Molti si scandalizzano del fatto che un presidente di una squadra di calcio, possa cambiare tre allenatori a stagione, rimettendo in discussione continuamente qualunque programma iniziale, ma se ci riflettiamo non ci fu mai squadra più simile nel carattere alla nostra gente e specchio del nostro essere.

Pensate al modo di far politica dei giorni d’oggi ed alle nostre latitudini. Oggi, con il pseudo bipolarismo, mediamente ogni otto al massimo dieci anni, vi è una alternanza politica al governo del territorio che basandosi su vecchi schemi di schieramento nell’arco parlamentare, ai quali non crede più nessuno, rimette in discussione quanto programmato dal predecessore. Non c’è continuità se non nell’errore.

Troppa conflittualità stupida che si perpetra sulle spalle della collettività.

Abbiamo sempre affermato che malgrado il teatrino indecente e mediatico che spesso si da dei politicanti con i loro cortili televisivi o sulla stampa, la “politica” nel senso puro del suo termine, è una cosa seria, è una cosa che sta alla base del vivere in comune.

La nostra terra è un condominio e come tale va governato da regole di buona convivenza, pertanto devono esistere come in tutte le parti del mondo delle politiche di interesse generali e strutturali nelle quali non ci si può dividere, non se ne può fare scopo di propaganda.

Una strada, un parcheggio, una metropolitana non sono ne di destra ne di sinistra. La famosa buca per strada, non ha un colore politico quando si crea, lo assume quando permane nel tempo.

Come ci si può chiamare città europea se ciò che già altrove esiste da più di un secolo e qui rimane ancora sterile dibattito per guadagnarsi il gettone in commissione?

Quando nel 1863 a Londra si inaugurava la metropolitana, qui discutevamo con Garibaldi e Cavour, e non è caso isolato, se consideriamo che a Parigi la stessa opera venne inaugurata nel 1900 e tutto ciò credetemi non solo mi fa rabbia, nel pensare che qui probabilmente ne parliamo da molto temo prima, ma ne parliamo soltanto, perché a noi piace parlare e lamentarci e sentirci vittime.

Qui anche se piove e sempre colpa di qualcun altro abituati come siamo ad aver visto passare tante dominazioni che hanno realizzato opere che durano da secoli.

Ma la peggiore dominazione è quella della nostra indole gattopardesca che nella consapevolezza di una furba perfezione basata su non so cosa, non ci permette di cambiare, e così, gabbando il prossimo non ci accorgiamo che il prossimo siamo noi, confondendo le concessioni che ci vengon fatte della cosa pubblica ed i nostri diritti.