Archivio per la categoria: Epruno – Il meglio della vita (ilsicilia.it)

C’era una volta “Me”

Carissimi

C’era una volta Me, così potrebbe iniziare come tante “favole” il racconto della mia vita.

Si, perché la mia vita è una favola (come sono certo la vita di molti di voi) e giunti al quarto che conta si potrebbe non solo iniziare a metterla per iscritto, ma iniziare a pensare pure chi te la possa pubblicare.

Ci saranno di certo strafalcioni grammaticali, l’uso improprio di virgole e virgolettati, l’inizio di frasi con “ma” e tante di quelle imprecisioni da penna rossa che darebbero lavoro ai “correttori”, quelle figure mitiche che iniziarono con le bozze e finirono con le vite altrui, proprio quelle “vite degli altri” di cui mi sono pregiato di scrivere e portare in “scena” in un reading di “Leggendo Epruno”.

Reading di Leggendo Epruno, si una lettura corale inventata nel momento in cui ho iniziato a contare i miei passi e prendere appunti sulle sensazioni e infine ho avuto non solo il coraggio di metterle su foglio, ma chiedere a qualche amico …… “scusa le leggeresti?

Infine, mi sono seduto nell’ultima fila per osservare le espressioni di chi benevolmente o perché stanco degli inviti si era seduto ad “ascoltarmi”.

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Nani da giardino “gartenzwerg”. Istruzioni per l’uso

Intendiamoci te ne vai sui social ma scopri che ci sono sempre le stesse persone, non perché ci sono solo è sempre le stesse persone ma perché, circostanza vuole che l’algoritmo ti faccia evidenziare i post fatti dalle stesse persone con cui più sei in contatto o che di fatto, “amici degli amici”, potresti conoscere ed essere quindi tuoi contatti.

Se ci fosse un algoritmo anche nella vita che ci permettesse di incontrare sempre le stesse persone, potrebbe essere una bella cosa, purtroppo no, non c’è natura né “intelligenza artificiale” che tenga, non è così che va la vita giornalmente e pertanto siamo costretti all’incontrario di tanti “nani da giardino”, così io chiamo le “teste di pazzo”, quelle le quali se la suddetta “intelligenza” dovesse prendere piede e sopravvento, potremmo dormire sogni tranquilli.

Perché i nani da giardino? chi sono i nani da giardino? perché nani? o perché da giardino?

In Germania sono una tradizione ed in tedesco si chiamano “gartenzwerg”, li metti lì mimetizzati tra le foglie nelle piante del giardinetto di casa (si, perché da quelle parti hanno il giardinetto di casa qui facciamo finta che si mettano nel balcone) e quando incontri il loro sguardo che ti mette allegria, ti convinci che ti portino bene e scaccino qualunque “avversità” e ti risolvano problemi.

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Il Re Porta la Corona o la Mascherina?

Carissimi

Non riesco a scegliere quale possa essere l’evento o l’accadimento che meriterebbe di esser commentato con voi, miei cari 24 lettori, visto il proliferare di situazioni degli ultimi giorni. Vi avrei voluto parlare della polemica sui ritardi del PNRR e della mia certezza che fin quando non rivedremo l’organizzazione della pubblica amministrazione, più vocata a creare comitati di controllo che postazioni tecniche di lavoro, resterà una delle tante occasioni mancate, ma avendo perso l’attimo fuggente anche questa notizia è apparsa subito superata.

Avrei come sempre potuto parlare di come proliferano gli scavi ed i ripristini fatti male in città e con esso le nuove buche e gli avvallamenti, creino costantemente pericoli per la cittadinanza, ma sembra che senza risorse economiche, anche queste siano andate in prescrizione.

Vi avrei voluto parlare della pandemia “finita” così come era iniziata con un annuncio in “tv” (piango per coloro che non avevano una televisione), ma per commentare ciò ci vuole “gente ca sinni sienti”, e scusate, ma io personalmente sono ancora sotto l’influenza dei postumi e potrei apparire inusitato nei commenti.

