Carissimi
Mi sforzo di capire come far crescere una “cantera” di giovani in questa città per creare la classe dirigente di domani che finalmente ne cambi le sorti indirizzandola verso la normalità da me spesso declamata e soprattutto la renda vivibile non solo climaticamente.
Palermo è protetta da sempre da una coperta troppo corta che periodicamente viene spostata su e giù, a destra e a sinistra lasciando sempre qualcosa di scoperto e quindi è naturale rammentare la mitica “taverna di Pallavicino” per i nostri nonni (dove un giorno mancava per l’acqua e un giorno mancava per il vino).
Vedete, i proverbe e la saggezza popolare altro non sono stati che la sintesi caratteriale di un popolo, poichè se a ciò aggiungi la convinzione di “cu è fissa si sta a casa“, “cu afferra un Turcu è suo“, “bontiempu e male tiempu nun dura ttuttu un tiempu” ditemi con quale spirito un palermitano la mattina possa uscire da casa e ancora peggio come possa educare i propri figli se non a un “futti cumpagno“?