promessa”.

Siamo cresciuti nell’attesa di cambiare e ci è stato fatto notare di esser stati ingrati, di essere nemici della contentezza, poiché il cambiamento effettivo era sotto i nostri occhi, ma purtroppo il problema non era il cambiamento, ma il tempo che ci era voluto affinché questo cambiamento che avevamo davanti gli occhi avvenisse, poiché le trasformazioni che oggi stiamo vedendo, appartengono ai sogni e alle promesse fatte a chi era giovane settanta anni fa, se è vero come è vero che sotto l’asfalto di piazza Marina o Piazza Deodoro Siculo affiorano ogni tanto rotaie di tram. È ingiusto venderci i sogni dei nostri nonni.

Ecco perché oggi c’è chi da anziano si vanta del successo che ha sui giovani e non sui loro genitori, mente sapendo di mentire, perché i giovani se li porti a Disneyland si divertono e te ne sono grati per il periodo dedicato a pensare a giocare, i genitori di contro che questi anziani li hanno già conosciuti bene, avendo smesso da tempo di essere giovani e di giocare dovendosi cercare lavoro per crescere le loro famiglie e i loro figli, hanno dovuto constatare da tempo come funzionava.

La storia è piena zeppa di santoni indiani e delle loro sette e meno propensa ai santoni siciliani, benché di messia a giudicare di personaggi famosi che hanno ricoperto le più importanti cariche dello stato a Roma ce ne siano state in quantità, ma per noi sono rimasti dei “profeti” tante che continuiamo a vivere alla ricerca della terra promessa.
Adesso chiudo perché non voglio perdermi il cambiamento che verrà visto il cicalio dovuto ai messaggi su WhatsApp inviati in continuazione dal mio editore e riportante notizie di proclami relativi ad una frenetica attività “politica” in questa terra.
Un abbraccio Epruno.

Il Cerchio Magico

Carissimi,
Vi avevo anticipato la scorsa settimana che non sarebbe cambiato nulla. Di fatto benché ci siano stati dei risultati elettorali che abbiano dato grossi spunti di riflessione ai “seri analisti” e non agli specialisti di “Talk-Show”, l’approccio sbagliato alla problematica e alla lettura della realtà è purtroppo rimasto lo stesso.

Esistono dei sistemi in natura che si auto-proteggono e tra questi inserirei quello che ormai è da tutti nominato quale “sistema casta” e per il quale “gattopardescamente” non cambia nulla (chi mi conosce sa quanto odio e contesto la mitica frase del Principe di Salina), di contro ci sono sistemi che grazie all’aiuto dell’informatica (come ci insegna la fantascienza d’autore) sono in grado di imparare dai loro errori migliorando continuamente. Di certo questi computer non sono di sinistra.

Parliamo del vero sconfitto di queste elezioni, il “cerchio magico” il quale in realtà ha dimostrato tutta la sua vetustà per come da qualche tempo è concepito.

Sento parlare di presidenzialismo e mi viene l’orticaria a pensare che qualcuno che con tutte queste leggi già presenti “ad hoc” per garantirsi intorno dei nominati, possa anche decidere tutto.

I nostri leader attuali si guardano al proprio specchio truccato e si sentono dei giganti, ma a me sembrano più delle “rane di Fedro” che “novelli duchi valentino” auspicati dal Macchiavelli (hai voglia di mettere i rialzi nelle scarpe), eppure costoro non si sono ancora resi conto che non deve essere il populismo a far loro paura, ma la mancanza di nuove strategie che permettano la reale lettura dei primari bisogni del paese e la costruzione di una nuova classe dirigente, non essendo riusciti nel tempo in un graduale rinnovamento.

C’è bisogno che ve lo venga a raccontare io che tutte le organizzazioni guidate da “vecchi dirigenti” hanno portato alla distruzione le loro organizzazioni per l’egoismo di non cambiare, di non mollare le sedie e di non ringiovanirsi?

In questi giorni c’è stata raccontata una realtà che somiglia molto a delle foto ritoccate nei numeri da un “Photoshop”, ci hanno raccontato di un ritorno di vecchi fantasmi, ma il popolo non è più diviso in fascisti e antifascisti, sinistra e destra, “guelfi e ghibellini”, ma in “sazi e arroganti” (sparuto numero) e “digiuni, incazzati e nauseati” (la stragrande maggioranza) per i quali chi sarà il prossimo leader del PD, argomento trito e ritrito, raccontato da una informazione pilotata in TV negli ultimi anni, non gliene può fregare di meno. Le vicende interne di un piccolo club di benestanti non appassionano più nessuno.