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Palermo è Sporca o Sono Sporchi i Palermitani?

Cumuli rifiuti a Ballarò

Mettiamoci d’accordo per una volta per tutti, Palermo è sporca o sono sporchi i palermitani?

Affacciato di prima mattina a guardare la mia bella via alberata ho visto una operatrice ecologica, ma chiamiamola pure spazzina, non è parola d’offesa per un dignitoso lavoro che ripuliva con la grande scopa marciapiedi e caditoie con tanta professionalità e amore pari a quello che avrebbe adoperato per il decoro di casa propria, e credetemi non è la sola e non è il solo caso, purtroppo poco dopo il marciapiede sarebbe ritornato ad essere ricettacolo di sporcizia indotta.

Quanto sopra dovrebbe indignare chiunque ami avere la propria casa pulita e di conseguenza l’estensione della propria casa, marciapiedi e strade che si condividono con la collettività, in quanto cosa di tutti.

Ma io non ho dimenticato il periodo negativo del lockdown dove costretti a casa dovevamo sentire Barbara D’Urso che ci dava lezioni su come si lavano le mani, poiché ciò mi terrorizzò, abituato come ero a lavarmi le mani a prescindere da pandemie e da sempre, ogni qual volta toccavo qualcosa e non come da prassi mi auguro, in occasione dei passaggi dal wc o prima di sedermi a tavola.

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Dov’è il Progetto? Non lo Trovo?

Carissimi

Credetemi, percepisco anche io una certa stanchezza non tanto muscolare o articolare, quella la do per scontata dovendo fare i conti con l’età che avanza, ma mentale dovuta alla circostanza che il ruolo di Cassandra non mi si addice ma di certo quando ci sono “Elene di Troia”, di mezzo, il palermitano (e non solo) “strammia”.

Ora capire quale è la sostanza del contendere in questo momento primaverile che attrae in questa città è ancora parzialmente velato e pertanto imprudente da svelare con certezza, ma diventa sempre più interessante comprendere quale “idea” di città vogliamo consegnare ai posteri, quale progetto di città stiamo sognando per poterla realizzare un giorno.

Io pure avendo degli ottimi strumenti di lettura e occhiali di tutte le graduazioni, mi perdo, poiché malgrado i numeri dei lettori, mi danno soddisfazioni (essendo passati dai 24 ai 25, numero caro al Manzoni) mi sa che quando parlo di città, o sono incompreso o risulto per essere poco interessante ed è come se i miei concittadini avessero perso qualunque interesse per questa nostra realtà dopo essersi fatti ammaliare per anni da una “visione” (personale) e oggi essersi rassegnati al fatto che dopo un personaggio divenuto storia di questa città non ci potrà essere un futuro.

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La Mia Giornaliera “Via Crucis”

Carissimi

Per uno come me, cresciuto in una via che si chiama Terrasanta, parlare di “via crucis” e quasi conseguenziale.

Eppure non prendete l’utilizzo di questo nome come blasfemo o addirittura frutto di un pensiero “eretico” se ormai da tempo l’associo al percorso che giornalmente affrontiamo camminando sui nostri marciapiedi o nelle strade, praticamente diventate percorsi di guerra o ridotte peggio di quelle descritte dal commerciante di via Nuova a Goethe nel suo viaggio in quella che fu la città della terra dove fioriscono gli aranci.

Credetemi sono stanco di parlare sempre di questa emergenza che va sempre peggiorando e nessuno prende iniziative, nessuno riparare, nessuno si indigna, nessuno interviene e non basta vedere in eurovisione un giovane ciclista colombiano, nella tappa del giro d’Italia, volare in ospedale, entrando in curva in via Roma, dopo essersi incanalato in uno dei tanti fossi scavatosi subdolamente nell’asfalto, grazie ad un pessimo ripristino o al peso del transito degli autobus.

