“LE VITE DEGLI ALTRI” (Multimediale)

0 – “LA VITA DEGLI ALTRI”

IL XII COMANDAMENTO

CAP. 1 – I CATTIVI MAESTRI

A – “USCIVANO INSIEME?”

1.1 – “PIERRE SIMON LAPLACE’”

B – “IL BARO”

1.2 – “LO ZIO

C – “IL MECENATE”

1.3 – “FERDINAND PORSHE

D – “IL TIRANNO”

1.4 – “PECUNIA NON OLET” (Audiovisivo)

CAP. 2 – L’IMPORTANZA DELL’UOMO COMUNE

A – “TUTTI SIAMO UTILI”

2.1 – “UNA FOTO

B – “LA FOTO”

2.2 – “LUI

C – “L’UOMO COMUNE”

2.3 – “UTILI INVENZIONI

D – “IL SOGNATORE”

2.4 – “RAIMOND

E – “USARE CON CAUTELA”

2.5 – “ANCORA UN SU PRONTI

F – “IL GRANDE INGANNO”

2.6 – “MARTIN COOPER

CAP. 3 – GLI ATTRAVERSAMENTI

A – “NISCISTI DA CASA PPI CUNSUMARI A MIA?”

3.1 – “GLI ATTRAVERSAMENTI

B – “CONSAPEVOLEZZA”

3.2 – “U SA FARI A CHIMENTI

C – “UN PO’ DI FATTI PROPRI?”

3.3 – “MARK DAVID

D – “LA PAZZIA”

3.4 – “DIO E’ GRANDE

E – “CONCLUSIONE”

3.5 – “COSA C’E’ DOPO LA MORTE

 

 

“LE VITE DEGLI ALTRI”
Titolo di questa IV edizione nasce e si sviluppa attorno alla frase di Steve Jobs pronunciata nel suo discorso ai laureandi di Stanford il 12 Giugno 2005. Questa affermazione farà da filo conduttore insieme a 15 brani, con i quali Epruno proverà a dimostrare la possibilità di vivere una vita senza che questa subisca influenze volontarie ed involontarie da parte del nostro prossimo. Tra i brani su citati ci saranno gustose e ironiche biografiche nello stile di Epruno di famosi personaggi che hanno provato sulla propria pelle la veridicità delle affermazioni di Jobs (in tempi non sospetti).

 

LE VITE DEGLI ALTRI – NARRAZIONE

Leggendo Epruno 4 – Le Vite degli Altri – (Intera Serata)

 

Non è un film; non è una pièce; non è un monologo di presunti depositari della conoscenza sedicenti saggi – di cui numerosi se ne possono annoverare nell’attuale panorama pseudointellettuale degli opinionisti da caffè; non è. Però lo spettacolo c’è!… e i contenuti pure! Un audiovisivo, composto di immagini sapientemente selezionate e coniugate a brani musicali di pregio che diffondono atmosfera, accompagna e sostiene la lettura di testi originali, con l’intento del tutto senza pretese, di riflettere e di condividere emozioni sincere, di occupare il tempo in amene attività. La libertà di pensare “differente” e di comunicare, con questa innovativa idea teatrale che partorisce una forma d’arte letteraria insolita, un messaggio che esce dai luoghi comuni percorrendo un dharma intellettuale, una traccia che sia la base di un cammino consapevole, libero e sereno tra una riflessione e l’altra, dilettevolmente proposta dall’Autore. “Le vite degli altri” si dipana partendo dalla citazione di Steve Jobs – dal quale per la verità mi sarei aspettato di più – ma al quale l’Autore, più generoso di me, gli da un’ampia risonanza affidandogli l’ouverture: <<Il vostro tempo è limitato, perciò non sprecatelo vivendo la vita di qualcun altro>>.
La citazione lancia un tema delicato e di elevata portata spirituale.
<<Saremo in grado di codificare un significato per questa nostra vita?>> si chiede l’Autore, invitandoci a non prenderci troppo sul serio, e quindi si parte: <<avete da fare?… no? … proviamoci>>. Coniando per l’occasione un undicesimo comandamento “Fatti i cazzi tuoi!” accompagnato da un dodicesimo “Non sprecare la tua vita”, Epruno inizia il cammino sul tema della vita, non della vita in sé, ma delle “vite degli altri” che inesorabilmente finiscono per condizionare anche la nostra. E così tra cattivi maestri, uomini comuni e attraversamenti (intesi quale interazione fortemente condizionante tra due o più individui) il genio dell’Autore affronta un tema di per se difficile e assai complicato con grande disinvoltura e semplicità, riducendo ai minimi termini tutti i possibili scenari e proponendo, brano dopo brano, spunti di riflessione davvero originali.
Ci sono persone per le quali la vita degli altri è come se non esistesse.
Quando ti imbatti in una di queste persone, nel raccontargli qualcosa di te, buona o cattiva che sia, ti sentirai dire: <<ah io pure …>> e lì a parlarti di loro per un tempo indefinito fino a quando non sene andranno; questo se si tratta di cose buone. Se si tratta di cose meno buone, ti sentirai dire: <<lasciami stare … non mi dire niente …>> e lì a parlarti dei loro guai per un tempo altrettanto indefinito fino a quando non si passerà ai saluti.
Sono persone che hanno sempre cose migliori delle tue o che patiscono inimmaginabili sofferenze – <<… tu non puoi capire>> … <<tu non hai idea>> … – come se le loro vite fossero particolari e degne di ogni attenzione o particolarmente sventurate, mentre quelle degli altri, nella loro aberrazione, non sono degne neanche di essere ascoltate …
Diverso è però quando le stesse persone delle vite degli altri, nei loro verniciati quanto beceri salotti, si mettono a parlarne o meglio a sparlarne: sembra che ne conoscano ogni più intimo dettaglio.