Il voto ha voluto spazzare la riproposizione di una vecchia classe dirigente, in Sicilia ci si è riuscito pienamente, nelle altre parti d’Italia se non fosse stato per il ripescaggio al proporzionale ci sarebbe riuscito pure, ma è sembrata chiara la volontà popolare. “Cinque Stelle” e “Lega” hanno saputo interpretare al meglio il malcontento con le loro proposte.

Una cosa sembra certa, come dicevamo, non sono più i tradizionali “media” ad interpretare il sentimento popolare (almeno per le intenzioni di voto), il web e i social questa volta hanno fatto la loro parte.

Coloro che hanno creato i loro cerchi magici riempiendoli di utili idioti servili, hanno raccolto la consapevolezza della loro pochezza ai primi ostacoli, nella peggiore delle ipotesi, il tradimento al loro interno dei tanti gnomi che non abituati all’alta quota si sono sentiti dei giganti e si sono sentiti in dovere di dire la propria non avendo mai avuto un’opinione.

Non criminalizzo i cerchi magici, anche se come tanta gente dotata di carattere e contenuti ne sono sempre rimasto fuori con l’etichetta addosso di probabilmente di “pericoloso”, penso che la grande lungimiranza di chi vuole diventare statista è l’attorniarsi di grandi figure e fare un grosso lavoro di squadra, non limitandosi ad emergere, da più alto, al tramonto nel momento in cui le ombre si fanno più lunghe.

Mi vanto di contro di avere avuto probabilmente, anche io cerchi magici in scenari più modesti, mettendo insieme gente migliore di me, avendo dato loro e ricevuto umanamente grandi soddisfazioni, perché oggi la grande qualità non è più comprare consensi, ma saper mettere insieme la gente e catalizzandone l’attenzione e l’interesse. Lo avranno imparato da questo penultimo giro di valzer?

Un abbraccio Epruno.

Si può Fareeeeeeee!

Carissimi,
Seduto in attesa all’ufficio postale per ritirare la solita raccomandata a mezzo dell’avviso di raccomandata lasciata dal postino nella buca delle lettere in pieno periodo ferragostano, foriera di qualche sanzione o tassa da pagare (del resto chi ti deve scrivere a ferragosto), sudato e perso nei propri pensieri, non distingui più se sei in banca, al pronto soccorso o in salumeria, addirittura all’anagrafe tanto da chiedere all’omone basito che ti siede accanto se fosse “codice rosso”, ricevendo uno sguardo degnato prima di metter in tutti gli scongiuri.
Ormai vi è una globalizzazione anche nei tabelloni dei turni, noi amanti delle file a ventaglio, avulsi al sistema anglosassone siamo stati messi tutti d’accordo da un computer.
Come sempre accade la gente in attesa imbastisce discussioni per ammazzare il tempo e cosi accade che a un certo punto la tua attenzione si posi nei discorsi qualunquisti esagerati e comprendi in un istante che ormai il pallone è stato soppiantato da ben altri e più nobili discorsi di caffè.
Senti la matrona parlare di economia e del fatto che ormai ai limoni al supermercato “non ci si può avvicinare”, come se te lo proibisse qualcuno, semmai non si possono comprare perché costano caro.
Senti della città che è sporca e a poco a poco l’argomento coinvolge sempre più gente.
Senti la gente parlare di smog e d’inquinamento ambientale fino al punto di toccare l’argomento che come sapete a me sta a cuore, il mio tormentone preferito, “in questa città e con questo clima potremmo campare solo col turismo” ed è a questo punto che un signore smilzo sui quaranta anni che sembrava distratto dai discorsi intorno a lui, vestito dignitosamente con giacca e cravatta interviene nella discussione con un’affermazione: “Avirità!”
La signora vistosi seguita incalza: “Perché signor Lei, non è vero?”
L’interlocutore annuendo replica continuando: “In questa città e con questo clima potremmo vivere solo con i turisti. Purtroppo questa è la città del mordi e fuggi e i turisti qui lasciano poco, sono di passaggio, prenda il caso delle navi da crociera, i turisti e come se fossero blindati, neanche ti ci fanno avvicinare, cosa vuole che lascino queste persone all’economia della città”.
Preso da tanta semplicità e competenza in materia, mi viene spontaneo il chiedere: “Complimenti, analisi inappuntabile, ma Lei è del mestiere? Lavora nel mondo del turismo?”
Il signore mi risponde: “Nell’indotto” e io a questo punto ancora più curioso continuo “mi scusi se sono indiscreto, ma lei che mestiere fa?”
E il signore abbassando la voce con sguardo guardingo mi risponde: “U scippaturi!”
Io toccatomi per istinto il portafoglio, chiudo immediatamente la conversazione e cambio posto e penso tra me e me, certo non era proprio questo il significato del “vivere solo di turismo” interpretato dal mio interlocutore come “vivere solo con il turista”, avere la “campata” con ciò che si riesce a rubare ai malcapitati turisti, facendogli passare il vizio di venire in città per questa vacanza indimenticabile.
Eppure questa è una città morta che appare viva nella microeconomia fatta da un euro alla volta e in pochi secondi, ai semafori, dove ormai tra un rosso e un verde si vende di tutto, dove se non stai attento ti vendono addirittura un divano o uno dei tanti materassi che arredano la città di questi tempi, mettendolo attraverso il finestrino nel sedile posteriore.
Sto parlando degli ambulanti irregolari che oltre a tartassarti anche in piena estate, quando hai l’aria condizionata rotta e ti costringono a stare con i finestrini chiusi, ti rallentano il traffico perché l’acquirente aspetta il resto. Ma io mi chiedo: “non esiste un codice della strada? Non esistono delle rigorose norme fiscali?” Eppure il tutto passa inosservato agli occhi di chi dovrebbe controllare impegnato in ben altro di più importante. Si, qui ormai tutto è tollerato, la città è di ventata più tollerante, siamo ormai una “grande casa di tolleranza”.
Certo poi si diventa rigorosissimi quando si ferma il pischello di buona famiglia sul suo ciclomotore nuovo e lucido o quando i computer incrociando i dati scoprono un tuo errore di pagamento di una tassa, di €. 0,50.
Ma che esempio siamo? Anche lo svedese che viene a vivere qui si abitua a quest’andazzo, anche il tedesco diventa furbetto. Il “turco” che arrivato in qualsiasi modo in città da realtà di fame e oppressione, da una terra dove solo a lamentarsi del dittatore si rischiava la condanna a morte e rubando un frutto si veniva amputati di una mano, tutto ciò non gli sembrerà neanche vero.
Chiunque giunge in questo paese della libertà, dove le regole ci sono, ma le rispettano i fessi, guardatosi intorno e scoperto che tutto è tollerato (a maggior ragione se sei un brutto ceffo) ha tutti i motivi per convincersi che in “questo paradiso” come diceva il Dr. Franchestin tutto “Si può Fareeeeeeee!”
Un abbraccio Epruno.

