L’Amico Scroccone

Carissimi
Avete mai avuto un “amico scroccone”? No? Allora non siete mai stati nessuno, intendiamoci “nessuno o qualcuno” dal punto vista della persona di potere, sia essa politica che mediatica.
Anche nella natura, non c’è grande animale che non porta addosso qualche animale saprofita o parassita. Non c’è Linus senza Sputnik.
Purtroppo quando si sale nella scala gerarchica, oltre al cerchio magico frequente e figlio di personaggi mediocri più simili a capi compagnia di filodrammatiche di parrocchia, esistono i consigliori, i Iago di otelliana memoria, gli amici scrocconi quelli che approfittando del fatto che il nostro cervello rimane fasciato dalle responsabilità, che il nostro ego cresce in misura proporzionale ai nostri incarichi, che le porte e le segretarie tra noi e il resto del modo prolificano, come un virus informatico ben costruito, subdolamente creato, riescono non solo a scavalcare qualunque filtro dal mondo esterno, ma si insediano nell’ultimo livello, quello della nostra stanza personale e trascorrono il tempo seduti difronte noi approfittando di quei momenti di stanca nei quali vorremmo uscire dal nostro ruolo e a volte solo sfogarci. Leggi il resto dell’ articolo »

Sbarchi: regole e ordine sono parole di “destra”?

Carissimi
Ma “regole” e “ordine” sono mica diventate parole di “destra”?
Io non mi diverto a guardare tutto ciò che ci accade intorno ed è per questo che mi chiedo: “Quale mente malsana o in mala fede vuole alimentare tutto questo sfascismo facendolo passare per falso buonismo?”
Le migrazioni umanitarie o economiche sono da sempre esistite, ma ricordate Italiani o Irlandesi giunti in America attraverso gommoni e scafisti trafficanti di vite umane?
Vedo solo dai vecchi filmati navi traghetto affollate di povera gente che dopo giorni di navigazione esultava alla vista di quella enorme signora con la fiaccola della libertà a difesa della costa di New York. Al loro arrivo venivano accolti da un sistema organizzato che li identificava e li visitava prima di farli entrare nel territorio americano. Quanta gente è fuggita dalla povertà nei loro paesi e oggi ha fatto fortuna con loro generazioni integrandosi nel tessuto del paese che li ha ospitati. Leggi il resto dell’ articolo »

Sono Tutte Stronzate

Carissimi
“Sono tutte stronzate” diceva il grande Leslie Nielsen durante una “scrollata”, avendo dimenticato il radiomicrofono aperto nel wc. Quanto abbiamo riso e forse non ci rendiamo conto che abbiamo tanto bisogno di ridere ancora per trovare la giusta positività per affrontare le contingenze.
Torniamo nei luoghi ai quali abbiamo tanto tenuto e ci accorgiamo che l’atmosfera non è più la stessa, qualcosa sembra esser cambiata e ci vuole un po’ di tempo prima che ci accorgiamo che siamo stati noi principalmente a cambiare. Il passato è fantastico perché nel bene e nel male rappresenta la nostra storia, ma se ci fate attenzione questo passato diventa terribile solo per chi fa attualmente politica poiché denuncia sempre che i mali di tutto ciò che viviamo, sono causa dei politici che li hanno preceduti, come se si fosse giornalmente davanti ad una continua ricerca di peggioramento, come se ogni giorno fosse peggiore del giorno prima e quindi come se ci fosse il bisogno di dare ragione all’ingegner Edward Murphy con il suo mitico: “sorridi domani sarà peggio”. Leggi il resto dell’ articolo »

Consideriamolo un “primo giro di Cross”

Carissimi
Come spesso cito: “Non si può dire che le ultime ore non siano state prodighe di emozioni”.
Così diceva Fernando (Bruno Ganz in “Pane e Tulipani“) nella sua cucina, davanti al bicchiere della staffa, lui personaggio di quella tenera umanità perdente che attraverso la forza e la semplicità dei sentimenti avrebbe ridato un senso alle proprie vite.
Adoro di più Ganz in questa interpretazione che in quella meritevole del Fuhrer nel bunker di Berlino ormai parafrasata, ridoppiata in mille occasioni per ironizzare su personaggi locali e sulla propaganda di una storia che volge tragicamente al tramonto malgrado la propaganda.
Ma a proposito di propaganda come dimenticare il mitico Mohammed Saeed al-Sahaf ministro degli esteri e della “propaganda” di Saddam Hussein che durante la guerra in Iraq nel 2003 affermava che non vi erano americani in città e che le truppe di Saddam stavano comodamente vincendo la guerra mentre le immagini mostravano sullo sfondo i carri armati statunitensi che scorrazzavano a Baghdad.
Sì, ho la sensazione che per qualcuno sia finita e non c’è più propaganda che tenga, ho anche la sensazione che determinati meccanismi di garanzia fino ad oggi per lo “status quo” si stiano incrinando pertanto cavalcare l’eterna insoddisfazione che alberga nella nostra società e costruire slogan ad arte per raccogliere queste insoddisfazioni e finalizzarle all’ottenimento di un consenso o di contro ingenerare altre paure attraverso l’arrivo dell’uomo nero oggi non serva neanche a fare mangiare i bambini. Leggi il resto dell’ articolo »