Archivio per la categoria: Epruno – CULT (Rubrica su CULT Magazine)

Epruno CULT – Novembre 2011

Carissimi …. Quanti di Voi la mattina per consuetudine o “lagnusia” si reca a fare colazione al bar? Si, siete in tanti! Certo non ci sono più i “mitici” caffè bar che fecero letteratura, ma di contro sono nati efficienti esercizi che mantengono alta la bandiera della buona pasticceria o rosticceria palermitana. Conoscevo un tizio che era in grado di creare una carta tematica della città dove erano segnati i locali gastronomici in funzione della loro specialità nella quale eccellevano. Così, se parliamo di calzone al forno sappiamo che il migliore si mangia certamente in quel bar, non molto lontano dalla fiera. Se vogliamo mangiare la mitica mousse sappiamo che essa può esser goduta in quel bar non molto lontano da villa Sperlinga. Se vogliamo mangiare il miglior calzone fritto, a patto che esso sia consumato quasi caldo, da non farsi scottare dall’acquetta del suo contenuto, non è di un bar che parliamo ma di una mitica rosticceria, non molto lontana da un Assessorato Regionale importante. Mentre se vogliamo mangiare le migliori arancine ……. Che ve lo dico a fare, mi avete già capito. E potremmo continuare, vista la grande presenza di bar attentatori della nostra linea. Così capita che la mattina ci alziamo senza che troviamo il tempo di fare una sana colazione modello famiglia felice che vive vicino a un mulino, ci precipitiamo in ufficio e poi decidiamo di scendere per fare colazione al bar e la chiamiamo colazione, questa mitica ingurgitata di grassi che fanno tanto bene alla nostra mente ed al nostro umore, ma che fanno a cazzotti con le transaminasi. Ma in questo rito tribale della colazione al bar, se si presta attenzione i sociologi potrebbero individuare e classificare gli esseri umani, a maggior ragione quella categoria o specie umana detta degli “impiegati”. I bancari, ad esempio sono facilmente riconoscibili per il loro look giacca e cravatta, i loro orologi tenuti ben visibili e spesso ben oltre le loro possibilità, ed il procedere in branco un passo indietro il loro capo. Gli impiegati della pubblica amministrazione procedono invece per linee orizzontali, uno accanto all’altro. Ma è dal modo di consumare che si comprendono spesso le turbe mentali. Ci sono coloro che entrano nel bar e hanno già le idee chiare, vogliono un caffè e basta, mentre ci sono coloro che aspettano che tu scelga per dire, “anch’io” e lo farebbero anche se tu avessi detto “la cicuta”. Questione di personalità! Ci sono quelli che aspettano di capire a chi toccherà pagare per prendere di tutto, anche le razioni del giorno dopo. Ci sono poi quelli odiosi che escono e ti ricordano la turnazione con la quale si è pagato fino a quel momento, stando attento che il tutto venga rispettato e che alla fine ognuno abbia pagato per se. Ci sono poi i “simil tirchi”, coloro che si fanno odiare dagli esercenti con le mezze porzioni, che dividono la qualunque, finanche i mignon o che dicono, io ne prendo la metà se c’è qualcuno che divide con me? E così anche se tu hai voglia di consumare un pezzo per intero sei costretto a dividere. Ma se c’è una cosa che mi da un fastidio indescrivibile, sono coloro che prendono il “cappuccino dei poveri”, ossia colore che prendono il “caffè” e poi chiedono: “mi scusi, ci metterebbe un po’ di latte?” Nel caffè?? O è caffè o è cappuccino? Che senso ha rovinare il “divino caffè” facendoci versare del latte di sopra! Già è un crimine aggiungere lo zucchero che ne falsa il gusto, figuratevi il latte!! De Gustibus……Un abbraccio, Epruno

