Mi sono chiesto questa notte: dov’è l’Idaho?

Carissimi,

questa notte nel tentativo di prendere sonno pensavo: “Ma lo stato dell’IDAHO, dove cavolo sta e soprattutto con chi confina?”

Lo so, prima che me lo chiediate voi me lo chiedo io: “Ma che ca*** di problemi hai?”

A voi sembra una cosa da poco, ma a me piace sempre “stare sul pezzo” e in momenti come questi dove se disperatamente pressate il tasto di un cambia canale e vi trovate davanti ad un notiziario o si parla di emergenza Covid con tutte le paure che comporta o si parla dell’altra paura (ovviamente per chi non lo supporta/sopporta) e cioè, la possibilità che “ciuffettino biondo” possa essere riconfermato per un secondo mandato (cosa scontata per gli ultimi presidenti, ma ormai numericamente impossibile quest’anno).

I pensieri ormai sono solo geografici poiché questo periodo straordinario sta sembrando una alfabetizzazione elementare su cose basilari e semplici, quali lavarsi le mani (e qui la D’Urso ha aiutato tanto l’Italia), conoscere la geografia, gli stati e le regioni per riuscire a comprendere il DPCM, cosa che ormai insieme alla parola “ordinanza” e sulla bocca di tutti, come le esternazioni colorate sull’albero genealogico del presidente del consiglio.

Paradossalmente se all’uomo di strada chiedi, cosa ha fatto il Palermo, oggi potresti sentirti rispondere “non lo so”, ma se chiedi cosa è un DPCM all’operatore ecologico della tua zona ti sentiresti rispondere: “Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (D.P.C.M.). Trattasi di una fonte normativa secondaria in forma di atto amministrativo, adottato per mettere in pratica cose previste in norme precedenti, o per varare regolamenti attuativi.”

Ti verrebbe di rispondergli: “estiquatsi!”

Ricevendo di contro una risposta; “e ci credo, dopo che è otto mesi che in TV ma fannu a turruni”.

Il significato è chiaro senza necessità di traduzione, ma il tutto evidenzia una partecipazione popolare consapevole, frutto di un indottrinamento forzato e pertanto io che ho speso venti anni a scrivere su domande del tipo “che cosa è l’uomo”, sono giunto alla considerazione di dovermi chiedere ancor prima di “cosa debba fare l’uomo”, la domanda delle domande “che cosa debba sapere l’uomo?

Per il momento è necessario che tutti sappiano cosa sia un “virologo” e cosa significhi “curva di contagio” a prescindere se sarà il Prof. Galli a presentare il prossimo Sanremo, ma fin quando questi numeri rimangono ballerini è interessante occuparsi della politica estera, della politica americana perché qui dalle nostre parti parlare di politica è tanto appassionante quanto parlare dell’estinzione della Capra Ibex.

Scopriamo tutti, ma non per curiosità, ma perché tutte le TV non parlano d’altro, il meraviglioso esempio di democrazia che è l’America (U.S.A.) e questo dentro i propri confini, poiché quando esporta questa democrazia all’estero con droni e bombe intelligenti, bisogna non solo limitarsi a conoscere la geografia politica, ma bensì conoscere anche la geografica economica (quella parte camurrusa e antipatica studiate ai tempi della scuole), scoprendo che questa democrazia si esporta generalmente non dove c’è fame, migrazioni e guerre per il cibo, ma dove ci sono ricchezze nel sottosuolo, ci sarà un motivo?

Pertanto tornando al bell’esempio di democrazia statunitense dove per giungere ad eleggere un presidente per un quadriennio, c’accumincianu un anno prima e finiscono quattro mesi dopo, non ci si può non affascinare su vicende personali di un uomo che potrebbe dichiarare guerra e portare morte nelle parti più sperdute del mondo, se ciò coincide con il desiderio di portare la democrazia, ma rischiare di contro di esser costretto alle dimissioni se scoperto sotto la scrivania della stanza ovale a fare sesso con una stagista.

