Lo diceva mio nonno: “Il mondo è una grande orchestra e come tale è fatta di tutti gli strumenti.”

Una fine saggezza popolare assimilava gli strumenti musicali alla diversità comportamentale e caratteriale oltre che fisica del genere umano.

L’orchestra!

Quando pensiamo a un’orchestra, pensiamo a organizzazione, sincronismo, intesa volta al raggiungimento del risultato finale, l’esecuzione di un brano.

Eppure chi meglio di voi attenti ascoltatori è in grado di giudicare un brano suonato bene da uno suonato male, a volte stonato.

Anche lo stesso Mozart, in un suo brano dedicato alle “orchestrine di campagna” finisce la sua partitura con un’evidente stonatura, quasi a voler evidenziare il dilettantismo che spesso accompagna una grande passione.

O Dio, Mozart era Mozart, un’autorità in materia di musica e dopo di lui ai giorni d’oggi in molti provarono ad andare ben oltre le tonalità alle quali eravamo abituati, quasi a dare una sensazione di stonatura (nella radice della parola, appare il suffisso “tono”), che altro non è che una ricerca voluta di nuove sonorità.

Bisogna essere dei grandi per giocare e scherzare con le tonalità, tutto il resto credetemi è involontario dilettantismo e pressappochismo e non soltanto in musica, che spesso si accompagna a presuntuosità e permalosità.

Io spesso ho definito ciò, mediocrità, poiché è l’incapacità di saper vedere che davanti a se ci sono margini di evidente e abissale miglioramento.

A questo punto e in questo contesto, nascono i solisti, coloro che trovano la necessità di confrontarsi con se stessi, convinti che il frutto del proprio lavoro può venir fuori soltanto dal proprio lavoro, senza alcuna aspettativa di aiuto esterno, poiché, quando si accenderanno i riflettori, un enorme occhio di bue li isolerà all’attenzione degli spettatori, pronti a cogliere qualunque errore o a plaudere festanti per una buona esecuzione.

Non tutti i solisti, sono degli ottimi solisti! Un solista che si rispetti pretende un’ottima orchestra alle spalle e ottimi contesti all’altezza delle proprie qualità.

Ma come capita spesso nella vita, se esistono “orchestre di campagna”, “filodrammatiche di parrocchia” esistono anche “solisti di campagna” e “e capi compagnie teatrali da dopolavoro” che non vogliono confrontarsi con il meglio, non vogliono studiare per migliorarsi, più di tanto, a costoro basta soltanto emergere …..

Emergere su cosa …… non importa! Se la base sulla quale si spicca è lo stagno invece che l’oceano aperto, poco importa, basta che ci siano quattro rane a gracchiare un plauso, basta che si accenda un occhio di bue su di loro, anche se quella sera, la sala dei bigliardini adattata per l’occasione a teatro, sarà piena dei soli parenti.

Basta che per una sera il solista possa mettere la giacca da scena migliore che farà posto l’indomani, come ogni giorno, alla gabbanella da sucainchiorsto.