Epruno CULT – Ottobre 2011

Carissimi …. Lo dico spesso, se oltre questa vita, esiste un inferno, questo sarà popolato da un solo cliente, Martin Cooper (83 anni il 26 Dicembre prossimo), colui che ha inventato il telefonino. Posso apparire stolto nel ripetere determinate cose, ma credetemi del telefonino ne avremmo fatto tutti a meno e potrei portarvi le prove. Questo strumento infernale che inizialmente doveva servire per fare telefonate in movimento, oggi fa quasi tutto e tra poco non vi permetterà soltanto di telefonare. Questo aggeggio infernale (ecco perché reputo che il suo inventore, certamente ci andrà) ci ha cambiato peggiorandola la nostra vita. Intanto, ormai è scontato che attraverso il suo auricolare, la prima frase che ascoltiamo è “dove sei”, rassegnati al fatto che “come stiamo” non interessa più a nessuno. Inoltre tra qualche tempo non ci meraviglieremmo se dovessimo leggere sui giornali il titolo: “multata signora che guidava omettendo di parlare al telefonino”! Ormai è una prassi diffusa, una mano, si spera sul volante e l’atra a reggere il telefonino. Fermatevi ad un incrocio e provate ad osservare 10 macchine in transito consecutivamente, scoprirete che almeno 7 sono condotte da gente che sta parlando al telefonino (uomini e donne indistintamente). Io impazzisco alla sola idea di esser travolto da qualcuno che guida distratto da una telefonata, e dire che era famoso il detto “una telefonata ti allunga la vita”! Ma cosa ci vorrebbe ad accostarsi e fare una telefonata? Si presuppone che da qualche punto si sia partito? Si faceva la telefonata e si scendeva cinque minuti dopo? Oppure, costretto a rispondere necessariamente senza potersi fermare, ci si muniva di quei dispositivi che ci permettano di rispondere, parlare al telefonino senza staccare le mani dal volante. Oggi mi rendo conto che chi ha una “mini macchina”, ad un volume solo per non far nomi, non è più una persona di spirito, ma un povero disgraziato! Oggi mi sto rendendo conto che la E no, tu sei per strada ed al cellulare per “lavoro”, perché oggi siamo tutti indaffarati e le nostre giornate di lavoro sono interminabili e non possiamo fermarci un istante. Così mi risponderesti! Ed allora ancora più inusitatamente inalberato io mi chiedo: “Cara Standard and Poor’s … ma con tutto questo cribio di gente che lavora 24 ore su 24, sempre per strada, me lo spieghi come fai a declassare il nostro paese? “Nniscisti da casa ppi cunsumari a mia?” (sei uscito dall’uscio per arrecare danni al sottoscritto?) Costretto a veder salire vertiginosamente i nostri mutui, per i tuoi capricci. ……Un abbraccio, Epruno.macchina la si sceglie molto grande, non perché ci si prepari a fare un ride tra le piste afgane, ma perché ormai in macchina si fa tutto tranne che guidare. La macchina oltre ad esser una grande cabina telefonica, è un grande appartamento uso ufficio, dotato di tutte le suppellettili fatte apposta per un soggiorno comodo. Noi figli del disagio dovuto al “cambio della 500” quando si faceva sesso sui suoi sedili ribaltabili, dopo aver oscurato con i fogli di giornale i finestrini, chiederemmo a costoro: “Ma cosa caspita ci devi fare in macchina? Perché sei sempre in mezzo alla strada con questi T.I.R. camuffati da macchine per la famiglia? Forse per rendere difficile la mia vita e quella di coloro che devono, soltanto e nel minor tempo possibile, andare da un punto ad un altro?”       E no, tu sei per strada ed al cellulare per “lavoro”, perché oggi siamo tutti indaffarati e le nostre giornate di lavoro sono interminabili e non possiamo fermarci un istante. Così mi risponderesti! Ed allora ancora più inusitatamente inalberato io mi chiedo: “Cara Standard and Poor’s … ma con tutto questo cribio di gente che lavora 24 ore su 24, sempre per strada, me lo spieghi come fai a declassare il nostro paese? “Nniscisti da casa ppi cunsumari a mia?” (sei uscito dall’uscio per arrecare danni al sottoscritto?) Costretto a veder salire vertiginosamente i nostri mutui, per i tuoi capricci. ……Un abbraccio, Epruno.

Epruno CULT – Luglio 2011

Carissimi

…. E’ li in quell’angolo, coperta da un sacco di oggetti inutili, che si sono accumulati durante l’anno. Ora che ci penso è li da quando l’ho comprata, bella, con tutti gli accessori, con un bel manuale che ne illustra il funzionamento e la solita fotografia di “Big-Jymm” e della “Donna Bionica”, con quelle loro tute attillate e quelle canottiere da fitness larghe, di dieci taglie superiori per farti vedere i bicipiti ed i pettorali. Tu adoperi la cyclette per 10 minuti al giorno e diventi come questi alieni. Ma lo capisce pure Salvatore il mio barbiere, nella sua pura semplicità, che non può mai essere che dieci minuti di pedalata ti fanno diventare come loro, ed proprio questo il motivo per cui mi arrendo subito dopo averla comprata. Quindi per aggredire la mia estate, la breve estate del lavoratore, devo trovare altri metodi per non sfigurare. La dieta seguita dal dietologo, ma anche in questo caso a scoraggiarmi personalmente è il fatto che non abbia mai trovato un dietologo più magro di me! Allora, mano alla dieta fai da te, modello “fame in India”, classica che ti consiglia fin dall’inizio di levare pane e pasta e così, convinto dei tuoi successi dopo due giorni hai perso tre chili (effetto della ritenzione idrica), poi togli i formaggi, sono prevalentemente grassi, poi levi gli alcolici, i dolci, i gelati ma devi bere molta acqua e dopo aver levato tutto, levi la targhetta dalla porta di casa e ti organizzi da solo le esequie …… risultato, dopo una settimana, ti mangi anche tua moglie e rimetti non solo i chili persi, ma ne aggiungi altrettanti.