Mi direte, ma queste cose in Italia, “in Paliermu” come vengono vissute? Non votate anche voi?

La situazione è più complicata, in America si vota per posta, di presenza, si fanno primarie, qui si fa tutto lo stesso, ma per finta, poiché lì si sceglie l’uomo più potente del mondo che rappresenta regolarmente due modi di vedere la gestione dello stato, quello dell’elefantino rosso repubblicano e quello dell’asinello blu democratico che altro non sono che due stili di vita diversi e spesso ci si rifà ai padri fondatori.

Qui a prescindere che chi si candida non rappresenta uno storico modo di pensare o un particolare modo d’intendere la gestione della cosa pubblica (intesa come bene collettivo), chi lo fa o cerca soltanto di risolvere la propria vita o lo fa con un progetto di accaparramento di tutto ciò che è pubblico con i propri uomini, lasciando il problema irrisolto alla fine del mandato e dando la colpa a chi lo ha preceduto e il tutto motivato da un manifesto nel quale ci si erge a paladino per la difesa o la memoria di disgrazie accadute negli anni remoti e dei quali non si è neanche stati testimoni.

Quindi capirete la differenza di passione che può mettere un elettore nello scendere da casa sapendo che il suo voto sarà determinante per orientare la politica di una nazione e di conseguenza del mondo e un elettore locale che esprimerà una preferenza per dare una parvenza di democrazia al momento elettorale e per consolidare di fatto un auto referenziato gattopardesco gruppo di gestione di “un circolo privato”.

Un abbraccio, Epruno

 

P.S. Lo stato dell’IDAHO, confina a nord con il Canada, ad est con il Montana e il Wyoming, a sud con Nevada e Utah e a nord con Oregon e lo stato di Washington ed esprime 12 grandi elettori. Anche questa è cultura in tempi di segregazione compartimentata anti-covid.

Sbarchi: regole e ordine sono parole di “destra”?

Carissimi
Ma “regole” e “ordine” sono mica diventate parole di “destra”?
Io non mi diverto a guardare tutto ciò che ci accade intorno ed è per questo che mi chiedo: “Quale mente malsana o in mala fede vuole alimentare tutto questo sfascismo facendolo passare per falso buonismo?”
Le migrazioni umanitarie o economiche sono da sempre esistite, ma ricordate Italiani o Irlandesi giunti in America attraverso gommoni e scafisti trafficanti di vite umane?
Vedo solo dai vecchi filmati navi traghetto affollate di povera gente che dopo giorni di navigazione esultava alla vista di quella enorme signora con la fiaccola della libertà a difesa della costa di New York. Al loro arrivo venivano accolti da un sistema organizzato che li identificava e li visitava prima di farli entrare nel territorio americano. Quanta gente è fuggita dalla povertà nei loro paesi e oggi ha fatto fortuna con loro generazioni integrandosi nel tessuto del paese che li ha ospitati. Leggi il resto dell’ articolo »

