Carissimi …. Immaginate di volervi godere la nostra Palermo avventurandosi in una passeggiata in bici all’interno di quello che era da sempre detto centro storico. Procedendo con prudenza ed avendo la possibilità di godersi la passeggiata non di corsa, potendo guardare con il naso all’insù, scopriremmo una città bella, pregna di storia, diversa da quella che di fretta quotidianamente ci si pone davanti gli occhi.

Si, mi direte voi, ma chi è quel folle che guidando, anche la semplice bici, si può permettere di alzare gli occhi in alto con tutte le insidie che la viabilità odierna ti offre?

Pur sorvolando sulla insidia arrecata dalla distrazione dei conducenti delle “auto-cabine” telefoniche dove ormai con regolarità ed impunità i conducenti guidano utilizzando una sola mano, mentre l’altra è intenta a sorreggere il telefonino, pensate che andare in strade sgombere da traffico, oggi, nella nostra città, risulti un esercizio semplice e sicuro?

La risposta e pleonastica. Una di quelle cose nel tempo è veramente peggiorata in queste città è la qualità delle strade e soprattutto della sua manutenzione. Avendo girato molto, mi viene difficile in Europa, ricordare condizioni dell’asfalto stradale più brutto di quelle di Palermo, neanche nelle strade di campagna dei vari paesi comunitari. Eppure, abbiamo fatto abitudine anche a ciò. Prima possibilmente ci imbattevamo in strade che presentavano un tale livello di degrado in piccole traverse nelle periferie, oggi questo accade nelle centralissime strade. Chi cammina in auto, o meglio in questi nuovi “furgoni” chiamati S.U.V. con i nuovi potenti ammortizzatori, probabilmente poco risente dell’influenza delle buche.

Per chi come il sottoscritto cammina in moto o per chi peggio pretende di circolare in bici, oggi è costretto a mettere a repentaglio la propria incolumità continuamente. Girando in moto, ci si fa una cultura sulla pavimentazione stradale, passando dall’asfalto usurato, alle vere e proprie voragini per finire ai subdoli incanalamenti delle corsie preferenziali creati dai pesanti autobus, nei quali una volta entrati è difficilmente possibile uscirne per cambiare direzione. Ma dove non ha potuto il frutto dell’usura temporale, “grandi scienziati” ci hanno messo del proprio, attraverso il posizionamento di “dissuasori”, “occhi di gatto”, “catarifrangenti” e capolavoro dei capolavori, quelle pericolosissime “piramidi maja”, in via Libertà, in corrispondenza degli attraversamenti pedonali. Chi come me aveva fatto buon allenamento con la vecchia pavimentazione di via Roma, con i suoi cubetti di porfido, era cresciuto in una generazione di motociclisti e guidatori con il “collo taurino”, forgiato con le vibrazioni causate alla muscolatura dei polsi o le sollecitazioni alla cervicale, pensava di essere abituato a tutto! Che dire infine delle vere e proprie “balate” della Discesa dei Giudici o Via Lattarini che in occasione di particolari condizioni meteorologiche diventano delle vere e proprie piste di pattinaggio, a maggior ragione se hai la fortuna di transitarvi dopo che un auto o camion abbia perso dell’olio o fortuna delle fortune, mettendo la ruota su una di quelle lattine buttate ineducatamente per terra! Il tutto non può che lasciarci una certa rabbia perché tra le tante cose, tra i tanti servizi che una gestione amministrativa e tecnica di una città ti fornisce, la strada è il servizio più “democratico” di tutti, poiché la strada la usiamo tutti, ricchi o poveri. Pertanto, a prescindere che si voglia fare i turisti nella nostra città, vuoi vedere che risulta più prudente una sana passeggiata a piedi? …. Un abbraccio, Epruno.