Per la palestra è tardi, non ti rimane che fare la prova costume, ma ti accorgi subito dopo aver inserito la prima gamba che quest’anno dovrai cercare un costume nuovo. Li cominciano i guai. Dove si compra generalmente il costume da bagno? Nei negozi di articoli sportivi dove una solerte ragazzina tra musica tecno sparata al massimo, ti guarda con commiserazione dicendoti “non trattiamo le tagli forti, dovrebbe cercare in un negozio più consono alla sua età!” Tu la guardi con l’espressione di chi si chiede se dall’età che ha potrebbe essere figlia delle tue scorribande giovanili e toltoti questo dubbio, pensi alla sua povera mamma che di anche nelle notti invernali, all’agghiaccio ha dovuto fare sacrifici in Favorita per farla crescere dignitosamente. Giri i tacchi e te ne vai alla ricerca di un negozio che potrebbe avere quelle taglie forti e scopri che non erano taglie forti, ma che i ragazzini sportivi, hanno fatto diventare i loro costumi sempre più simili ai francobolli. In un negozio di abbigliamenti serio, trovi anche il tuo costume. Lo compri, ma devi vincere la riottosità ad uscirci con questo costume ed il sabato, giunto al mare, esci dalla tua capanna e ti aspetti, che il mondo ed i suoi brusii piombino in un terribile silenzio e ti aspetti tutti gli occhi sul tuo “panzunieddru”! Apri la porta e ti lanci, ma diversamente dalle tue aspettative “non ti fila nessuno” e scopri, che non sei il solo, vedi la signora che è già nera dall’abbronzatura già a gennaio, spiaggiata sulla sua tovaglia e siccome “Dio è Grande”, lo è diventato anche il suo enorme “lato B”, con un anno in più. Quando comprendi che sei nella normalità legata alla tua età e stai per rilassarti, quella splendida ragazzina “profumiera” le cui procacità debordano dal bikini, ti sorride e ti dice “Signore, l’etichetta!” e tu sorpreso positivamente da tale attenzione, rispondi “Come?” Lei con sguardo deridente ripete “L’etichetta! Ha dimenticato di togliere l’etichetta col prezzo dal costume!” In un attimo, inizia e finisce la tua estate in spiaggia ……Un abbraccio, Epruno.