Dottor Cretino

Carissimi, accade spesso di partecipare a incontri di lavoro e come sempre incontrare lui, il “cretino di turno”, colui che è vero cretino, ma in qualche modo, con varie alchimie siede senza alcun “titolo professionale” al nostro tavolo.
Tutti non sapendo come chiamarlo, con molto imbarazzo lo chiamano “dottore”, perché lui, il più delle volte, preso dal suo complesso d’inferiorità è pure perfido e quando s’incazza fa danno.
Guardandolo pensate: “Non ci sono più i cretini di una volta, oggi finanche i cretini si fanno chiamare dottore”. “Che ne è stato del valore del titolo di studio?” “ Ma perché dopo anni di studio per una laurea importante non sono diventato ricco?”
E’ così che per una strana associazione di pensieri, mi viene in mente Peppino.
Peppino detto “Pippinu” era una persona umile in paese, non aveva che la quinta elementare presa chi sa Dio come e non brillava per intelligenza, diciamolo pure, era “cretino”, ma buono e se a questo sommiamo un’infanzia sfortunata, non si poteva non nutrire simpatia e affetto per lui.
Rimasto orfano e solo dopo la prima guerra mondiale i parenti lo imbarcarono sulla nave che portava in America per strapparlo a un destino di stenti e povertà.
Ormai grande e avanti con l’età Peppino un giorno tornò in paese dall’America per venire a deporre un fiore sulla tomba della madre.
Era diventato ricchissimo e ricordo ancora quella sera al Bar di Franco, quando tutti i paesani per festeggiarlo, lo invitarono a raccontare la sua vita negli States.
Lui in quell’italiano ormai stentato e con quel sorriso sornione e coinvolgente, non si sottrasse alla curiosità dei concittadini.
C’era chi gli chiese: “Peppino tu hai studiato?” “Ti sei laureato?”
Lui con la testa face cenno di no.
Gli domandarono: “Hai fatto un buon matrimonio?” “Un matrimonio ricco?”
Peppino divertito rispose di no.
Il barista gli chiese: “Non mi dire che hai rubato?”
Peppino con quel suo sorrisone, rispose “ma quando mai” e intraprese il suo racconto.
“Io sono arrivato povero e orfano e un commerciante ebreo mi prese con sé a lavorare, ma mi voleva bene come un figlio ed io ho lavorato come un mulo giorno e notte e così lui mi face mangiare e dormire in casa sua. Lui aveva tanti sordi, tanti palazzi, tanti business”.
Mi venne spontaneo dirgli:
“Ti ha adottato e ti ha lasciato erede universale?”
Peppino rispose: “No, quando mai”.
Io replicai: “Allora come è che oggi tu sei diventato così ricco?”
Peppino completò il suo racconto: “In punto di morte mentre io chiancia ed ero vicino al suo capezzale, lui mi fece cenno con la mano per farmi avvicinare e mi disse all’orecchio – Pippino, tu si cretino e te lo dice uno ca ti voli bene, t’avissi potuto lassari sordi e proprietà ma tu si troppu buono e ti l’avissi fatto futtiri, per questo lasso tutto e me niputi ca manno schifiato ppi na vita, ma a Te lasso na cosa chiù importante – e tirò fuori da sotto il cuscino…….”
A questo punto Peppino mi mostrò prendendola dalla sua tasca una piccola e vecchia agendina ormai rovinata.
Preso dallo stupore gli dissi: “E ti lasciò solo questa agendina senza valore?”
E Peppino allargando il suo sorrisone con grande soddisfazione e portandosi il dito indice sulla tempia mi disse: “A me lasso i canuscienze!”
Ora non so che tipo di conoscenze avesse ereditato e quale fosse la natura del “business” del suo padrone ebreo, e non lo voglio sapere, so solo che quando morì Peppino era un uomo tra i più ricchi e influenti di Detroit, oggi una fondazione porta il suo nome e si dice che con lui in vita, quando il partito repubblicano doveva scegliere i candidati per la presidenza degli Stati Uniti, i grandi elettori si rivolgessero a Peppino per l’ultima parola.
Si è vero, chi vi sbatte in faccia titoli e ricchezze il più delle volte sovrastimate, non è nessuno, spesso è “il cretino” di cui all’inizio che con tanta furbizia seguendo un altro cretino o un marpione a cui serviva un utile idiota, si ritrova in alta quota dove l’ossigeno è più rarefatto e bisogna dosare le energie.
Il piacere di non sporcare la propria intelligenza, di vantarsi di non essere nessuno e non avere un ruolo e un privilegio di pochi i quali però finiscono per “conoscerli tutti quelli che contano” poiché per dirla come Peppino, “la vera ricchizza su i canuscienze”.
Un abbraccio Epruno.

(Articolo pubblicato su www.ilsicilia.it il 21/07/2017)