Bisogna essere un idiota per mettere un voto quale il “29”. Bisogna aver vissuto un’infanzia difficile per giungere a fare il professore che nel momento massimo del giudizio, mette un “29”, con la motivazione che siamo stati bravi ma non perfetti per meritare il “30”. Se dovessi definire un fallito frustrato, lo definirei così! Non pensando ad un allievo che prende un “29”, ma a colui che giudica e che ha il coraggio di dare un “29”!

La vita è fatta di episodi ed una materia per un giovane è un episodio da mettere nella cartella delle esperienze da dimenticare, ma se qualcuno dall’alto della sua somma saggezza ti mette un “29”, nella sua mente perversa è passata l’idea che tu per una vita intera te lo possa ricordare, mentre per lui rimarrai uno dei tanti esami di routine da dimenticare.

C’è chi per esistere ha bisogno di fare gesti singolari, ossessionato dal trasmettere ai posteri un ricordo di se, lasciandovi un rimorso per sempre. Io non ho mai ricevuto un “29” e non so come avrei reagito, ma certamente la vita, come a molti di voi, mi ha regalato ben altri “29” davanti ai quali ho dovuto non perdere la calma. Quanti capi, quanti direttori, quanti maestri impongono la loro autorità senza diventar mai autorevoli. Se ci riflettete, avente incontrato tanti professori, con i loro “spregi”, ma pochissimi maestri che vi hanno regalato lezioni di vita.

Lo “spregio”, la violenza gratuita, è anche frutto di una mancata attitudine al comando ed è strumento di coloro che hanno ricevuto in “regalo” un ruolo di potere che gli altri hanno dovuto sudarsi, figli di una errata selezione naturale. L’arte del potere, l’arte del comando, l’arte del giudizio non si apprende attraverso i libri e non c’è nessuna accademia che può insegnare ciò che si impara soltanto in trincea, li dove si forgiano gli uomini ed i loro capi. Una grande malattia di questa società democratica e la pessima scelta della classe dirigente, creata attraverso il nepotismo e la nomina, attraverso un orribile arma chiamata “meritocrazia”, strumento di valutazione pericolosissimo se non gestito attraverso asettici ed imparziali parametri, pericolosissimo se vengono truccate le regole e non dato a tutti le stesse opportunità.

Purtroppo l’aver lasciato questi strumenti in inesperte o corrotte mani, ha fatto si i criteri di giustizia sono stati sostituiti da “simpatia” e “tornaconto”, premiando spesso, “gli utili idioti”, “puttane e puttani” e “gli eterni leccaculo”, creando danni irreparabili per questa società, ed azzerando il “dissenso critico”. Non credo ai giovani capi, i geni non nascono con facilità e quando nascono sono asociali e mai portati a comandare o organizzare il lavoro altrui chiusi come sono nella loro genialità.

Nel mondo normale si ha bisogno di fare esperienza, tanta esperienza, prima di giungere ai vertici, come accadeva in passato attraverso quella parola magica detta “anzianità sul campo”, che portava tutti a fare un percorso di saggezza quella che ti faceva scegliere se darti un “28” o un “30”, ma mai un idiota “29”.