Epruno CULT – Giugno 2011

Carissimi …. Chi osteggia “il bello della vita”? E quindi chi osteggia la nostra voglia di prendere il meglio dalla vita, seppur vivendo tra pensieri e difficoltà? Ma “lui”, sempre e solo “lui”, il nemico di tutto ciò, “il Cretino”!!! Sono stati scritti fiumi di parole sull’argomento ancor prima dell’avvento dei Gialisse.! Il nemico “della contentezza”, con tanta cattiveria agisce così, perché non ci arriva, o meglio, non ci può arrivare e quindi deve ostacolare qualunque tentativo altrui di trovare una soluzione sulle strada “dell’Essere-Bene”…….Chi non ha un vicino di casa che si oppone alla vs. voglia di ascoltare musica in orario consentito? Chi non ha il collega di ufficio che passa la vostra vita ai raggi “X” e vi mette in guardia, in maniera molto invadente, su qualunque cosa voi arriviate a pensare di possedere?  Per non parlare di quella categoria che gode a tarparvi le ali, fin dai vostri sogni, nella remota paura che realizzando i vostri, dimostrereste in maniera inappuntabile che loro e solo loro sono dei falliti? Sognare! Quale grande ricchezza a costo zero!…Eppure, penso spesso a quegli “eroi” dei giorni d’oggi, che per poche lire si sono dati volontari come coloro che custodiscono la centrale nucleare giapponese danneggiata dal terremoto. Costoro, come quelli, sicuri che della propria attività ne moriranno, non necessariamente, fisicamente, ma moralmente ed a poco a poco, in una lunga agonia che spegnerà a poco a poco i sogni coloro che non conoscono il ns. lavoro, non solo lo giudicano, ne pretendono i risultati e quel che è peggio, ci formano!!! …. Giovenale avrebbe detto “chi controlla i controllori?” Nell’epoca dei computer “cretini”, i controllori? ….Quanto spreco di denaro e di “risorse umane”…..Un abbraccio, Epruno.di una intera giovinezza e con essa tutti i desideri, con la scusa di vivere magari soltanto per un lavoro routinante o per i figli! Certo magari si consolano, perché anche se minimamente, ricevono un pezzettino di responsabilità che li fa sentire importanti perché la lampadina in strada, davanti a quel numero civico sta accesa per merito loro! Oppure quel bilancio è attivo grazie alla loro solerzia ed in questo “mondo piccolo” in qualche modo non dico che si sentano realizzati, ma quantomeno si giustificano e potrebbero vivere tranquilli. Purtroppo anche quest’ultimi hanno i loro “nemici della contentezza”, quella categoria di “saporfiti” che vive avendo come lavoro, il controllo degli altri, quei piccoli “Kapò” dei giorni d’oggi che affollano quelle strutture che una volta chiamavamo “personale”, ma sembrando sminuitivo per giustificarne il lavoro, col tempo abbiamo imparato a chiamare “organizzazione risorse umane”! Costoro, che mediamente non hanno mai fatto un giorno di vero lavoro (fatica), controllano la produzione altrui mediante “brunettesche” schede “obiettivi”. Costoro, pronti a dire sempre no ai colleghi, tra un caffè ed una sigaretta e ad esser di compagnia per il capo, nel rito panino di mezza giornata, si arrogano il diritto di parlare di produttività altrui, quando non sarebbero in grado di sollevare una penna da soli! … Ecco che cosa certe volte può portarci frustrazione, il pensare che Anche Epruno per festeggiare i 10 Anni di CULT, ha raccolto nel suo sito www.epruno.it e nel blog http://epruno.blogspot.com gli articoli scritti in questi 6 anni di collaborazione amichevole.

Epruno CULT – Maggio 2011

…. Immaginate di trovarvi in una bella giornata primaverile a sistemare le copie di dieci anni di “CULT”, soddisfatti per la vostra completa collezione in questa prestigiosa ricorrenza, ma distrutti essendo venuti fuori da un “trasloco”. Lo so, già molti di voi al solo sentir nominare la parola “trasloco”, provano un inspiegabile brivido lungo la schiena ed il ritornare di “tic” nervosi. Da ciò è passato anche il Vs. Epruno. Cambiare casa, corrisponde a cambiare abitudini, zona, contesto, ma molto spesso corrisponde a trasportare una “vita”, dopo averla sezionata, impacchettata e secondo le pretese più ottimistiche, ordinata. Partiamo dall’organizzazione di un tale evento, ad iniziare dalla scelta del giorno, la domenica mattina, momento storico in cui generalmente alle 6.00 si da il via al trasloco, anche per non arrecare fastidi alla circolazione e ai negozi sottostanti.

Credetemi, potrete aver previsto ed organizzato il tutto per non crollare nella paranoia, ma la mattina programmata per il tanto temuto trasloco, entrerete in uno stato che definire “trans” è poco. Inizierete dal vedervi invasa casa da un esercito di “omoni modello armadio quattro stagioni” che si sforzeranno di mostrare una certa grazia e delicatezza nei riguardi dei vostri effetti personali, ma li guarderete con terrore mentre con quelle “poderose manone”, saranno intenti ad incartare le vostre porcellane o il vostro “servizio buono”. Ma quello che rappresenterà per molto tempo un trauma per Voi, sarà la conoscenza “dell’emergenza cartoni”, poiché in un istante sarete invasi da tanti di quegli scatoli di cartone, per lo più di piccole dimensioni, dei quali difficilmente vi liberete prima di dieci mesi dalla data del trasloco. Sarete soddisfatti di come la ditta procederà ordinatamente nell’impostare in questi scatoli, dopo averli numerati e titolati, i vostri libri, i vostri soprammobili, affinché secondo Voi, una volta stabiliti nella nova casa, sarà una sciocchezza il poter ricomporre lo stato i fatto. Illusi …… è proprio quello il momento nel quale prenderete consapevolezza della Vs. età, di quanto per anni avrete comprato e soprattutto avrete conservato perdendone spesso memoria ….. e facendo valido il mio detto che “avere e non ricordarlo e come non avere”. Non parliamo dello sgombero delle soffitte, dei camerini o dei soppalchi nei box, posti destinati a conservare quanto nell’attuale non usiamo e di fatto anticamere delle cose da buttare, poiché cadranno nel dimenticatoio fin quando non sarà necessario un ulteriore “spurgo” per fare spazio ad altre cose che in quel
Ecco, che avremo la consapevolezza di conservare di tutto, anche le cose più inutili e che questo “di tutto”, costituirà un peso ed un ingombro ed allora vi renderete conto che non basteranno due giorni, per smontare una casa e depositarne il contenuto in un’altra, e non basteranno quattro camion appositamente dedicati e mentre loro (i traslocatori) benediranno la piattaforma mobile che salirà i pacchi e l’arredo, voi sarete intenti a picchiare l’amico incontrato per caso che vi dirà “cosa vuoi che sia un trasloco? Io ne ho fatti sette in vita mia!”    ……….. Un abbraccio, Epruno.contesto attuale non useremo.

