Carissimi …. Proprio l’altro giorno al bar sotto casa si discuteva di ciò, commentando il fattaccio che aveva scosso la nostra comunità di quartiere in quella “piccola-grande” realtà provinciale che è la città di Palermo.
Il sig. Giuseppe, proprietario dell’esercizio commerciale, all’ora del primo caffè quotidiano intratteneva noi astanti raccontando di quanto era accaduto al Commendatore Assennato che abitava proprio nel portone accanto. “La moglie, ottantenne, come il Commendatore, per tre mesi aveva sperato che il marito finalmente avesse messo in atto la minaccia principe di tutti i loro litigi, la fuga in Scandinavia” raccontava il sig. Giuseppe “e invece, chi poteva immaginare che povero Assennato non aveva mai lasciato non solo la Trinacria, ma la stessa sua capitale. Hai tempo a farlo cercare dall’ITERPOL”. Anche in una città grande come la nostra si trovano momenti di abitudinale incontro come questi e si finisce per creare quasi una comunità, fatta di piccoli punti di riferimento, il barbiere, il bar, l’edicola, la farmacia, il portiere opinionista e impiccione, nella quale almeno di vista ci si conosce tutti. Così era per il Commendatore Assennato, professore di scuola in pensione e noto per aver fatto il capo condominio per anni nel suo stabile, prendendo anche iniziative poco popolari che ne avevano amplificata la fama.
La sua misteriosa scomparsa, durata tre mesi, aveva fatto nascere tante legende, la prima quella tradizionale di chi sceso per andar a comprare le sigarette tornò dalla Finlandia venti anni dopo! Ma a quell’età, anche se fosse andato nei paesi scandinavi, come sarebbe potuto tornare venti anni dopo? Quindi nell’ilarità dei discorsi fatti anche in barberia, si discuteva del fatto che il commendatore avesse deciso di finire alla grande i suoi giorni e in tanti fantasticavano sulle ipotetiche esperienze sessuali tra bionde creature.
Però, c’era chi custodiva un gran segreto senza però esserne convinto della veridicità, ed era il Sig. Michele, portiere custode del fabbricato dove abita lo scrivente, al quale il Commendatore uscendo quella mattina, molto presto, prima di prendere la guida della sua datata 500F, avrebbe lasciato detto: “Michele, oggi mi sono svegliato con il desiderio di pasta cu i cavulicieddri, voglio andare in centro, al mercato a comprare la verdura e fare una sorpresa a mia moglie, però non gli dica nulla, mi raccomando!” Quale scellerato desiderio, quale scellerato intento, non tanto per “la pasta cu i cavulicieddri”, sarebbe stato meglio e più facile raggiungere la Finlandia, senza che nessuno se ne accorgesse, ma l’intento folle, di raggiungere il centro e in 500F, sarebbe stato, come poi è stato, imperdonabile e purtroppo fatale.
Difatti, crudele realtà, la macchina del Commendatore con il suo corpo a bordo fu ritrovata in un vicolo cieco del centro storico. Il povero Assennato non aveva subito alcuna rapina, alcuna violenza, ma era rimasto lì per mesi a morir di stenti, in stato confusionale, dopo aver girato invano con l’intento di giungere al mercato di Ballarò, facendo i conti con la geniale chiusura del traffico di Via Maqueda e le altrettante chiusure di Corso Vittorio Emanuele e di Via Cavour a causa di estemporanee manifestazioni di protesta. E si, il povero anziano professore, vittima della nota “piaga del traffico” si era confuso nel suo ambizioso piano di arrivare in centro, ormai missione impossibile per tutti noi non dotati di bici o di “auto di autorità”! Un abbraccio, Epruno.