Carissimi
Vedevamo i figli dei ricchi giocare da dietro quella grata sul marciapiede nella strada, loro in un campetto con delle porte di calcio vere e le magliettine tutte uguali, persino l’arbitro ad arbitrarli.
Noi con quelle nella migliore delle ipotesi con due bande sui pantaloni a imitazione delle più famose e costose tre e tutte diverse, chi più chi meno in base alle proprie disponibilità e qualcuno anche le scarpe sfondate e qualcun altro, il più privilegiato anche con quelle scarpette di calcio che a volte era solito utilizzare la domenica per andare in chiesa, convinto com’era che subito dopo non avrebbe avuto tanto tempo per tornare a casa a cambiarsi, prima di andare a fare la solita partitella in quel campo ipotizzato per strada, in quelle aiuole ancora non completate
Eravamo lì con uno spirito francescano per formazione, l’associazione cattolica che ci dava gli insegnamenti, le basi di quello che doveva essere il nostro credo a supporto della nostra fede, dov’è tutti eravamo uguali, quantomeno davanti agli occhi di Dio anche se questo effettivamente non si vedeva.