Carissimi,
Ma a che serve un curriculum oggi? Siamo in un’epoca dove vige la meritocrazia? Siamo sicuri i primi noi di avere scelto il meglio?
Per chiudere una settimana con quattro quesiti come questi bisogna essere molto tormentati, ma per fortuna a differenza del sottoscritto il popolo del “futtutinni” e ampiamente predominante, a loro basta vantarsi di averne mangiato di più al burro o con carne per saziare anche la loro curiosità.
Si sentono spesso nomi di esperti, consulenti politici, assessori, consiglieri di amministrazione di enti pubblici, presi dal sacchetto della tombola ed è in questo rito che si perpetra almeno la tradizione natalizia.
Nel mondo che ha funzionato per millenni, si è sempre fatto riferimento al parere dei vecchi saggi, difficilmente ci si affidava a giovani saggi o chi avesse u “viecchiu dintra”.
E’ vero che la vita media era molto breve e quindi i vecchi saggi erano una rarità, oggi che abbiamo la fortuna di invecchiare in tanti non è difficile incontrare anche il vecchio idiota e pensate che fortuna se oltre ad essere idiota è anche utile. Se è vero che costui ha il privilegio di poter assumere mansioni certo che a quell’età potrà evitare il carcere, pensate a quale danno possa fare in quei rari momenti consentitogli nel momento in cui possa dire “io penso”.
Sono convinto che noi siamo soltanto il “presente” poiché quello che siamo stati, oggi non interessa a nessuno e il curriculum non è altro che l’album delle fotografie di ciò che siamo stati.
Non è vero che oggi si chiede un curriculum per giustificare una scelta già fatta (parlo ovviamente nel pubblico) e non per creare una reale competizione?
Che valore hanno tali curriculum se la sequenza degli incarichi non è frutto di meritocrazia e di leale confronto con i competitor?
Mi chiederete adesso: “Vuoi dirmi che un curriculum si può costruire ad arte?”
Mi avvalgo della facoltà di non rispondere! Certo rimango basito (perché ho ancora il privilegio di scandalizzarmi) quando sento estrarre da quel sacchetto nomi presi con logiche a noi sconosciute da quel “mondo di sopra” rappresentato a meraviglia nell’inquietante film “Upside Down”.
Molti rimangono interdetti quando i nomi di questi generali ci appaiono del tutto sconosciuti non avendoli mai visti combattere almeno per un giorno in trincea accanto a noi, generali che hanno conosciuto la guerra solo nei manuali. Del resto il termine condottiero è rimasto sepolto nella storia, di capi alla testa dei loro eserciti ne sono piene le lapidi e la letteratura romantica.
Con il passare del tempo i generali si sono scelti il privilegio di stare al riparo su una collina a osservare la battaglia e a mandare al macello i loro eserciti mantenendo la propria incolumità. E’ vero, di nessuno di loro la storia ha decantato le gesta eroiche, ma è pur vero che non hanno lasciato proprie vedove e orfani alle spalle e che hanno vissuto tanto con i loro privilegi per se e per i propri figli.
Se chi comanda non è più il migliore, solo ai pazzi saranno consentite le gesta eroiche.
Se abbiamo scelto e continuiamo ad affidarci ai mediocri, perché meravigliarci se costoro giunti sulla loro collinetta al riparo da tutto dovrebbero mettere mano alla riduzione dei loro privilegi? Perché dovrebbero aggiustare e migliorare questa società? Perché dovrebbero togliere le ingiustizie, se questo mondo e con queste regole li ha portati a quella collinetta con vista privilegiata?
Lungi da me il fare il Savonarola, non sono così bigotto, ma ho il sospetto che sia il tempo, la chiave di tutto e che a questo gli abitanti di quel “mondo di sopra” e di quel “mondo di sotto” non diamo lo stesso valore, ecco perché continuano a distrarci su lunghi dibattiti su argomenti che non costituiscono reale priorità, ecco perché l’orchestrina continua a suonare mentre il Titanic affonda.
Ah dimenticavo, imitando il Marchese del Grillo prima di salire sulla sua carrozza: “Il nostro vero valore è frutto della qualità dei collaboratori e consulenti di cui ci attorniamo.”
Un Abbraccio Epruno