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Il Fuori Corso, Mitologica Figura

Carissimi

Giorni addietro in un programmato passaggio in Ateneo ho avuto modo come sempre mi accade in questi ultimi anni di verificare il veloce cambiamento da un punto di vista dei costumi dei nostri studenti, ormai costantemente accompagnati dai loro cellulari e connessi ad una realtà che di certo starà da qualche parte, ma non in quell’aula.

Mi sono guardato in giro e mi sono chiesto, che ne è stato di quei lunghi corridoi monastici frequentati in prevalenza di uomini (parlo della facoltà a me più familiare, quella di ingegneria), dove incontravi il “fuori corso”, mitica figura che spesso veniva scambiata per il professore o l’assistente, tanto era fisicamente matura e perché no, autorevole, vettore di informazioni vissute e non per sentito dire, consigliere di strategie didattiche che finivano per agevolare tutti tranne lui stesso.

Chi non ha studiato sulle dispense clandestine del fuori corso, i mitici esercizi appresi durante le ore di esercitazione e i frequenti casi di esami, dove tu ti facevi la croce, e pensavi “come finisce si cunta” poiché chi ti avrebbe dato certezza della correttezza di quelle pagine di appunti?

Il dubbio si sarebbe insinuato, pensando che l’autore di tali appunti aveva dovuto sudarsela la materia o peggio, non ancora l’aveva superata.

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“Cappiddrazzo” sta morendo

Carissimi

Se la politica non gestisse soldi, se la politica fosse solo l’amministrare le incombenze della società dubito che ci sarebbe la folla all’ora di candidarsi da parte di chi deve risolvere il proprio futuro.

Vedere tutto questo ben di Dio alla portata di tutti davanti a noi e non chiedersi a chi appartiene e una tentazione alla quale non sappiamo rinunciare, poiché per noi non può esistere il concetto di collettività, di cosa di tutti, poiché se c’è una cosa che non è di qualcuno specificatamente e non è recintata è certamente di nessuno e, o la si abbandona al suo degrado, o la si occupa accaparrandosela, è più forte di noi e pensate a quanta di questa roba è a disposizione di chi arriva al vertice di una collettività (e dei propri amici di merenda).

È il concetto di “tutti insieme” che viene difficile a digerire, poiché si è tutti insieme per far cosa? Tifare? Fare battaglia contro altri? Mettere paura?

Mai che qualcuno pensi che si possa stare insieme per condividere risorse.

Esistono dalle nostre parti gli “imprenditori della vincita”, coloro che vogliono fare attività partendo dall’idea di eliminare il rischio imprenditoriale nella loro attività, coloro che incamerano le vincite e socializzano le perdite, già di per sé non solo scorretto, ma termometro di una attività che non potrà mai essere imprenditorialmente sana.

Siamo imprenditori e spesso “tavernari” con gli spazi che prendiamo alla collettività, ma lasciando in cambio cosa? Accrescendo di valore anche culturale o morale, che cosa? Chi?

Siamo ipocriti, siamo soltanto poco onesti già con noi stessi, rifuggiamo la competitività e come sempre cerchiamo scorciatoie che ci aiuteranno a sopravvivere giusto il tempo necessario della protezione del “santo del momento”, giusto il tempo per cercare nuovi santi, nuove opportunità di aggirare l’ostacolo, nuovi espedienti ……. E la qualità?

Quando si potrà crescere continuando di questo passo?

Chi crede di conservare non dico ideali, ma principi, come me, è convinto che andato via “quello sbagliato” ne possa giungere “uno giusto”, ma ciò rimane soltanto un esercizio mentale o forse dialettico e questo ti taglia le gambe perché ti perpetra la mediocrità alla ribalta e allora non si va fuori per realizzarsi, perché qui non c’è humus su cui coltivare o fare crescere qualcosa, ma perché qui non c’è il privato disposto ad investire, poiché il suo competitor sarebbe comunque chi utilizza (spesso sempre a gratis) ciò che è di tutti e quindi fondamentalmente anche suo, limitandosi, come “cappiddrazzu” a non pagar nessuno.