Epruno CULT – Marzo 2011

Carissimi …. Seduto sulla poltrona del barbiere (l’ormai ben noto Salvatore), proprio mentre con un panno caldo a coprire la faccia, mi sottopongo al rilassante rito del taglio della barba, sento sussurrarmi delle parole all’orecchio: “Scusi, Dottore ….. sono in imbarazzo, ma di Lei mi posso fidare! Sono stato TAGGATO, mi hanno detto, ma io nun sacciu mancu chi significa!!! Mi devo preoccupare?” Ah….Il progresso che corre come una locomotiva impazzita, aveva investito anche il povero Salvatore!! “Salvatore, non mi dica che anche Lei è utente di FB?” dissi pieno di stupore! E lui intento a rilassare la pelle della mia faccia, con ancor più meraviglia …”utente di che?” Ho capito, siamo alle solite, in una società di “consumatori”, “eletti” e “spettatori” anche l’uomo qualunque, l’uomo tranquillo e semplice, era stato tirato per i capelli (e mai per la professione svolta, si trattò di termine più appropriato) nel mondo virtuale di Mark Zuckerberg, il giovane inventore di “Faccia Libro”.
“Salvatore, Lei naviga su internet?” e Lui, “No! La sera accendo il computer che ho regalato a mio figlio, vado con la “freccina” su una “e minuscola azzurra”, poi lo schermo inizia fare una serie di rumorini, tipo campanelli, pernacchie etc.. e mi spunta una pagina con una barra azzurra con in alto una scritta …… aspetti, che ho il bigliettino nella tasca, dove ho appuntato il nome….. ecco …. FACEBOOK ….. e li sotto una serie di piccole fotografie di persone, con accanto una serie di frasi sparati a cazzo!”
Ed io “quindi Lei ha un profilo su Facebook?” E guardando allo specchio riflessa la faccia di Salvatore, non tanto persuasa, e con la paura che tale distrazione lo portasse a far danno, tentai di spiegarmi meglio. “Lei Salvatore, ha un computer, giusto? Lei la sera lo accende, attende che il modem si collega alla rete (ecco i suoni e le pernacchie) ed attraverso la “e” di “explorer” si collega con internet, dove suo figlio ha scelto come pagina preferita per l’ingresso, la pagina di FACEBOOK.” L’amico barbiere che stava asciugandomi la faccia con la tovaglia, seccamente mi risponde …. “Dottore, nun sa pigghiassi a male, ho capito solo una parola di quello che Lei con grande cultura mi ha detto …..INTERNET ….. per quanto riguarda questo FACEBOOK, non so cosa ci faccia nel computer di mio figlio! So che Lui ci gioca, sente musica, parla con i compagni di scuola e non so come fa ….. ma ci mette pure fotografie della nostra famiglia, scattate al billino di Scopello!” Venne spontaneo chiarirgli “Salvatore, Suo figlio naviga su Facebook e probabilmente le ha creato un profilo ed attraverso questo, una Sua fotografia è stata inserita, in internet, qualcuno l’ha riconosciuta e l’ha TAGGATA, nel senso che ha inserito il suo nome, nulla di male, certamente è stato qualcuno che la conosceva!!” E Lui, accigliato rispose “Dottore, questo significa? Qualcuno che mi conosceva? Ho capito, ci deve essere qualcuno a cui ci mancianu i manu e si sta divertendo con me! Mi arrivano messaggi strani, con troppi particolari intimi ….” Povero Salvatore, il “www” avrebbe da questo momento messo a dura prova la Sua privacy……….. Un abbraccio, Epruno.

