Carissimi

“Sao ko kelle terre per kelle fini que ki contene trenta anni le possette parte Sancti Benedicti”.

Adesso che avete capito il mio livello di cultura posso fare il Ministro della Repubblica?

Oggi a quanto sembra non basta più il selfie, l’immagine da ovunque, i nastri tagliati e le interviste le ospitate televisive, ma in alcuni casi occorre anche mostrare di avere studiato.

Adesso che il titolo di studio, come abbiamo visto nei nostri precedenti discorsi, va via con il pane e viene regalato come supplemento del giornale sportivo, non sembra essere più di moda la laurea per ricoprire ruoli apicali, ritornando di fatto a quanto accadeva nel dopoguerra quando un titolo di ragioniere rappresentava una carta vincente da spendere per arrivare ai vertici della società.

Oggi hai la laurea o non hai la laurea, se vuoi fare il ministro, devi fare vedere che hai studiato e che qualche cosa ti è rimasta nella mente.

Certo ci avrei sperato nel fatto che il ministro della cultura quanto meno “fosse stato un ragazzo che studia e che si fosse preso una LAURA specialmente in questo periodo che le Vacche sembrano godere di ottima salute”, ma che ci volete fare, governa A o il contrario di A alla fine sono sempre i “circoli” a scegliere e per me che ho soltanto letto “il Circolo Pickwick” me ne devo fare una ragione.

Intendiamoci questo è il loro modo di pensare, ma non di certo il mio, poiché le sovrastrutture di governo politico della società altro non sono che personaggi catapultati a fare da tappo e riferimento politico nei vari ministeri, nei vari assessorati, nei vari uffici dove sappiamo tutti è la burocrazia che si perpetra e si mantiene longeva a governare, in alcuni casi divertita ad osservare, il passaggio temporaneo di soggetti che urlano e promettono di stravolgere il mondo (sia che lo paragonino ad una scatoletta di tonno, sia che lo vedano come una istituzione borbonica) come effetto di “uno scruscio di scupa nuova”.

E’ evidente che ogni qualvolta avviene una consegna dei lavori e qualcuno vada con le braccia conserte davanti alle telecamere a dire “abbiamo detto ,abbiamo fatto” sappiamo benissimo che costoro non hanno fatto un bel nulla, ma tutto ciò è stato fatto dalle strutture tecniche e amministrative che danno continuità alla struttura della società, ma noi siamo obbligati a crederci, come all’esistenza di Babbo Natale.

Pertanto al di là del fatto che come abbiamo visto spesso e volentieri determinate carriere che si infrangono sul troiame (femminile, maschile o diversamente) poiché sono tante le tentazioni che si aggirano “nel palazzo”, è ciò che rappresentano questi scandaletti che danno la conferma che la nostra non è una società seria.

Quindi mi viene da sorridere al fatto che un ministro possa essere costantemente atteso al varco per le sue dichiarazioni, poiché non sta scritto da nessuna parte che questi debba parlare in qualunque occasione (la penso come Porro), confrontarsi con i vari auditori  e fare una bella vita mondana che la quasi totalità dei suoi “sudditi” (scusate il lapis del suo elettorato), si può sognare.

Ma voi credete che costringere un ministro o una carica elettiva (di qualunque schieramento politico) a sorbirsi, le inaugurazioni delle stagioni liriche (ad esempio) delle più importanti istituzioni musicali, possa servire ad istruirlo al gusto e all’ascolto della musica sinfonica e lirica?

Pertanto, fossi in loro mi limiterei, come sarebbe più opportuno, ai saluti e ai convenevoli e soprattutto allo “stare seduto a lavorare con la luce dello studio accesa fino a tardi”.

Non mi scandalizza più nulla se non, come avviene nel calcio, la totale assenza di “schemi di gioco” in un campo di calcio dove ognuno fa di testa sua i fatti propri.

Un abbraccio, Epruno