Quella sua faccia da duro che nascondeva una giovane età, solcata da rughe più consone a un contadino la vidi un giorno triste è piana di lacrime per avere perso ai rigori la coppa del mondo di football negli Stati Uniti e dire che il rigore finale lo aveva sbagliato Baggio. L’ho visto piangere soprattutto per ciò che aveva dovuto fare per giocare quella finale, essendosi lesionato il menisco nella prima partita del torneo. Franco Baresi per molti anni per me è stato un riferimento anagrafico essendo nato nello stesso anno.
Non mi meravigliano le lacrime quindi di Barzagli e quanto da lui detto perché è vero, di queste intense partite, dell’aver battuto squadre sulla carta più forti, dell’essere usciti ai quarti imbattuti ai rigori contro i campioni del mondo, di aver preso soltanto 2 goal in tutto il percorso, di aver schierato la difesa più forte dell’europeo, non resterà più nulla tra qualche tempo, soltanto l’esser stati eliminati ai quarti.
La memoria storica è spietata a maggior ragione se è riferita a fatti sportivi. In quanti ricordano i secondi e i terzi, già solamente di una competizione sportiva?
Soltanto quando lo sport incrocia eventi straordinari diversi ci si ferma a rammentare coloro che non vinsero. Accadde ciò a Dorando Petri che nella maratona olimpica di Londra venne squalificato perché stremato venne sostenuto negli ultimi metri dagli stessi giudici per tagliare il traguardo. Accadde ciò per Renzo Pasolini definito l’eterno secondo di Giacomo Agostini nelle moto, poiché morì a Monza nella gara che Agostini si rifiutò di correre poiché la pista era rimasta sporca dalle gare precedenti e sfortuna, su sfortuna anche in quell’evento tragico Pasolini dovette lasciare il primo posto del podio della memoria al promettente campione Jarno Saarinen che condivise con lui il tragico destino nella domenica detta “del diavolo”, la stessa in cui il Milan perse all’ultima giornata lo scudetto nella “fatal Verona”.
Lo sport è pieno di lacrime di gioia e di delusione, perché sei li a un passo da un grande obiettivo, perché sei pieno di adrenalina a causa del lavoro di un allenatore motivatore che ha lavorato più sul gruppo, dovendo fare i conti con una tecnica non eccelsa.
Ma le lacrime servono per crescere, anche per i campioni come Barzagli e Buffon che giocano nella squadra più forte d’Italia e tra le più forti d’Europa, affinchè possano loro per primi aver rispetto dei loro avversari i quali ogni volta che giocano contro la Juve e come se si giocassero una finale e più piccola è la squadra, più questa diventa la partita della vita.
Ne ho visto tante ingiustizie verso i più piccoli, ne ho viste tante lacrime …
Ieri che i grandi numeri hanno dovuto dare ragione alla Germania, mai vincitrice in questi importanti eventi, contro di noi, almeno da “Mexico 70” ad oggi, rimarranno le lacrime dei compagni di squadra e i rimorsi di chi non ha segnato i rigori, ma null’altro, nella storia sportiva che non sia un rammarico personale.
Un rigore sbagliato, non si dimentica per tutta la vita.