 

Verrebbe da dire: <<Ma comu? Ogni volta mi hai atturrato i co…sìddetti a parlarmi sempre e solo di te … ogni volta un ma fattu rapiri vucca, e ora sai tutto di me! Minchia!…
Invero queste persone, turbate da inconsapevole quanto seria psicopatia, si mettono al centro dell’universo e per loro le vite degli altri non hanno alcun significato, a meno che le vite degli altri non condizionino in qualche modo il loro stato di benessere o non siano utili al raggiungimento di qualche loro scopo. E allora queste persone apparentemente saranno molto interessate alla buona sorte degli altri, perché l’azione degli altri influisce nel loro stato d’ansia o al perseguimento dei loro fini. Ricomposto il loro disagio o raggiunti i loro obiettivi, le vite degli altri ritornano a contare poco o nulla.

 

Vaffanculo!..” suggerisce Epruno mentre apre una finestra sul mondo delle vite degli altri e delle loro sorti, rassegnando una sequenza di storie di vita del tutto ordinarie che hanno finito, nel bene e nel male, per diventare straordinarie ed elevarsi alla storia, nell’imprevedibilità delle terrene cose pur nel loro ordine cosmico, e alla fine, le vite degli altri, tra cattivi maestri, uomini comuni e attraversamenti finiscono per essere anche le nostre vite … La vita degli altri, in verità, grande sconosciuta.
Bisognerebbe, pertanto, avere un sacro rispetto delle vite degli altri … ma tra le righe emerge un interrogativo: come si fa a rispettare la vita degli altri se non si è capaci di rispettare la propria? Tema esaltante Epruno, bravo!

 

Chapeau allo spettacolo e al commento !

 

Che dire dopo che tutto e bene è già stato detto , di questo magnifico spettacolo ? Semplicemente che a noi (me ed i miei genitori, rispettivamente di 50, 83 e 76 anni ) è piaciuto molto! Segno che l’intelligenza non ha età e raggiunge chiunque se il messaggio è chiaro e ancor di più se diverte . L’ironia sta nelle vite di tutti, basta scovarla e Epruno lo fa con ricercata maestria , dimostrando che si può far sorridere senza essere volgari , ricercando nella stessa realtà la comicità delle cose. Bravo Epruno e i lettori !!

 

Epruno, il bello della vita. Ci fa capire quanto la vita sia bella e quanto essa debba essere amata. Critica, satira, condite da immancabile umorismo e risvolti culturali per una serata che ha fatto riflettere un po’ tutti. Quando “leggo” Epruno il tempo si ferma. Si ferma la quotidianità, ci si distoglie dai pensieri per averne degli altri ben più profondi, quelli che l’amico Epruno sa trasmettere con il suo modo d’essere…”gente semplice”. Un plauso va a chi sostiene Epruno, a tutti gli amici che hanno collaborato. Ringrazio di essere entrato già da qualche tempo nel mondo Eprunista capace di suscitare riflessioni ed emozioni. Chissà, magari un giorno avrò l’onore di leggervi anche io Epruno e di collaborare a questa mission. Grazie di cuore a tutti per la splendida serata. 
P.s. Mi auguro di non indossare mai nella vita un giubbotto pieno di tutti quei fili e batterie per il cellulare, è una bomba come giubbotto, ma era un po’ tasciuliddu u culuri. 