E allora, perché perdere tempo, perché stare appresso a chi ti vuol far credere che “tutto il mondo è paese”? Non è vero, esiste un mondo peggiore del nostro e questo è testimoniato da quanti pur a rischio della morte nelle traversate diaboliche vengono a morire nel nostro mare, ma esiste anche un mondo migliore del nostro, dove il “vero talento” trova opportunità e viene cercato, un “mondo giovane” che sa prendersi carico dei giovani, degli anziani e sostiene gli “ultimi” senza bisogno di redditi di cittadinanza, ma nel quale tra colui che è momentaneamente assistito e il laureato lavoratore, c’è una effettiva differenza.

Non possiamo continuare a pensare che una persona meritevole di un sussidio, stando a casa prenda “mille” e un laureato, dottorato, masterizzato che lavora spendendosi l’anima prenda per esempio “mille e cinquecento”, in quale paese civile, industrializzato o evoluto occidentale, trovi un idiota che per cinquecento (in media) di differenza, non decida di rimanere a casa a spese della collettività.

Queste cose, lontane dal dibattito politico, vanno dette. I nostri partner europei nordici usano da anni questi strumenti sociali, ma lì a differenza che da noi, il laureato o chi lavora prende “cinquemila” contro i mille del socialmente assistito (che in attesa di ritrovare un lavoro da una mano d’aiuto alla collettività) e nessuno si scandalizza, e tutto ciò appare giusto perché non si lascia dietro nessuno e perché non ci può essere chi idealizza “un assegno di disoccupazione”, sapendo che dopo anni di sacrifici familiari e spese per gli studi giungerà a guadagnare e meritare uno stipendi parametrato per almeno cinque volte superiore, del “poveraccio”.

Vergogna! E’ il concetto di merito che avete ucciso, giungendo a generare una guerra tra poveri, livellando tutto verso il basso e distraendo la collettività con i dibattiti del momento, fino anche ad inventarvi una guerra di genere.

Un abbraccio, Epruno.

 

Se facciamo sapere che in occidente si buttano i soldi ….

Carissimi

Ma quante ne devo vedere prima di dire a Roy Batty “figgiu mio a cu c’ha cunti!

Se qualcuno lascia uno spazio, c’è sempre chi è disposto ad occuparlo.

Se giungono ai vertici della nostra società le tanto osteggiate donne, può essere che oltre a trovarci davanti a soggetti per una volta lontani dagli stereotipi delle signorine Silvani o di chi trova scorciatoie puntando sulla propria avvenenza, ci troviamo non solo davanti a personaggi capaci, che hanno fatto anche la loro gavetta ma anche ad uno scenario dove gli uomini non sono riusciti a dimostrare le loro qualità?

Dice: “so arrivati i nuovi fascisti, è finita!

E no, ma quando mai! E poi ricordate sempre (dal Nome del Papa Re) “giovanotti, sveglia, non è finita perché so arrivati i garibaldini, ma so arrivati i garibaldini perché è finita!

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La madre dei cretini incinta è marziana?

Carissimi

La madre dei cretini è sempre incinta!

Ma dove? Ma quando? Siete sicuri che sia così?

Io mi sto convincendo sempre di più che i cretini vengano da Marte e comunque da un altro mondo, ma che di fatto infestino il nostro pianeta, le nostre strade, ma che certamente non possono esser nati dal genere umano, e da buon ingegnere ve lo dimostro.

Avete mai conosciuto la madre di un cretino?

Con qualunque madre parlate, il figlio è intelligentissimo e si è laureato con almeno 110, lode, inno d’Italia e battute di mano, foto, pubblicazione e bacio del Presidente della Repubblica, poi guardate bene in faccia il figlio e capite che qualcosa non torna.

Capisco che le università usa e getta ormai sono tante e in vendita anche nei supermercati che uno dopo aver detto “laureato in” deve aggiungere oltre alla facoltà, anche l’ateneo e la città. Leggi il resto dell’ articolo »