Epruno CULT – Dicembre 2010

 

Carissimi

…. “Scusi, chi sciopera oggi? Sono i precari?” La risposta del Vigile visibilmente infastidito dal dover dare in continuazione spiegazioni per la deviazione forzata del traffico, è sibillina: “Più precari di loro!!!” …… Mentre attendo che il traffico scorra… mi chiedo: “Che avrà voluto dire?” Chi può essere “più precario di tutti” al giorno d’oggi? Aspetto di andare avanti con lo stesso passo del bradipo, con una differenza, sono incolonnato guidando una moto e comincio a sentire i cori scanditi da questo corteo che si va avvicinando e distinguo poche parole del tipo “Benigni, Benigni …vaff..vaff…!!!” Cosa c’entra il comico toscano? Può darsi che costoro non abbiano gradito la sua ultima performance nella trasmissione televisiva del duo “Fazio-Saviano”? Che siano contestatori a sostegno del Premier ai quali non siano andate giù qualche battuta? Si ma perchè “più precari di loro”? Potrebbero essere lavoratori dello spettacolo che contestano i tagli alla cultura? Ma perché prendersela con Benigni? E mentre penso tutto ciò, il coro ed il corteo si va sempre più avvicinando ed allora capisco meglio il loro slogan e percepisco chiaramente: “Gelmini, Gelmini ….vaff …. vaff!!!” Chiarito subito il dubbio che l’oggetto della critica non sia Don Pierino Gelmini, ex sacerdote fondatore della comunità incontro, quei … “vaff”, sono rivolti certamente rivolti a Lei, quella che nell’immaginario collettivo è spesso associata alla “professoressa venuta fuori dai film pecorecci sulla scuola con Alvaro Vitali”, Colei che con quegli occhiali viola di austera segretaria, fa pensare ad una sadomaso donna che in guepiere, in privato, frusta i suoi alunni …… Colei che non fa dormire i presidi, i baroni universitari che la sognano di notte con una grande forbice!!!! Lei, Mariastella, l’On. Ministro Gelmini, Colei che afferma: “a scuola non si fa politica!”

E’ certo, sono gli studenti oggi a sfilare. Avevamo finito con i precari stabilizzandi di tutti i tipi, gli agricoltori, i lavoratori dei cantieri, tutti coloro più sfortunati degli altri che rischiano o che hanno perso il loro posto di lavoro e dopo coloro che vorrebberò maggiori certezze al lavoro, maggiore continuità, sicurezza di mantenere un lavoro in futuro, ecco gli studenti ed ecco che comprendo in pieno la frase del vigile urbano, di per se scocciato nel garantire il corretto deflusso del traffico in conseguenza di un corteo ….“Più precari di loro!!!” …… Certo, questi ragazzi, non hanno ancora un lavoro e già scioperano! Bisogna comprenderli, non hanno ancora finito di studiare, ma prendono a poco a poco consapevolezza che questa loro “fittizia occupazione di studente”, nel momento in cui terminerà, nel momento in cui verranno “licenziati” magari con una bella proclamazione con 110 lode e pubblicazione, si troveranno da un giorno all’altro senza un lavoro, moriranno i loro sogni e se questa società malata non mette giudizio, specialmente dalle nostre parti, o andranno ad ingrossare le file dei disoccupati, perché i posti che avrebbero dovuto mettersi a concorso, sono già stati saturati dai precari dei cortei precedenti o emigreranno anche loro, con la valigia in “pseudo cartone” degli anni 2000!!!……….. Un abbraccio, Epruno.

 

Epruno CULT – Novembre 2010

 