“Re e Viceré”

Voglio sconvolgervi dicendo qualcosa in controtendenza, ma nella quale credo. La politica è una cosa pulita, forse la cosa più pulita che oggi esista. Direte certamente che io oltre ad aver bevuto mi sia ostinato a non guardare televisione da anni ed abbia fatto di tutto per non tenermi informato.

Eppure non sto scherzando, se c’è una cosa bella, una bella invenzione di cui abbia potuto usufruire l’uomo, questa è la politica, la possibilità data all’individuo di poter partecipare alle scelte per il governo della sua polis ….. eppure.

La politica ed i politici sono lo specchio della società che li sceglie, quindi se il mondo va male perché addossare la colpa ai politici?

Se la nostra è una società malata e decadente non lo è perché sono marci i nostri rappresentanti, ma ci fa piacere e comodo crederlo!

La società va male perché forse siamo diventati dei “fanghi” e non meravigliamoci che tutto ciò che produciamo, finanche quando votiamo è del “fango”!

Non possiamo nasconderci sempre dietro un paravento, abbiamo avuto tutte le opportunità che una sana democrazia ci ha ridato, costruita a seguito di luttuosi eventi bellici, ma la nostra partecipazione alle sorti ed alla scelta della cosa pubblica è sempre più scemata fino ai giorni d’oggi!

Fateci caso, è stato sempre un manipolo di uomini a prendere il potere millantando partecipazioni oceaniche, fin dal tempo dei 1000.

Il nemico numero uno del nostro popolo siculo è stato da sempre il “Gattopardo” con quell’autorità ed autorevolezza pronta a dire l’ultima parola, a sputare l’ultima sentenza.

Da parte nostra siamo stati sempre alla ricerca di un padrone che ci sapesse ammaliare con la sua saggezza, fino a farci prendere coscienza che qualunque azione, qualunque iniziativa per cambiare lo “status quo”, sarebbe stata del tutto inutile poiché “tutto sarebbe cambiato affinchè tutto restasse come prima”.

Questa sentenza, come un macigno, emessa in un salotto nobile, da una persona da generazioni benestante, ci avrebbe dovuto far comprendere che da queste parti, il potere non combatte per difendere i propri privilegi, ma periodicamente sta attento alla finestra alla nascita di qualunque nuova iniziativa “di cambiamento” per convertirsi e riciclarsi in essa all’indomani della vittoria per continuare così a governare!

Fu borbonico, poi garibaldino, poi savoiardo ed in più fascista, democratico ed anche forzista ….. volete scommettere su cosa diverrà?