Carissimi
Babbo Natale, stava a “santiare” accanto ad una delle sue renne che poverina si era rotta la zampa e non ce la faceva a riprendere la sua corsa e a trascinare il resto delle sue compagne prima di portare in volo la slitta piena di doni. Il dolore era tanto e malgrado la dignità della bestia una lacrima le scendeva sul muso.
Si Babbo Natale era un uomo (ma quale Santa Claus) e quando gli giravano i cinque minuti gli scappava qualche imprecazione, ma non ditelo ai vostri bambini, questo vecchio con mille pensieri per la testa ne aveva uno che era il più importante, rispettare la consegna dei doni di Natale per i bambini e nulla più, ritardare, consegnare già il 26 di dicembre avrebbe reso inutile il tutto e avrebbe per sempre screditato la sua figura. Tutte quelle letterine, quei sacchi di posta nel suo studio, sarebbero state inviate ad un individuo che non manteneva la parola. Nessuno gli imponeva di rispondere, ma una volta che aveva deciso di farlo, il fattore “tempo” era determinante. Ci sarebbe voluto un miracolo, ma lui era fiducioso in una soluzione alternativa.
L’Onorevole Burbazza giungendo davanti la sua segreteria come ogni giorno, trovò una pletora di questuanti e a tutti stringeva le mani e prometteva di dare risposta e soluzione ad ognuna delle loro istanze, e voltandosi verso i suoi collaboratori che lo seguivano, andava indirizzando loro in base alle tematiche le persone pur di scrollarsele di dosso e certo in cuor suo che non ne avrebbe risolto neanche una, ma che ciò non gli avrebbe comportato alcuno scrupolo visto che non c’era all’orizzonte alcuna campagna elettorale, momento nel quale sia le promesse che le richieste assumevano una importanza notevole per la tempestività dell’interessamento.