“Con la cultura non si mangia” disse Giulio, quell’altro ancora, non certamente Giuliano della Rovere, Papa Giulio II, lui si che aveva ben chiara l’importanza dell’arte tanto da ingaggiare per dipingere un patrimonio dell’umanità un bizzarro artista come Michelangelo
che guarda caso morirà anziano e ricco.
Di cultura si mangia e come … e anche vero che di molte della grandi opere giunte a noi non è rimasta memoria dei loro creatori che comunque per la loro epoca furono onorati, compensati e riveriti.
“Con la cultura non si mangia”.
Non credo che il Giulio, cultore della moderna economia, credesse in ciò, la gaff a mio parere è più che altro riconducibile alla convinzione che la creazione artistica è stata sempre frutto di tormento e tranne coloro che ebbero la fortuna d’incontrare mecenati, gli altri, morirono in miseria non abbastanza apprezzati in vita o conducendo spesso esistenze balorde.
I mecenati di oggi, sono il mondo dei collezionisti, delle gallerie e dei musei.
Oggi l’arte è anche un business e se i grandi artisti dell’epoca avessero avuto l’opportunità di vivere in un mondo come quello odierno della comunicazione organizzata probabilmente avrebbero fatto vite da nababbi.
Quindi non è vero che “con la cultura non si mangia” e vero di contro che nel nostro paese c’è ancora poca managerialità all’altezza di sfruttare l’enorme risorsa del patrimonio culturale e un ministro, vertice massimo di questa managerialità, che seppe farsi scappare quanto sopra, ne è la triste testimonianza.

(Scritto e Letto nel 3° Episodio di Status Donne – Su CTS – Format di Paola Carella)