Quarantatrè o quattro tre? Addirittura quattro a tre!

Se Rivera non si fosse trovato per la prima volta in quella partita, al posto giusto ed al momento giusto!

Se Rivera non avesse disatteso le scellerate disposizioni tattiche dell’allenatore Ferruccio Valcareggi, perché punto nell’orgoglio dalle offese del portiere Albertosi, dopo aver preso goal sul suo palo!

Se Rivera non avesse detto “non ti preoccupare, ora vado e segno” prendendo una decisione ribelle in un istante, quel 18 giugno 1970 non sarebbe entrato nella storia del calcio, nella storia di Rivera, nella letteratura sportiva.

Eppure in quella partita scadente, sotto il punto di vista tecnico, ma intensa semifinale, non si è vinto un cazzo!

Quanti di voi nel pensare ai campionati del mondo di Mexico 70 ricordano subito Italia-Germania 4-3 e quanti pensano a Brasile-Italia 4-1 che assegnò definitivamente la coppa Rimet.

Rivera segnò per un inadempimento tattico! Se non avesse fatto di testa sua, la partita sarebbe finita 3 a 3 e poi secondo i regolamenti dell’epoca, ci sarebbero stati i rigori o chi lo sa, non ricordo, la ripetizione della semifinale, dove certamente avremmo perso.

Se Rivera avesse ascoltato le idiote disposizioni del suo “Capo”, l’allenatore Ferruccio Valcareggi, convinto che due talenti con peculiarità diverse come Sandro Mazzola e Gianni Rivera, non potessero giocare insieme e fosse rimasto li in difesa, oggi a 44 anni di distanza non potremmo mitizzare quella partita dove Kaiser Franz Beckembauer giocò con il braccio rotto, appeso con una benda al collo. Vi immaginate un gesto del genere fatto da un marcantonio tragediotore del calcio odierno? Appena li sfiori rimangono a terra esanimi.

Come si poteva fare entrare in campo Rivera per pochi minuti di una partita e tenerlo in difesa? Cari giovani che oggi seguite questo surrogato Blatteriano di calcio, vi parlo di tempi in cui le scarpette erano nere smunte e di egual colore, di tutacce banali con la semplice scritta “ITALIA” e vi parlo di veri campioni.

Valcareggi, per la cronaca nei mondiali del 1974, verrà mandato a fanculo da un altro calciatore che non peccava certo di mancanza di personalità, quale Long John Chinaglia che abbandonerà il campo facendo plateali gesti segnaletici verso quel posto.

Si, il calcio, ma soprattutto la vita è piena di “capi inadeguati” senza carisma, ma è carente di uomini che hanno la personalità per trasgredire le disposizioni, quando queste sono palesemente sbagliate, sapendo di doverne pagare le immediate conseguenze, ma spesso di esser protagonisti di gesti che scriveranno piccole o grandi “storie”!