Carissimi ……… Sapete che spesso vi racconto di momenti onirici, e sapete che il sogno per me è un pilastro fondamentale dell’Arte della Fuga! Quella preziosa metafora che ci aiuta a fuggire per qualche istante dalla stanchezza settimanale e ci consente di ricaricare le pile, immaginando un mondo migliore. Questa volta, ho sognato che lo Zio Silvio o Dio, in questa parte il sogno era ancora confuso, mi svegliava dal sonno comunicandomi che prima di mandare un secondo “diluvio universale”, ciò mi fa pensare che si trattasse più Dio che dello Zio Silvio, avrebbe voluto dare una ultima chance alla città di Palermo, nominando Epruno (Sindaco-Commissario), con il compito di scegliermi una squadra vincente di assessori tra i politici che conoscevo personalmente, o con i quali avevo già avuto il piacere di lavorare. Non è stato un sogno, è stato un incubo, ora che mi ricordo, poiché la prima sensazione fu quella che provo sempre davanti ad ogni tipo di impresa nuova, “l’incoscienza” ed il “fascino della nuova sfida”, preso anche dall’entusiasmo del fatto che ad oggi, nella mia vita, avevo conosciuto tanta gente in gamba e capace, magari non tutta contenuta tra i “100 Potenti di Sicilia”, ma pur sempre delle belle intelligenze, e poi il fascino di realizzare qualcosa con “mandato pieno” per me è stata sempre irresistibile. Successivamente a poco a poco, sono nati i problemi!!! Il primo passaggio mi aveva portato alla riduzione ed alla razionalizzazione delle deleghe, in tutto 10 e subito dopo ero riuscito ad identificare due scelte ed un tecnico esperto per ogni delega. L’entusiasmo cresceva man mano mi rendevo conto che le scelte evidenziavano anche un consolidato cambio generazionale, pur mantenendo una certa maturità. Scritta la mia lista, sono iniziati i problemi, ognuno di questi amici, aveva una “appartenenza” ed una tradizione politica differente, molti di loro nutrivano certamente una stima ed un sentimento di amicizia per il sottoscritto, ma molti non si parlavano più tra di loro e non per chi sa per quali importanti e personali motivi, ma perché i loro “partiti”, le loro “correnti”, avevano fatto scelte politiche diverse, avevano creato davanti ad interessi, a logiche di bottega, spesso fatte a Roma e neanche in ambito locale, frazioni e schieramenti contrapposti, avevano venduto la loro intelligenza, la loro libertà, ad un “padrone non identificabile” che si sarebbe servito di loro quali pedine per contrapporli su una scacchiera, lasciandoli sul terreno alla fine di battaglie fatte per la difesa di “poderi” altrui ……. Un Abbraccio Epruno