Ed il maestro lasciò il podio mentre l’orchestra suonava ancora e la folla festante plaudiva più alla musica famosa che alla sua esecuzione, ma il maestro che era un piacione e sapeva ciò, e per questo uscì prima per fare un gesto che lo facesse ricordare, per fare un gesto volto a lasciare tutta la ribalta all’orchestra. Che spettacolo era quello?
Il maestro era ormai abituato a tornare a casa stremato dall’aver dato tutto se stesso nelle sue esecuzioni e si chiedeva sempre se la sua smisurata voglia di fare musica non gli faceva perdere di vista il suo obiettivo di vita.
Molte volte al ritorno da un successo si doveva confrontare con il tempo che gli strappavano al suo riposo, alla sua voglia di crescita, quei teatri e teatranti da strapazzo o quegli “azzecca garbugli” al soldo di avidi impresari danarosi che avevano fatto fortuna facendo la cresta al suo lavoro e che avrebbero voluto per lui, che non era certamente un Mozart, farlo spegnere nell’intento di completare un requiem che non avrebbe mai avuto un suo compimento!
Il maestro si addormento sulla sedia è sognò, come aveva fatto altre volte,
ma questa volta sognò profondamente di un omino che andava in giro per la notte alla ricerca di tutto ciò che nella sua città andava bene, ..attenzione, andava bene e non male come in genere farebbe un qualunque giornalista per scrivere un pezzo di successo, sul giornale scandalistico locale.
Che strano, un omino che andava in cerca, di notte, di tutte le cose che andavano bene nella sua città, chi sa perché?
Quale esempio di grande attaccamento alla propria terra!
Ma purtroppo questo era un sogno, perché quell’omino ogni mattina, ultimato il giro, riferiva a coloro che avevano il compito di distruggere tutto, anche qualunque barlume di positività e di speranza, per lasciare la gente nello sconforto e nel lassismo, sarebbe stato il regno della mediocrità, nessuno si sarebbe dovuto sforzare per fare cose giuste e cose fatte per bene, poiché queste, non sarebbero interessate a nessuno!
L’opera di quell’omino, utile idiota, convinto di lavorare per il bene di tutti, sarebbe servita agli scopi di chi voleva che la gente si abituasse ad avere falsi risultati temporanei, giusti o sbagliati, senza alcuna differenza, anche ignorando le regole!
Fu allora che il maestro si svegliò, e capì che qualunque cosa avrebbe deciso di fare per migliorare la qualità del prossimo concerto, non sarebbe servita a nulla e che mancava sempre meno tempo, la sala era ormai piena, la gente attendeva impaziente l’inizio del concerto ed il maestro salì sul podio, si volto a salutare la gente e d’improvviso vide li in prima fila, al centro, sotto il podio, l’omino del sogno, intento a battere le mani con tanto entusiasmo.
La luce in sala si spense ed inizio nuovamente la musica.