Carissimi

…. “Palerm l’è un bel Palerm”! E si! E dire che di Lumbard ad oggi abbiamo soltanto il Governatore della Sicilia. Ma siamo o non siamo tutti consapevoli che anche le abitudini stanno cambiando? Siamo o non siamo consapevoli che “non esistono più le mezze stagioni”? A Palermo piove come l’Onnipotente comanda. Non esiste più quella breve pioggerella detta a “nzuppa viddrani”, ma ogni precipitazione meteorologica rappresenta una inondazione. La protezione civile ha messo anche sotto osservazione il fiume Oreto, per pericolo di esondazioni! Il fiume Oreto! Ve lo immaginate di cosa stiamo parlando? Ecco perché, e chi mi deve ascoltare lo sa, quando si “accendono voti”, bisogna farsi dare per precauzione “l’antidoto”. Ma a fronte di questa trasformazione meteorologica, c’è chi ha cambiato anche il proprio modo di essere, coinvolgendo le abitudini di tutti. Avrete notato il sorgere di locali con “plateatici” costruiti sui marciapiedi, dove la sera si servono gli aperitivi, certo non all’orario tipico continentale. Da noi si va anche oltre le 21.00 e non raro sentirsi ripetere dalla signorina che ti prende le comande: “mi scusi, sono le nove di sera e le cucine sono chiuse. Possiamo solo portarle da bere!” Alle nove di sera? A Palermo? E si, siamo diventati anche noi una “Palermo da Bere”…E cosa dire dello stadio? Ormai che siamo in “Europa”, e nella peggiore delle ipotesi andiamo a giocare a Praga, a Mosca, a Londra a “Shalke”, come disse qualcuno. Oggi che i giocatori si chiamano “Ilicic” ma per noi solamente “Ciccio”, oggi che andare in trasferta sul campo della Juve è diventato come fare una gita fuori porta, oggi ….. ci sentiamo un po’ più “continentali” e se qualcuno con la voce rauca ci minaccia prospettandoci il federalismo noi rispondiamo: “Non so che sia, ma che volete che sia per Noi, nati qui a Palermo, dove il meridiano zero, si incontra con il parallelo zero??” E si, “Palerm l’è un bel Palerm”! Non sarà opportuno quindi circolare con una utilitaria, non sarà più adeguata la station wagon comprata perché avevamo avuto il primo figlio, ma circoleremo obbligatoriamente con un S.U.V. come minimo con un Cayenne Turbo, perché “Noi Siamo”. Che volete che ne capisca Marchionni che sta tentando di introdurre le utilitarie in America, la terra dei fuori strada? Ed in tutta questa trasformazione, abbiamo anche abbandonato il pizzicagnolo di fiducia sotto casa ed abbiamo iniziato a fare la spesa nell’ipermercato. Il suffisso “Iper”, fa un certo effetto, e quindi ogni settimana entriamo per acquistare 100g. di prosciutto cotto ed usciamo  con sotto braccio 4 copertoni in offerta, un computer portatile ed uno schermo al plasma 42” pagabili in comode 36 rate a partire dal 2012. E mentre mi sottopongo al rito del taglio di capelli nella mia sala da barba di fiducia. diventata ormai “Parrucchiere per Uomo e Donna”, l’abile coiffeur guardando fuori dalla vetrina si immobilizza quasi incantato esclamando:“Dottore, la nebbia!” Ed io rivolgendomi al meravigliato barbiere rispondo:“Salvatore, dica a quello con la lapa che vende le caldarroste di spostarsi, e vedrà come va via la nebbia!“…..Un abbraccio, Epruno.

Epruno CULT – Ottobre 2010

Carissimi

…. Come i più attenti di voi sapranno, Epruno è un motorista che da tempo ormai ha rinunciato ad usare, se non in casi eccezionali l’automobile e quindi da motorista è  un privilegiato osservatore e vittima designata delle nefandezze degli altri guidatori, ma soprattutto un “eroe romantico” che affida quotidianamente la sua vita a quelle strade impresentabili che da sole rappresentano la misura del degrado e dell’abbandono della nostra città. Purtroppo in una città con strade degne delle peggiori tappe della “Parigi-Dakar”, piene di buche e solchi e che quando vengono riparate non riescono a rimanere tali per più di un mese, poiché è in agguato una nuova campagna di scavi, troviamo chi è addetto al controllo della sicurezza e della disciplina della strada a fare i controlli per le emissioni dei gas di scarico, alle auto senza il dovuto “bollino” o “classificazione”, magari ignorando lo sfrecciare di fianco, di autobus o camion altamente inquinanti. Provate a starci dietro con la moto e godrete di una grande “boccata di ossigeno”! Passare con il rosso, sta pian piano prendendo piede da parte di chi non condivide le lunghe attese al semaforo o da parte di chi non vede passare nessuno con il verde, del resto chi dovrebbe sanzionarli? Chi troviamo ai semafori? I “zingari”? Già, senza aver nessuna ambizione di esser tacciato per xenofobia, anzi tutto il contrario, vi chiedo e mi chiedo, “secondo voi, in città, ci sono più zingari o vigili urbani?” Voi direste zingari. E no, sono di più i vigili! Allora mi spiegate come mai e con minor mezzi, gli zingari riescono a presidiare tutti i semafori della città ed i vigili no? Per me rimane un mistero!