 

Caro Epruno, ancora non ho finito di metabolizzare “leggendo Epruno (Le vite degli altri)”, che mi ha colpito forse più del 3 (il mio primo); di certo il concetto delle vite degli altri e di quelli che le vivono mi ha stimolato e mi sta facendo ancora riflettere; di certo ammiofrate vive la SUA di vita e quindi è libero; questo l’ho deciso, poi vedrò il resto. Lo spettacolo è fuori dal comune e molto fine e i protagonisti sono entusiasti e bravi, un poco di più il professore (lo è stato di mio figlio Angelo) e diversamente comico “l’assunto a tempo indeterminato dai Musulmani che gli hanno regalato il giubbotto”. Il teatrino non è “a norma” ed i sedili sono scomodi, ma ci si sente a casa ed il padrone di casa lo sa fare. 

 

È a volte di rivedere se stessi in determinate occasioni della vita e in determinati momenti grazie Epruno sei grande. 

 

Epruno e “Le vite degli altri”. Stuzzicante satira in chiave Panormita sull’abitudine di vivere la vita degli altri, forse senza riflettere sul fatto che non abbiamo tempo di vivere la nostra. Con ironica sagacia in perfetto “stile eprunista” Epruno e i suoi amici hanno fatto sorridere e anche ridere il pubblico del “DItirammu” attraverso la lettura di brani inediti il cui argomento è stato il continuo disattendere del XII comandamento persosi insieme alla terza tavola che lo conteneva, ovvero “fatevi i c…i vostri”. Posso tranquillamente affermare che è stata una divertente esperienza che fa soffermarci sull’idea che è utile alla salute non prenderci sempre sul serio. 

 

L’esperienza vissuta Venerdì 20 è stata molto piacevole. Può sembrare facile……. ma non lo è…….. vedere scorrere immagini ed associarle ad una lettura di testi che in maniera delicata pone delle profonde riflessioni. Dietro quanto visto c’è un grande lavoro……., studio…….., riflessioni ….., Complimenti Epruno. 

 

Concordo in pieno con la straordinaria sintesi di Carmelo Castronovo, ho trovato ” le vite degli altri ” un eccellente modo tra il serio e il faceto di saperne di più . Ho dovuto asciugare le lacrime dal ridere , ( scusate ma se rido troppo -piango )durante le slide del ” Pecunia non olet ” , dimostrazione che c’è un modo alternativo e diverso di fare comicità . Per il resto tutte le vite toccate , raccontate , attraversate o caricaturizzate mi sono apparse interessanti ;confesso che la maggior parte delle vite narrate non le conoscevo e che grazie alla ricerca attenta di Epruno , oggi so dei 19 frullatori di Mc Donald ….grandissimo spettacolo , Grazie.

 

Grazie a voi, e grazie a te che con grande maestria e competenza, insieme allo staff di Epruno, ci regalate emozioni forti, tanta saggezza, tanta ironia, e la voglia di stare insieme. GRAZIE. 

 

E’ passato qualche giorno,ma credo che chi era presente abbia ancora un piacevole ricordo de “Le vite degli altri”.Delle vite degli altri è piena Facebook,e ,durante lo spettacolo mi divertiva pensare a Facebook al tempo di Hitler. “Chiedo l’amicizia lui o ad Eva ?Se diventiamo amici posso sapere come la pensa,ma quanto sopravviverei se lui vedesse come la penso io ? Magari la chiedo al suo amico costruttore di macchine,che è anche un’amicizia più stimolante”. Elucubrazioni di un morto di fame,perchè quel giorno ero a dieta stretta (Vi racconto fatti miei,ma qui non esco certo fuori tema !) ed ho dovuto assistere alla pappatoria delle cibarie preparate dall’ottimo Parrinello e persino cedere la mia razione di salame di cioccolata! chi mi conosce sa che ha rappresentato il massimo del mio sacrificio.D’altra parte,avevo invitato a farmi compagnia 15 persone;non me ne potevo stare a casa.

 

E sono contento di esserci stato perchè ho assistito ad uno spettacolo ben fatto (ma su Epruno ci potevo scommettere) e con la giusta alternanza tra il serio ed il faceto;che poi anche il serio era abbastanza faceto ,raccontandoci vite di illustri sconosciuti ,sognatori insoliti,di quelli ,rari,che riescono a vedere realizzati i propri sogni. Ottimi i narratori:ne cito uno solo che vale per tutti:l’amico professor Andrea Sorci ha letto i suoi brani da attore consumato,con le giuste pause ed i composti ammiccamenti ;è importante vedere da parte di tutti coloro che si sono alternati sul palcoscenico uno studio a monte,un grande rispetto per il pubblico. Insomma,uno spettacolo per tutti ;sarebbe piaciuto probabilmente persino a Gheddafi,che se lo è perso.

 

Peccato per il salame di cioccolata,ma forse l’ho già detto…