C’è poco da fare, a Palermo, per strada ognuno fa ciò che vuole! Ma da tempo ormai! Ma ancora di più negli ultimi anni e grazie anche alla tecnologia, certi che sono poche le possibilità di incorrere in una sanzione, o meglio…. chiariamo il concetto. Se il posteggiare in doppia fila, è ormai una prassi da tutti accettata, il farlo in tripla fila, crea un minimo imbarazzo, ritardare di dieci minuti il parcheggio consentito nelle zone blu è intollerabile! Se è diventato un impegno prioritario prendere le multe alle motociclette sui marciapiedi, a chi non trovando spazio, o peggio, per la paura di continui furti, in questa totale assenza di controlli, cerca il primo palo disponibile per incatenare la propria moto, nessuno si sogna di punire chi guida distratto dal parlare al proprio telefonino. Sapete quanti incidenti provocano costoro. Per rieducarli bisognerà quindi attendere che “l’amicizia” che si va consolidando con il “colonnello libico”, nell’ambito delle varie contaminazioni di costume e tradizioni, importi una speciale squadra di “vigili della strada” che applichi la legge del taglione? “Guidi e parli al telefonino…..zac ….il braccino sinistro”, forse incontrando per strada gente che guida con l’uso del solo braccio destro, un auto con comandi speciali, ci farà riflettere, che il telefonino alla guida …è come il fumo: “fa male!”  …..Un abbraccio, Epruno.

Epruno CULT – Settembre 2010

Carissimi

….Ben ritrovati. Fa tanto caldo accompagnato dall’umidità che da queste parti assume proporzioni veramente imbarazzanti. Si vive con le finestre aperte poiché neanche l’aria condizionata nelle case può dare sollievo. Ed ecco che la sera si confondono suoni di vari programmi televisivi, che entrano attraverso le finestre e i balconi aperti, amplificano quanto stiamo vedendo e a quel punto capiamo che anche gli “auditel” servono a poco. Ma dalle finestre non entra solo il suono della TV, entrano anche le urla dei vicini che festeggiano un goal, specialmente se questo accade in concomitanza con gli anni del campionato del mondo di calcio. Ad onor del vero, quest’anno non abbiamo avuto il piacere di deliziarci con questi suoni, e quindi non abbiamo subito lo stesso effetto di quattro anni or sono, quando a causa dei calci di rigore e della differenza dei segnali non sincronizzati, analogico e satellitare, qualcuno di noi sentiva urlare ancor prima che il calciatore calciava. E si,  vecchie abitudini si mischiano con le nuove tecnologie. Ma “radio finestra”, non è l’unico effetto della canicola estiva, purtroppo il caldo riscalda le teste, poco le menti, in quanto questa è una delle riprove di quanto poco cervello ci sia in giro ed ecco che la gente inizia a urlare per nulla. Le nostre finestre diventano tante “finestre nel cortile di Hitchcock”  e qualcuna si spinge a curiosare da dove vengono le liti familiari, quelle imprecazioni a tutta voce, o le dichiarazioni esauste di quella tale donna.A mettere freno a questi spiacevoli rumori, quest’anno ci ha pensato la crisi della raccolta d’immondizia e quindi il “piacevole olezzo” che dalle nostre finestre, la sera grazie a timidi venticelli, s’innalza da quelle orribili e sgradevoli “invenzioni” che già in tempi normali, sono i cassonetti per la raccolta dei rifiuti e che diventano ancora più schifosi nel momento in cui sono sepolte da montagne di sacchetti e per giorni. Tutto ciò ci mette nostalgia per l’omino che ancora non si chiamava “operatore ecologico”, ma inteso comunemente “munnizzaro” che saliva le scale dei nostri palazzi con il saccone nero nel quale le nostre mamme svuotavano le pattumiere e le città erano pulite. Ennesimo effetto, non da poco, del caldo umido delle nostre latitudini è il traffico estivo, al quale non eravamo abituati, grazie al fatto che le città si svuotavano completamente da italiani villeggianti. Oggi, vediamo macchine guidate da gente in età, che procedono per linnee diagonali, senza l’utilizzo di alcun segnale luminoso, i pedoni che invece di attraversare le strade sulle zebre, cercano i punti più distanti da un marciapiede e l’opposto. In ultimo, il caldo porta le allucinazioni e queste garantiscono i gialli dell’estate e se non fosse che a Palermo c’è da aspettarsi di tutto, avremmo attribuito anche al caldo la visione di una pantera nella periferia a ridosso del Monte Cuccio, sembra “vegetariana”, perché lascia intatte tutte le esche….Un abbraccio, Epruno.